Sognando le College World Series, 64 in lizza per il titolo

Prende il via nel weekend la post-season del baseball NCAA aspettando la finale di Omaha. Grandi favorite sulla carta Texas A&M, Florida con Miami, Mississippi State, Clemson e Louisville (del forte terza base Blake Tiberi) possibili outsider

Con l'arrivo di giugno la stagione del baseball NCAA entra nel vivo con la disputa del torneo finale e l'assegnazione del titolo nazionale durante le College World Series in programma, come tradizione, ad Omaha nel Nebraska. Si parte questo week-end con 16 concentramenti (Regionals) composti da 4 squadre ciascuno le cui vincitrici sia affronteranno in 8 Super Regionals (mini serie al meglio delle 3 partite) da cui usciranno le partecipanti alle College World Series in calendario dal 18 al 29 giugno prossimi.
Non sono mancate, secondo consuetudine, alcune escluse eccellenti dal tabellone a 64 squadre di partenza. Prime fra tutte North Carolina e Oregon State, con quest'ultimi che hanno pagato a caro prezzo il serio infortunio al gomito che ha messo fine anzitempo alla stagione del loro miglior lanciatore, Drew Rasmussen, autore la scorsa stagione di un perfect game e partito alla grande anche in questo 2016. Delusione per Carmen Benedetti e la sua Michigan, superata nella Big Ten dalla grande stagione di Minnesota e Ohio State mentre ci sarà un cambiamento epocale a Texas, stagione deludente per la grande tradizione di questo programma, con l'addio del manager Augie Garrido (il più vincente nella storia del college baseball) che lascerà il dug out dei Longhorns dopo vent'anni.
Grande favorita appare Texas A&M che ha chiuso la stagione regolare al numero 1 del ranking nazionale vincendo nettamente il torneo della Southeastern conference battendo per 12-5 Florida e riprendendosi da un'inaspettata sconfitta per 6-5 nel secondo turno da parte della sempre pericolosa Vanderbilt, grazie ad un pinch-hit homer del freshman Walker Grisanti. Proprio i Gators di Florida potrebbero rappresentare l'antagonista principale dei texani soprattutto se la loro stella, il lanciatore Logan Shore, ritroverà lo smalto migliore dopo una prova brevissima (un solo inning lanciato) e deludente contro Texas A&M nella finale.
Subito alle spalle delle due grandi favorite un nutrito gruppo di accreditate rivali partendo da Mississippi State vittoriosa, per la prima volta dal 1989, con un record di 21 vinte e sole 9 perse nella stagione regolare della super competitiva Southeastern conference ma deludente nel torneo finale. Proseguiamo la nostra rassegna con Miami battuta all'ultimo inning dai rivali di sempre di Florida State nella semifinale della Atlantic Coast conference e con Louisville , dominatrice assoluta in stagione regolare con il terza base Blake Tiberi (.329 nel box e 45punti battuti a casa) e il closer Zach Burdi (10 salvezze per lui) in evidenza ma in grossa difficoltà nel torneo della medesima conference, sconfitta due volte in fila da Virginia e da Clemson, quest'ultima possibile mina vagante in vista delle College World Series. Clemson punta sulla forma smagliante dei suoi battitori (il ricevitore Chris Okey e l'esterno Seth Beer su tutti) che nelle ultime uscite tutte vittoriose hanno regalato ai Tigers il titolo proprio della Atlantic Coast Conference e la possibilità di ospitare sul diamante di casa uno dei 16 Regionals.
Fra le possibili sorprese, oltre ai campioni in carica di Virginia a caccia di un bis che entrerebbe di diritto nella storia, segnaliamo Mississippi, la giovanissima ma pericolosa Vanderbilt, le due texane Texas Tech e Tcu (forse finalmente pronte per mantenere le attese della vigilia) e perché no due rappresentanti della Pacific 12 Conference come Washington e soprattutto Utah, capace di vincere il suo primo titolo della stessa conference nonostante un record complessivo negativo (25 vittorie e 27 sconfitte) sospinta dall'interbase Cody Scaggari (.328 di media battuta ) e dal lanciatore partente Josh Lapiana (vittorioso nell'ultima decisiva partita di stagione regolare).
Da segnalare la prima partecipazione al torneo finale per Fairfield, St Mary's, Alabama State e Utah Valley, vincitrice della Western Athletic Conference.
Una certezza è ormai rappresentata da Bryant, piccolo college appartenente alla Northeast conference, alla sua terza presenza negli ultimi 4 anni e fra le migliori 64 squadre a livello universitario con il record assoluto di vittorie stagionali nella NCAA (47) e trascinata da un buon gruppo di giocatori di chiare origini italiane. Come il seconda base Cole Fabio (.287 nel box con 38 rbi), l'esterno centro Nick Angelini (.356 di media battuta) e soprattutto il bomber Matt Albanese (11 fuoricampo e 52 rbi con un .366 nel box ). Altra storica "colonia italiana" è senza dubbio quella di Connecticut, vincitrice della American Athletic Conference grazie alle prestazioni dell'interbase Bryan Daniello (.291 di media battuta con 38 rbi) e del closer Patrick Ruotolo (2 vittorie ed una sconfitta con 11 salvezze per lui in stagione).
Chiudiamo segnalando i raggruppamenti (Regionals) sulla carta più equilibrati e incerti fra i quali troviamo senz'altro quello che andrà in scena a Oxford nel Mississippi con i Rebels padroni di casa che dovranno difendersi dagli attacchi di Utah e Tulane. Discorso simile per Vanderbilt che ospiterà a Nashville nel Tennessee due rivali pericolose come Washington e California Santa Barbara. Equilibrio anche a Clemson nel South Carolina dove i Tigers troveranno sulla loro strada Oklahoma State e Nebraska.

Informazioni su Andrea Palmia 149 Articoli
Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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