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Major: sempre più ampio il divario tra club

Il fatto che le World Series di quest’anno, ovvero lan finale del campionato professionistico americano di baseball, sin chiamino Subway Series (“le finali della metropolitana”, perchè sin svolgono tra due team di New York) non fa che gettare ulteriorenluce sun di un problema emergente della MLB: la suddivisione della Lega innclubn ricchi e poveri. Le finali di quest’anno vedono, infatti,naffrontarsin due tra le società dotate delle maggiori disponibilità finanziariendin tutta la Major League.
I dirigenti dei club minori, comenMontreal,n Milwaukee, o Pittsburgh fanno notare da anni che le squadre dellengrandin città come Atlanta, Chicago, e New York sono avvantaggiate anchensuln campo a causa del maggiore reddito che riescono a produrre: questen ultime società possono ingaggiare i campioni, sviluppare iln merchandising, attrarre gli sponsor e così via in un crescentencircolon virtuoso. Se prendiamo le statistiche e classifichiamo le societàninn base al “libro paga”, cioè al monte stipendi-giocatori, si notancome, inn effetti, negli ultimi 5 anni solo 1 team classificato tra i 15 piùn “poveri” della Lega ha raggiunto i playoff.n

Questa recente tendenza è confermata dal fatto che nella scorsan stagione i 10 club che hanno raggiunto i playoff erano tra i diecinpiùn ricchi, così come quest’anno le quattro semifinaliste, Yankees,nMets,n Cardinals, e Mariners appartengono a quel gruppo. Per capire sinpuòn paragonare il fatturato totale degli Yankees, di 177 milioni dindollari,n con quello dei Montreal Expos, pari a 48 milioni, oppure il totalen stipendi degli stessi newyorkesi, circa 100 milioni, con quellondein Detroit Tigers, 55. Il gap tra club di grandi città e di provincian(on città piccole) è stato creato in questi ultimi anni dal boom dein contratti per diritti televisivi delle emittenti locali: se glinYankeesn possono contare su di un mercato con 7 milioni di potenzialinclienti chen porta un incasso di 53 milioni di dollari in contratti locali, ilnteamn di Kansas City ha un bacino d’utenza di soli 802.000 proprietarindin televisore.
L’apposito gruppo di studio guidato dall’exnsenatoren George Mitchell ha, negli ultimi anni, cercato le soluzioni alnproblema,n ma ha trovato altri problemi: è stato rilevato, ad esempio, che 27n società su 30 sono in perdita. Sulla base dei dati a disposizionensin suggerì ai club di limitare gli stipendi ad un tetto di 84nmilioni,n fornendo anche un disincentivo fiscale, insieme ad ipotesi din condivisione dei profitti tra le squadre ricche e le altre.n

Sicuramente i proprietari dei grossi team si opporranno anquesten risoluzioni, ma il commissario della Major League, Bud Selig, haniln potere di farle rispettare, anche se, come ha recentementensostenuto inn un’ intervista “avrei il potere di far rispettare certendecisioni, man preferirei agire in modi più gentili, evitando di usare lan coercizione”n

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