
Era il 20 agosto 1990 quando Roberto “Whitey” Bianchi (allora bomber del Mediolanum Milano), Ruggero Bagialemani (campione della Scac Nettuno) e il compianto Silvano Ambrosioni (coach della Nazionale italiana) furono protagonisti ad Atlanta di uno storico incontro con Hank Aaron.
L’occasione era la IBA World All Star Game, una sfida tra le stelle del baseball mondiale divise in West (le Americhe) e East Team (Resto del Mondo). C’erano i grandi nomi di USA, Canada, Cuba, Portorico, Repubblica Dominicana, Venezuela, Colombia, Giappone, Corea, Taiwan, Belgio, Olanda e l’Italia era appunto rappresentata in diamante da Bagialemani e Bianchi, Ambrosioni come uno dei tre coach della selezione dell’Est che vinse due giorni dopo la gara per 11-8.
Come testimonial e capitani delle due formazioni erano stati chiamati due leggendari fuoricampisti, Hank Aaron (755 homerun in Major League) e il giapponese Sadarahu Ho (868 nella Nippon Professional Baseball League, record assoluto ancora oggi). E alla cena di gala in cui presentarono la IBA World All Star Game…

“Dopo aver terminato, erano tutti intorno ad Aaron e Ho, compresi noi – racconta a Baseball.it Ruggero Bagialemani – Lui notò sulla nostra camicia il logo Italia e cominciammo a parlare, disse anche un Bella Italia, poi gli chiesi di fare una foto insieme, era circondato da tantissima gente, era una grandissima stella del baseball. Il giorno dopo ci allenammo e Sadaharu Ho fece una piccola esibizione, mentre Aaron scosse la testa perché preferiva che la gente lo ricordasse da giocatore, quando era in piena attività”.

“A fine cena lo abbiamo salutato e fatto due chiacchiere con lui – ricorda Roberto Bianchi – qualcuno gli disse che anche io avevo fatto un certo numero di fuoricampo, era molto disponibile anche se notavo nei suoi occhi un passato di una persona che aveva sofferto ma che poi con impegno e grande umiltà ce l’aveva fatta. Mi ha dato stretto calorosamente la mano mentre ci scattavano una foto. E’ stata un’esperienza memorabile”.