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Dalla presa in foul di Gigi Carrozza su Roberto De Franceschi dell'11 ottobre 2006 a quella di Peppe Mazzanti su Alessandro Vaglio dell'8 settembre 2015. I due fotogrammi degli ultimi trionfi del Baseball Rimini. In mezzo sono trascorsi 9 anni, alcuni dei quali, specialmente in date assai recenti, costellati da grosse delusioni. Anche per questo il tricolore numero 12 della storia dei Pirati è stato accolto da un'esplosione di felicità che per una volta ha inondato il Marecchia e dintorni. Difficile fare paragoni con quello scudetto, parliamo del 2006, che per 9 lunghi anni non ne aveva voluto sapere di passare le consegne nella bacheca neroarancione. Quella squadra si trasformò da brutto anatroccolo in autentico cigno, annichilendo Bologna e soprattutto Grosseto in finale. Questa in verità di valori ne aveva eccome, solo che sulla carta parevano non abbastanza per superare una corazzata come la Fortitudo. Invece la magia dei playoff, intesi stavolta come finale scudetto, ha colpito ancora e per il numero 1 dei presidenti è arrivato il 12° titolo di un'era senza pari.
"Sono molto contento di come sono andate le cose – afferma un emozionato Rino Zangheri dopo il trionfo della sua squadra – e devo proprio dire che sono stati tutti molto bravi. Questo era davvero un grande gruppo dove tutti avevano voglia di lottare e non di non mollare. Ho perso cinque anni di vita in questa finale ma va bene così…". Un elogio particolare ovviamente per Orlando Munoz. Il "Pepita" ha fatto subito centro al primo anno alla guida dei Pirati: "Ha portato grande entusiasmo fin da subito ma anche un grande spirito di collaborazione. Ragiona molto bene e soprattutto voleva vincere. E questa voglia l'ha trasmessa a tutti".
Battuto in finale in maniera clamorosa un avversario di eccezionale valore come la Fortitudo Bologna ma per arrivare all'ultimo atto c'è voluto prima un altro grande risultato (anche allora quasi inimmaginabile dopo la doppia sconfitta di Padova) quasi a esorcizzare un'altra grande contendente (la T&A) che negli ultimi anni era diventata un incubo per Rimini: "E' stato proprio dalle tre prestazioni contro San Marino nel turno decisivo dei playoff che ho capito che se avessimo continuato a giocare così, non ci avrebbe fermato più nessuno. Poi le ultime tre partite di playoff contro Bologna non contavano niente ma in quelle che contavano abbiamo dimostrato di esserci eccome. Dico di più. Sono sicuro che con la squadra al completo avremmo vinto anche l'anno scorso. Quest'anno mi è sembrato di vedere nel Bologna, il Rimini di un anno fa: una squadra che non riusciva a reagire alle difficoltà".
Certo però che rifilare un 4-0 a cotanto avversario, non era un evento minimamente prevedibile: "Io pensavo di vincere sì, ma non così. Esserci riusciti di fronte a una squadra così forte è come aver battuto un record". I riminesi che toccano valide decisive rendendo infuocato il famoso "turno basso" tanto caro a Munoz, gli stranieri sempre ad alti livelli e un monte di granito. Tante le componenti del successo: "Tutta la squadra è stata eccezionale, tutti i giocatori hanno mostrato lo spirito giusto con grande volontà di fare bene e soprattutto di vincere, quello che voglio vedere io".
Dopo 9 anni è uno scudetto da gustare fino in fondo. Logico che Zangheri al momento sorvoli sulla classica domanda: "E ora squadra che vince non si cambia?". "Godiamoci questo scudetto. Per il futuro tutto può succedere ma adesso non ci penso nemmeno per un minuto".
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