Quel tricolore fluttuante tra Malnate e Roma

Domani alle 15 playball della sfida scudetto del XXI° campionato di baseball per ciechi sul “Leoni” di Casteldebole. I Patrini Malnate dei record (sesta finale in tornei AIBXC dal 2015), contro Roma All Blinds, a caccia del primo titolo

Terra rossa. Emozioni. Prodezze. Sorprese. Sudore. Adrenalina. Tensione. Sono solo alcuni tra gli ingredienti del cocktail che domani, sabato primo luglio alle ore 15, verrà offerto al pubblico atteso sulle tribune del “Leoni” di Casteldebole per la finale scudetto numero 21 del campionato di baseball per ciechi. In diamante, nemmeno troppo a sorpresa, per la “sfida delle sfide” i campioni d’Italia in carica dei Patrini Malnate e la Roma All Blinds, le squadre attualmente più complete, attrezzate e programmate nel panorama AIBXC.
Saga spettacolare tra prealpini e lupacchiotti, oggi in perfetta parità, che sabato vivrà il terzo capitolo di una sfida equilibrata e incerta, decisa agli extra inning nei primi due episodi. Gli All Blinds si sono infatti imposti in rimonta nella finale di Coppa Italia lo scorso settembre, grazie ai capolavori difensivi di Abidi e Bassani e in attacco del trio Somma, Pierri Bassani in un epilogo alla decima ripresa stile Major League. Pronta risposta dei Patrini quindici giorni dopo con il trionfo nel Torneo di fine stagione, intitolato a “Giovanni Natalini”: gara spettacolare che premiava Malnate dopo un doppio tie-break grazie alle zampate decisive della premiata ditta Case-Casale-Burgio.
Nove mesi più tardi, e siamo ad oggi, Patrini e All Blinds si ritrovano di fronte determinate a contendersi il tricolore sino all’ultima pallina, in un vortice di emozioni che catalizzerà su Casteldebole l’attenzione e l’ammirazione di tifosi, stampa e addetti ai lavori.
Un cammino verso la finale diametralmente opposto per le due squadre: se da una parte i Patrini non hanno avuto grosse difficoltà a sbarazzarsi della resistenza di Bologna, grazie alla prova superlativa di un collettivo talentuoso e ispirato agli ordini degli skipper Chiesa e Gottardi, Roma ha dovuto sudare le proverbiali sette camicie per avere ragione dei Lampi Milano, piegati al fotofinish dopo oltre 4 ore di baseball avvincente e assai dispendioso. All Blinds autori comunque di un autentico capolavoro in semifinale, mentale prima che tecnico, frutto di quel percorso umano individuale e di squadra preteso a gran voce dallo skipper capitolino Marco Corazza.
Stimolato da Baseball.it circa la continuità dei suoi lupacchiotti, un Corazza raggiante e concentrato ha svelato i segreti di questa metamorfosi: “La continuità di rendimento è sempre stato il nostro tallone d’Achille in passato. Quest’anno, ho chiesto espressamente alla squadra un impegno maggiore, responsabilizandoli ed inculcando loro il concetto che questo è il loro sport e che se quindi la spinta non fosse arrivata da loro stessi, sarebbero giunti risultati mediocri… In quel caso però, non avrei più offerto la mia disponibilità. Ho passione per questa disciplina, tanta, e vorrei che le venisse data la giusta dignità. L’entrare in campo con la mentalità e l’atteggiamento dei poveri ciechi che vanno a farsi la corsetta sulle basi non fa parte del mio modo di intendere lo sport: questo è baseball! Questo è un movimento che ha delle aspettative e vuole crescere. Se non si è disposti al sacrificio, nessuno viene trattenuto”.
La doccia gelata d’amor proprio rovesciata dallo skipper romano sugli atleti ha portato inevitabilmente ad attriti in squadra, sfociati nell’addio/arrivederci di diversi elementi. Pungolato sul tema, Corazza non si è nascosto: “Vero, si sono persi dei pezzi. Ma chi ha deciso di rimanere ha dato il cento per cento. Quest’anno ho finalmente visto un impegno incredibile da parte di tutti, giocatori e assistenti, tanto da rendere superfluo ed antipatico il tentativo di stilare scale di valori tra noi”.
Roma si presenta alla finale scudetto 2017 con la difesa meno perforata del campionato, errori ridotti all’osso, ancorata al giovane rookie terzabase Giorgio Napoli e all’interbase Federico Bassani, leader carismatici in campo come fuori. Significativa anche la crescita degli esterni Abidi, Mbengue e Leonardi, come del rookie romeno Florin Vintila. L’attacco è di tutto rispetto, guidato dall’esperienza verbosa di capitan Alfonso “Talpone” Somma, appoggiato dai veterani Peppe Checchi, Daniela Pierri, oltre che dai già citati Bassani, Vintila, Leonardi, Mbengue e dalla giovane Serena Reggi.
Ed ecco Malnate, la macchina schiacciasassi lombarda. Patrini che complessivamente hanno conquistato l’accesso a sei finali consecutive in altrettanti tornei giocati dall’ottobre 2015 (sconfitta al tie-break nell’appuntamento di fine stagione “Guglielmo Donai” contro Brescia). Bilancio di tre successi e due sconfitte, ma egemonia che pare rafforzarsi sulla concorrenza in virtù di una dedizione al lavoro e pianificazione di sforzi in funzione degli obiettivi, mentalità francamente assente nella concorrenza.
Varesini privi di punti deboli apparenti, impermeabili in difesa, ancorati alle prodezze di un Gaetano Casale da numeri impressionanti, sospinti da un attacco produttivo in ogni singolo elemento, spesso capace di surclassare gli avversari. I veterani Marco “Beauty” Case, Marchetto, Virgili, Burgio, come i più giovani Bossetti, Casale, Bernunzio e Okpara sono ormai icone sportive piuttosto note ai nostri aficionados, atleti che ogni fine settimana riaggiornano statistiche e record in AIBXC.
Anche skipper Chiesa sembra non preoccuparsi troppo della pressione che potrebbe pesare su mazze e guantoni dei suoi ragazzi: “Ci danno per favoriti? Bene! Cercheremo di rispettare il pronostico – dice a Baseball.it – Ricordo comunque che Roma è la squadra che ci ha messo più in difficoltà in questi due anni, spingendoci oltre i nostri limiti in tutte le gare giocate. Anche quest’anno, in intergirone, ci siamo imposti di misura, 1-0, ma la partita avrebbe potuto tranquillamente andare dalla loro parte”.
Chiesa si sofferma infine sul chiacchiericcio e il glamour intorno alle prodezze del “One-man-show” Casale, dietro a quel suo sorriso beffardo e sornione tipico di chi ha in tasca parecchi master in psicologia e scienze della comunicazione applicate al batti e corri: “I Patrini sono Casale? Gaetano fa tutto per noi, pentole e coperchi? Beh, dev’essere davvero un grande chef… 25 punti segnati in semifinale, 7 subiti. Fa tutto lui… Avete per caso dato un’occhiata ai box score”?
Pronostico secco? Inerzia, abitudine alle vertigini, numeri e approccio mentale strizzano l’occhio ai patrini di Chiesa, Gottardi e Virgili Senior. Appetito, voglia di stupire, criptonite tecnico-tattica e assi nella manica in corso d’opera sembrano invece ammiccare agli All Blinds romani. Una cosa è certa: sabato pomeriggio sarà autentico spettacolo al “Leoni”: accorrete in massa, altro che Vasco al Modena Park con le sue raucedini.

 

Informazioni su Matteo Briglia 180 Articoli
Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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