Le mie riflessioni sulla Coppa Campioni, e non solo

Al ritorno dalla Germania, una serie di pensieri e proposte tecniche per cercare di tornare a primeggiare in Europa a livello di club e di Nazionale. Un risultato raggiungibile solo grazie ad una profonda riforma dei campionati. E giocando di più

Sono tornato da pochi giorni dalla Germania per un raduno della nazionale tedesca a Bonn. L'occasione mi è stata utile per assistire alla Coppa dei Campioni, vinta in finale dal Nettunus di Rotterdam. Al Torneo c‘erano tre nostre squadre che a mio avviso hanno ben giocato e tentato di fare il massimo per aggiudicarsi la Coppa. Personalmente non ho visto molte differenze tra le squadre (anche se il Neptunus aveva più di un infortunato e ha giocato leggermente rimaneggiato). Le partite sono state sempre decise da episodi, mai una supremazia schiacciante. Bisogna però dire, per onestà intellettuale, che con lanciatori stranieri noi giochiamo sempre alla pari con le altre più importanti squadre europee. Si può discutere sulle strategie, ma quelle sono personali, se vanno bene sei bravo, se non vanno a buon fine sei un somaro.
Sono arrivate alla fase finale due squadre italiane e due olandesi. La terza squadra eliminata (il Rimini) si è trovata in uno scontro da dentro o fuori contro San Marino, nel peggiore dei modi e con la più brutta invenzione della storia del bBaseball: il tie-break. Dopo che per due volte ha avuto la possibilità di segnare ma per due volte con due grandi giocate difensive il San marino ha portato la squadra di Rimini ai supplementari. E ha poi vinto.
Ma veniamo ad alcune analisi tecniche. Personalmente come dicevo non ho visto tutta questa differenza tecnica. E non è vero che la differenza la fanno gli antillani (che a differenza nostra sono olandesi a tutti gli effetti). Il problema vero nasce quando andiamo ad analizzare ruolo per ruolo e scopriamo che noi per ricoprirne alcuni, o quantomeno per giocare alla pari, abbiamo bisogno di giocatori stranieri e questo non è cosa buona in vista dei prossimi Campionati Europei che varranno la qualificazione alle Olimpiadi di Tokio 2020.
Una ulteriore e semplice riflessione, senza fare il paragone con i miei tempi perché è sempre brutto e antipatico: dico da molto che bisogna iniziare daccapo con una riforma dei campionati e giocare di più. Non è possibile che nel massimo torneo nazionale ci siano 8 squadre e soltanto un interbase italiano, un paio di seconde basi e pochi giocatori. Chiaro che poi in in difficoltà si trova il selezionatore della Nazionale Italiana (manager). Perché o usiamo quelli o allora siamo costretti a trovare qualche oriundo, con la speranza di essere fortunati che sia bravo. Senza alcuna programmazione. Personalmente mi piacerebbe mettere una regola che obbligasse le squadre a schierare nell'asse centrale e cioè ricevitore, interbase, seconda base ed esterno centro giocatori ITALIANI, soltanto cosi e giocando di più daremo modo ai nostri giovani di esprimersi e di tornare a sperare di avere un posto in squadra e di divertirsi anche senza stare in panchina a guardare gli altri giocare.
Inoltre come più volte ribadito, dividerei il campionato d'Italia in 4 gironi (aspettando il Sud per poter essere in 5): Nord-Ovest, Nord-Est, Centro-Nord e Centro, con 6 o 8 squadre e 2 soli stranieri, tornando alla serie A, B, C e giocando 5 partite a settimana con inizio tra le 18 e le 19, dando la priorità alla territorialità e lasciando per il fine settimana le 2 partite con una distanza superiore ai 200 km ed inferiore ai 300.
Cosi facendo le società risparmierebbero moltissimi soldi, i ragazzi giocherebbero di più e tra 4-5 anni avremo anche un campionato di livello. Le prime 2 di ogni girone avrebbero accesso ai play-off che poi potrebbero essere con un girone all'italiana o ad eliminazione diretta, le altre (che gia hanno disputato 80 partite) potrebbero giocarsi la qualificazione alla Coppa Italia, per poi discutere sulla fase Finale…
E' un mio pensiero, ma nel giro di 5 anni ce la giocheremo con l'Olanda piena di antillani e la Spagna piena di centroamericani, dando cosi più varietà di scelta al manager della Nazionale. Nel baseball come nella vita, tutto e subito è impossibile da avere. Se vogliamo veramente il bene di questo sport, che sta morendo, bisogna fare una riflessione tutti insieme e non cotinuare a pensare a se stessi, perchè continuando cosi finiremo male, anzi malissimo. Non voglio pensare che questo sport muoia ma neanche continuare cosi, senza futuro e senza un minimo di programmazione, soltanto vivendo alla giornata, all'oggi senza domani.
Spero vivamente che si cambi rotta e che le nostre squadre, oltre che la nostra Nazionale, tornino a primeggiare in Europa.

 

Informazioni su Ruggero Bagialemani 6 Articoli
Ruggero Bagialemani è nato a Roma nel 1963. Inizia a giocare sin da bambino e si mette in luce già nelle giovanili. La sua carriera da giocatore è piena di successi, mentre l'ultima affermazione da allenatore è quella ottenuta l'anno scorso in Coppa Italia. E' alla guida della formazione verde-azzurra dal 2002 (con una interruzione nel 2009 e 2010, quando allenò il Grosseto) dopo aver vinto come giocatore 4 scudetti, 2 coppe dei campioni, 2 supercoppe europee, 2 coppe Italia e 3 coppe Ceb. Ha al suo attivo 14 "guanti d'oro", 10 come interbase e 4 da terza base. Bandiera per anni della Nazionale (convocato per ben 18 anni consecutivi, dall'82 al '98) con la quale ha vinto - unico in Italia - quattro campionati europei. Della formazione azzurra detiene ancora il record di presenze e battute valide, nell'89 è stato eletto miglior giocatore d'Europa e convocato con la All Star del resto del mondo nella partita disputata (e vinta) ad Atlanta nel '90. Di lui si ricorda anche la valida decisiva, agli extra inning, contro l'Australia a Grosseto, che portò l'Italia alla seminifale del Mondiale '98 e poi al quarto posto, miglior risultato di sempre mai raggiunto dagli azzurri. Vanta anche la partecipazione a 3 Olimpiadi, 7 campionati del Mondo e 5 coppe intercontinentali. Detiene ancora il record di battute valide (1.348) con il Nettuno, di cui è stato per 10 anni il capitano, vanta anche uno scudetto nei ranghi di dirigente nel 2001. Bagialemani detiene anche un singoolo primato: quello di 7 valide in un solo incontro (storico derby vinto dal Nettuno sull'Anzio per 44-0). Da quando guida la squadra laziale ha raggiunto quattro volte la finale scudetto, le ultime tre consecutive perse a gara-7.

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