Categories: Diario dal Mondiale

Ricomincia l'avventura

Tramonta il sole su Amsterdam.
State tranquilli, lo so che l'Olanda non è sulla strada che dall'Italia va a Taiwan. Non sono Marco Polo, ma non lavoro neanche a Milano Malpensa. E' che la KLM, la compagnia che mi porterà in Estremo Oriente, mi ha obbligato a partire da qui.
Sono passato dalle 'World Series' alla mia macchina per andare all'aeroporto “Marconi” di Bologna (sì, Malpensa non mi frega mica 2 volte nello stesso anno) e ho ricordi sfumati di quello che è accaduto. Devo aver detto alla ragazza del check in di Bologna: “Per pietà, non perdetemi la valigia, che in Cina la mia taglia non deve essere molto comune”. O forse l'ho solo sognato.
Sul volo per Amsterdam ho dormito. E devo avere anche russato, perchè i miei vicini di posto mi guardavano beffardi. Come se loro, quando dormono, cantassero con voce celestiale.

Sto cercando di capire che parte della giornata sto vivendo. Nel senso che per me è il pomeriggio seguente ad una notte in cui ho dormito poco, quasi niente. A destinazione (come dicono sugli aerei) è notte. Io passerò la 'mia' notte in aereo e arriverò a Taiwan di pomeriggio. Con il piccolo dettaglio che l'Italia gioca e dovrò anche essere un minimo lucido per raccontarvi come.
Oltre che fare la cronaca della partita, devo trovare il modo di far funzionare il mio computer con la corrente a 110 volt e di connettermi ad Internet facendo leggere al sopra citato computer un dischetto cinese. Insomma, mica uno scherzo.

Il mio volo fa scalo a Bangkok e si vede. Mi si è appena seduto a fianco uno che deve aver preso troppo sul serio il film “The Beach” con Leonardo Di Caprio. A proposito, avrà il doppio passaporto, Leo? Pensiero cretino…
Qui a “Schiphol” (fa figo, ma è solo il nome dell'aeroporto) sono entrato in contatto con un bellissimo telefono chiamato “multifoon” con il quale si può scaricare la posta elettronica. Cosa che io non sono riuscito a fare, ma non è questo il punto. I miei 3 fiorini olandesi (ma non è ora che arrivi l'Euro?) comunque me li hanno addebitati. All'amministrazione di baseball.it devo anche far sapere che sono riuscito a spendere (questo a Bologna) 18.000 lire per una batteria della macchina fotografica, che secondo me è il record mondiale per una singola pila. In effetti, il negoziante dell'aeroporto ha commentato con un significativo: “Sarà mica d'oro”.

A Bangkok ci hanno praticamente buttati fuori dall'aereo perchè devono pulire. Uno dei miei compagni di viaggio è tedesco, ma parla piuttosto bene l'Italiano. Quando ha notato che stavo leggendo un libro di un autore tedesco in Italiano, è stato molto contento. Io comunque sono in una di quelle fasi di personale simpatia durante le quali rispondo a monosillabi. Non credo inizierà un'amicizia. Tanto per non lasciargli dubbi, mi metto la cuffia e guardo il film “Moulin Rouge”
L'aeroporto di Bangkok sembra deserto. Ma che ora sarà? Ormai ho perso completamente il conto del tempo. Il mio orologio dice che sono le 6.30 del mattino e tanto mi basta. Camminando, comincio ad avere i primi sintomi del complesso di King Kong. Sono gigantesco, in confronto al thailandese medio.
L'altra caratteristica è un odore pungente di canfora o qualcosa si simile. In effetti incrocio un numero impressionante di negozietti che offrono massaggi ai piedi. Sapevo di altri massaggi, in voga da queste parti. Ma mi rendo conto che non sono il genere di servizio abitualmente offerto negli aeroporti.
Ripartiamo in orario perfetto. Comincio a preoccuparmi, in effetti. E' un viaggio fin troppo tranquillo. Mentre mi imbarco incrocio l'hostess della KLM che mi ha servito durante la prima fase del volo. La saluto cordialissimo. lo so che avevo affermato di non essere granchè simpatico, ma lei è bionda e con gli occhi azzurri e donna, al contrario del mio vicino di posto.
Il personale KLM è efficiente. Anche troppo, se devo essere sincero. Mi avranno svegliato 10 volte per chiedermi se avevo bisogno di qualcosa. Di dormire, ragazze!
C'è poi da segnalare l'inquietante presenza dell'hostess/interprete, figura fondamentale per evitare un esaurimento nervoso al personale olandese.
I cinesi in effetti sono personaggi curiosi. Intanto fanno una confusione micidiale, sono sempre in piedi, salgono sui sedili. E parlano, ovviamente, cinese. Capirli non è nemmeno facile quando parlano in Inglese, perchè pronunciano le consonanti a modo loro (specie la 'erre', come leggenda vuole) e spesso bisogna chiedere che ripetano.
L'inteprete è lì che gira con un bricco di the (o tè? o tea, all'Inglese?) cinese. Io non posso appoggiare la testa che dormo: mi sento un automa, visto che dormo, mi sveglio per mangiare e ridormo.

In perfetto orario con la tabella di marcia arriviamo a Taipei, capitale dell'isola. Il sole è già tramontato, quindi durante l'atterraggio si vede pochissimo. Taipei sembra molto grande, comunque.
Le operazioni di sbarco sono assolutamente velocissime. Assolutamente raggelante, al contrario, è il primo cartello che ci accoglie: I trafficanti di droga sono puniti con la pena di morte. Non che avessi intenzione di pagarmi l'albergo a questo modo, ma come presentazione di una nazione agli stranieri non c'è comunque male.
Non faccio in tempo a cambiare un po' di dollari in valuta locale (dollari anche loro, per altro… e le lire non sono nemmeno citate, tra le valute scambiate) che dal rullo appare la mia borsa biancoazzurra d'ordinanza da trasferta. Un certo miglioramento rispetto a Bonn si è verificato.

Noi Europei siamo molto pochi, qui. Si sono quasi tutti fermati a Bangkok. Comprensibile.
Volevo fra l'altro puntualizzare che non trova fondamento la definizione dei cinesi come 'musi gialli'. Al di là del fatto che è spregevole, va detto che il colore della pelle degli asiatici è giallo come il nostro è…rosa.
Esco dal terminal e mi si avvicina un tassista abusivo. Oh, come a Roma!
'tu tausand en ti di'. Ove 'en ti di' sono i 'nuovi dollari taiwanesi'.
2000 mi sembra un furto, anche perchè ho sbagliato la conversione e, secondo il mio calcolo, si tratta di circa 1.400.000 lire. Comunque, anche togliendo uno zero non è poco. Inizio la trattativa, ma non sono un osso duro e mi fermo a 1.500. Circa 50 'ameican dolla', dice lui.
All'Hotel Fortuna, dove vengo accolto come se fossi il Presidente della Repubblica, mi dicono che mi sono fatto fregare. Buono a saperlo per domani.

E' ora che mi prepari a raccontarvi la partita inaugurale tra Taiwan ed Italia.
Chissà cosa scriverò, dato che sono in giro da un bel 28 ore.

Riccardo Schiroli

Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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Riccardo Schiroli

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