MLB, pioggia di premi per celebrare la stagione 2016

Tante conferme (Mike Trout e Kris Bryant MVP) e alcune sorprese: come il mancato Cy Young Award della AL a Porcello invece che Verlander e il titolo di Manager of the Year della NL assegnato a Dave Roberts e non a Joe Maddon

L'assegnazione dei titoli di MVP (Most Valutable Player) chiude la pioggia di premi della stagione 2016 della Major League. Per la American League va al 25enne esterno degli Angels Mike Trout, mentre per la National League se lo aggiudica il terza base 24enne Kris Bryant, tra i protagonisti principali della vittoria del titolo dei Chicago Cubs. Mike Truot, che esordisce in MLB nel 2011 e da sempre indossa la casacca di Anaheim, si tratta del secondo titolo di MVP dopo quello del 2014. "The Melville meteor" ha collezionato finora 917 valide, 168 fuoricampo, 497 punti battuti a casa, 600 corse a punto e 143 basi rubate con una media battuta complessiva di .306. In cinque anni da "pro" si è tolto la soddisfazione di vincere il "Rookie of the Year" (2012), 5 "Silver Slugger Award" (2012-2016), ed altrettante selezioni all'All Star Game, l'"Hank Aaron Award" (2014), e di essere entrato nel "30-30 club" (2012), l'esclusiva lista di giocatori capaci di realizzare 30 fuoricampo ed altrettante basi rubate nella stessa stagione (per ora composta da soli 36 giocatori). Dietro di lui, distanziato di 45 punti, è arrivato l'esterno di Boston Mookie Betts, che comunque si consola con il "Silver Slugger" ed il "Gold Glove". Altro anno ricco di soddisfazioni per Kris Bryant che, oltre a conquistare le World Series con i suoi Cubs sbarazzando Chicago della maledizione della Capra, al suo secondo anno da "pro" con 65 fuoricampo, 201 punti battuti a casa e 21 basi rubate (.284 media battuta), si toglie lo sfizio di ricevere l'ambito MVP di National League. Il terza base ha distanziato di ben 245 punti Daniel Murphy arrivato secondo, ed ha avuto fino a qui una vera e propria esxcalation di successi. Nel 2013 vince il "College Player of the Year", nel 2014 passa nelle Minor Leagues ed è "Player of the Year", nel 2015 la sua prima stagione nelle Major gli consente di mettere le mani sul "Rookie of the Year" di National League, ed in questa stagione, oltre all'MVP ed al titolo di campione, si porta a casa anche l'"Hank Aaron Award" di NL. Ovviamente in queste prime due stagioni nella MLB sono arrivate altrettante convocazioni nell'All Star Game. Davvero niente male per un ragazzo di soli 24 anni e con una carriera ancora tutta da scrivere.
Una votazione che ha riportato un po' di pace nel mondo del "batti&corri" americano, dopo che le assegnazioni dei "Cy Young Award" avevano lasciato strascichi polemici. I premi per i migliori lanciatori della stagione sono andati al partente di Washington Max Scherzer per la Nationa League ed al collega di Boston Rick Porcello per la American League. Quest'ultima assegnazione ha scatenato un mezzo putiferio, in quanto molti si aspettavano che il riconoscimento fosse attribuito allo "starting pitcher" di Detroit Justin Verlander, arrivato secondo, leader nel ranking stagionale di strike-out, arrivato a sole cinque lunghezze da Porcello (anche se ha preso 14 voti in più da primo posto). Per il 27enne Rick Porcello (107-82, 4.20 media ERA, 993 strike-out dal 2009), che peraltro è stato compagno di squadra di Verlander a Detroit dal 2009 al 2014, si tratta del primo "Cy Young Award (il settimo per un partente dei Red Sox), ed arriva dopo le 22 vittorie conquistate in questa stagione (leader della AL). Anche il vincitore del "Cy Young" della National League è stato compagno di squadra di Verlander e Porcello, avendo giocato a Detroit dal 2010 al 2014 e questa è una cosa sulla quale i Tigers dovranno riflettere. Per Scherzer (125-69, 3.39 media battuta, 1881 strike-out dal 2008), si tratta del secondo titolo come miglior lanciatore dopo quello conquistato nel 2013 in American League. A differenza di quanto accaduto per Porcello, il consenso è stato quasi unanime (90 punti in più rispetto a Jon Lester, secondo classificato). Pur non essendo il leader nel ranking annuale della media ERA (che appartiene a Kyle Hendricks, arrivato terzo), il 32enne del Missouri è leader degli strike-out (284) e delle vittorie (20).
