San Marino cantiere aperto

La squadra del Titano deve ancora completare l’organico ma ha come obiettivo la finale scudetto

Lauro Bassani - PhotoBass
Alessandro Maestri per il terzo anno sul monte di San Marino
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L’obiettivo di partenza per una squadra ambiziosa è migliorare il risultato dell’anno precedente e visto che San Marino lo scorso anno ha perso la finale scudetto, beh allora si può solo arrivare al top. Ma come dice il general manager dei titani, Mauro Mazzotti, il vero successo è un altro. “Nell’albo d’oro del 2020 ci sarà il nome di una squadra, ma il vero scudetto è la ripartenza, la possibilità di giocare un campionato, l’attività seniores e giovanile regolarmente riprese, anche perchè a un certo punto c’era la seria possibilità di doverci rivedere a marzo 2021”.

Un giudizio su questa formula del campionato, chiamiamola innovativa? “Trenta partite di regular season più eventualmente sette di finale, direi non male. Si poteva fare qualcosa di diverso? Forse, ma intanto prendiamo questa formula e giochiamo”.

I sette inning rappresentano il futuro? “Un enorme salto in avanti, la Federazione internazionale ha più volte ribadito che il futuro del baseball sarà accorciato, volenti o nolenti dobbiamo farcene una ragione. Quindi pensiamo a rimedi, strategie e tattiche per giocare in questo modo”.

Che partite saranno su sette inning? “Diverse ma soprattutto in questa primissima fase. Perchè le squadra dopo il lockdown hanno ripreso a ritmo blando e solo nell’ultimo periodo si è spinto sull’acceleratore. Ma sono state giocate pochissime amichevoli, ritengo che sia difficile che nelle prime giornate i lanciatori vadano lungo. Invece più avanti non è escluso che si torni a vedere da parte dei pitcher qualche partita completa”.

Obiettivo del San Marino? “Una squadra come la nostra parte sempre per arrivare ai play-off, quest’anno bisognerà arrivare tra le prime due e giocarsi una finale che credo potrà avere la svolta quando i pitcher tireranno per la seconda volta”.

Si può parlare di cantiere aperto a San Marino? “Non è la squadra che avevamo pensato lo scorso inverno per ovvie ragioni (Epifano, Ferrini, Quevedo, Flores non possono lasciare il loro paese, ndc) ma credo che il roster sia comunque competitivo quando sarà terminato. Il monte è composto da Maestri, Nico Garbella, Luca Di Raffaele, Baez, il nuovo arrivato Dimitri Kourtis e il giovane Ercolani. Dietro il piatto Albanese e l’altro neo arrivo Monello, in diamante Di Fabio, Pulzetti, Lorenzo Di Raffaele, Rondon che arriverà a breve come il nuovo prima base e in campo esterno Reginato, Celli e Giovanni Garbella, con Avagnina a disposizione”.

Informazioni su Carlo Ravegnani 293 Articoli
Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.