La passione e l’amore che il Vecchio Gioco riesce ad accendere in coloro che cattura hanno pochi eguali, ma uno dei difetti atavici del nostro mondo è la difficoltà a condividere questa passione. Baseball.it è sempre più la ‘piazza del base italiano, dove si incontrano persone dalle esperienze e dalle competenze più diverse, ma che condividono la passione. Riusciremo a crescere soltanto quando riusciremo a convogliare la nostra passione, ad integrare le nostre esperienze per costruire finalmente, ognuno per le proprie competenze, un ‘sistema baseball da proporre al mondo esterno. È per questo che, con grande piacere, riceviamo e pubblichiamo questo primo contributo di Riccardo, grande appassionato di baseball e professionista della comunicazione in uno dei più importanti network internazionali
L'epoca contemporanea è ormai per definizione l'era dell'immagine. E lo sport non fa eccezione, anzi.
Ricordate le radiocronache di Niccolò Carosio e gli appassionati resoconti di Gianni Brera?
Tutto sepolto, scomparso, dimenticato. O meglio, sostituito dalle immagini.
Foto iperdinamiche, montaggi serratissimi negli spot e nei servizi televisivi, replay carichi di enfasi durante le telecronache. Sintetizzando possiamo dire che l'immagine è la voce narrante dello sport odierno, nella quale l'atleta è l'attore, ma sono il taglio, il ritmo, la potenza evocativa i veri registi e sceneggiatori. Lo sport è principalmente spettacolo.
E qui arriviamo al problema: il baseball italiano non ha immagine.
E se anche le sue immagini ci fossero, non arrivano da nessuna parte.
Non arrivano sui quotidiani, non arrivano sulla stampa periodica, non arrivano in tv. E soprattutto non arrivano a chi non conosce il baseball, che è poi la maggioranza degli italiani. Ovvio penserete.
Mica tanto, dico io. Il baseball, lo dimostrano gli americani, ha una grandissima forza visiva: i gesti atletici, i marchi delle squadre, i colori delle divise, persino gli scontri tra allenatori e arbitri. Chi ha avuto la fortuna di vedere le Major capirà facilmente di cosa parlo: il baseball è principalmente una festa per gli occhi.
Grande scenario cinematografico, ottimo set per la pubblicità e ricchissimo archivio iconografico per la stampa. Basti pensare alle figurine, agli oggetti di memorabilia e a tutti quei feticci che contengono in sé la storia dell'America.
É solo stimolando gli occhi che uno sport può sperare di far parte di un immaginario allargato: l'immagine in controluce di Michael Jordan che schiaccia a canestro negli spot Nike ha fatto per il basket più di qualsiasi strategia di marketing. Se vogliamo che il baseball in Italia esca dalla microscopica nicchia nella quale lo hanno (si è?) relegato, non ci resta che mostrarlo.
Approfittando di ogni occasione: manifesti per le scuole e per i negozi sportivi; spazi acquistati sui quotidiani nazionali; fornitura di immagini di qualità ai giornalisti. O addirittura un tour itinerante, magari nelle stazioni ferroviarie delle grandi città, con gabbia di battuta, dimostrazioni “live” del gioco, video e materiali informativi; Le finali di A1 riprese, montate, arricchite con della bella videografica e commentate già pronte per essere distribuite a Rai ed emittenti private, in modo da evitare le noiose sintesi farcite perlopiù di panoramiche su stadi semideserti.
Insomma, il baseball va fotografato, impaginato, ripreso, commentato e montato al meglio.
Poi distribuito a più non posso.
Forse è un sogno, forse no.
L'autore, Riccardo Torri
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