Qualche sorpresa c'è stata anche nell'assegnazione dei premi di "Manager of the Year". In American League il trofeo è stato consegnato nella mani di Terry Francona premiato per la splendida stagione dei suoi Cleveland Indians, mentre per la National League, contrariamente alle aspettative, è stato premiato l'esordiente Dave Roberts dei Los Angeles Dodgers, che ha lasciato a bocca asciutta il suo "maestro" ai tempi dei Rays Joe Maddon, manager che ha riportato i Cubs al titolo dopo 108 anni. Per Francona si tratta del secondo premio come manager di American League, dopo quello ricevuto nel 2013 sempre alla guida dei suoi Indians. Allora i "Tribe" arrivarono a sorpresa a chiudere la stagione con 92 vittorie che valsero la seconda piazza in Central Division ed il primo posto nella Wild Card, che poi persero contro i Tampa Bay Rays di Joe Maddon (0-4). Stavolta le 94 vittorie in stagione e la splendida cavalcata nelle post-season, con la splendida gestione del roster e soprattutto del bullpen, sono valse al 57enne del South Dakota la seconda soddisfazione personale anche se il titolo è sfuggito all'ultimo assalto avendo perso le World Series in gara7, ancora contro una squadra guidata da Joe Maddon. Curioso notare che negli anni in cui ha vinto l'anello con i Red Sox (2004 e 2007), non è riuscito a vincere il titolo come miglior manager della stagione (finito nella mani di Buck Showalter dei Rangers del 2004, e di Eric Wedge degli Indians nel 2007). Questo perché le votazioni avvengono a fine stagione regolare e quindi non risentono dell'andamento delle post-season. In National League le 103 vittorie dei Cubs (maggior numero di vittorie di tutta la MLB), hanno pesato meno delle 91 conquistate dai Dodgers visto che alla fine Joe Maddon non è riuscito a portarsi a casa il quarto trofeo da manager. Il 62enne della Pennsylvania e con origini italiane, aveva vinto il titolo nel 2008 e 2011 con i Rays e nel 2015 nel suo primo anno a Chicago, ma stavolta è rimasto a guardare. A mettere in evidenza il 44enne Dave Roberts le 91 vittorie al suo primo anno da manager ottenuto con un roster falcidiato dagli infortuni che, con enormi difficoltà è riuscito a trascinare in vetta alla West Division.
Ai Dodgers è arrivato anche il premio di "Rookie of the Year" di National League, assegnato all'interbase Corey Seager (.308 media battuta, 26 fuoricampo e 72 punti battuti a casa al suo secondo anno da pro). Il 22enne, che quest'anno ha vinto anche il "Silver Slugger Award", ha messo insieme ben 30 voti su 30 ed è il primo giocatore dei Dodgers a vincere il titolo di esordiente dell'anno dal 1996 (Todd Hollandsworth). In American League il titolo di "Rookie of the Year" spetta al lanciatore partente dei Detroit Tigers Micheal Fulmer (11-7, 3.06 media ERA, 132 strike-out in 26 gare da partente). Il 23enne destro, al suo primo anno di MLB, riporta il titolo di miglior esordiente dell'anno nella MoTown dopo 10 anni. Anche allora a vincere il titolo fu un giovane partente dei Tigers, un certo Justin Verlander. Dietro di lui il giovane catcher degli Yankees Gary Sanchez (-51 punti da Fulmer), del quale sicuramente sentiremo parlare. Partito nel roster ad inizio stagione, il 23enne domenicano venne presto inviato a farsi le ossa nella Minors. Richiamato per una gara in maggio (0 su 4 in battuta), venne rispedito in Milb per poi essere richiamato il 3 agosto. Da allora una serie infinita di soddisfazioni, tra le quali quella di essere diventato il primo giocatore nella storia della MLB a realizzare 11 fuoricampo e 31 valide nelle prime 23 partite in carriera. Alla fine chiuderà la stagione con 20 fuoricampo, 60 valide e 42 punti battuti a casa.
Chiudiamo il resoconto della pioggia di premi che ogni anno vengono assegnati nella MLB con la lista dei vincitori dei Gold Glove e dei Silver Slugger. Per i migliori difensori di National League il team è composto da Buster Posey (catcher, Giants), Anthony Rizzo (prima base, Cubs), Joe Panik (seconda base, Giants), Brandon Crawford (interbase, Giants), Nolan Arenado (terza base, Rockies), Starling Marte (esterno sinistro, Pirates), Ender Inciarte (esterno centro, Braves), Jason Heyward (esterno destro, Cubs), Zack Greinke (lanciatore, Diamondbacks). Per l'American League Salvador Perez (catcher, Royals), Mitch Moreland (prima base, Rangers), Ian Kinsler (seconda base, Tigers), Francisco Lindor (interbase, Indians), Adrian Beltre (terza base, Rangers), Brett Garner (esterno sinistro, Yankees), Kevin Kiermaier (esterno centro, Rays), Mookie Betts (esterno destro, Red Sox), Dallas Keuchel (lanciatore, Astros).
Per quel che concerne invece le migliori produzioni offensive in National League il premio è stato assegnato a Wilson Ramos (catcher, Nationals), Anthony Rizzo (prima base, Cubs), Daniel Murphy (seconda base, Nationals), Corey Seager (interbase, Dodgers), Nolan Arenado (terza base, Rockies), Charlie Blackmon (esterno, Rockies), Yoenis Cespedes (esterno, Mets), Christian Yelich (esterno, Marlins), Jake Arrieta (lanciatore, Cubs). In American League Salvador Perez (catcher, Royals), Miguel Cabrera (prima base, Tigers), Jose Altuve (seconda base, Astros), Xander Bogaerts (interbase, Red Sox), Josh Donaldson (terza base, Blue Jays), Mookie Betts (esterno, Red Sox), Mike Trout (esterno, Angels), Mark Trumbo (esterno, Orioles), David Ortiz (battitore designato, Red Sox).

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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