Joey DeNato, il "piccolo grande uomo dei record"

Non è un gigante ma sul monte è una forza della natura: asso della rotazione di Indiana University sta demolendo ogni record portando i compagni in vetta alla Big 10 Conference e al Ranking NCAA. Obiettivo: tornare alle College World Series

Jun 8, 2013; Tallahassee, FL, USA; Indiana Hoosiers pitcher Joey DeNato (23) pitches against the Florida State Seminoles during the Tallahassee super regional of the 2013 NCAA baseball tournament at Dick Howser Stadium. Mandatory Credit: Melina Vastola-USA TODAY Sports

La carriera di Joey DeNato, lanciatore mancino californiano al suo ultimo anno con la casacca degli Hoosiers di Indiana University, è sempre stata caratterizzata dalla sua capacità di sorprendere tutti "dall'alto" del suo metro e 77 centimetri. Nessuno, nemmeno il suo allenatore Matt Chess alla Torrey Pines High School di San Diego si aspettava che diventasse il lanciatore più vincente nella storia delle scuole superiori della California del sud così come del programma di baseball all'università dell'Indiana. Nemmeno ci si aspettava che conquistasse il ruolo di partente a livello di Division I NCAA. Finita l'high-school i college non avevano mostrato attenzione per Joey che però non si è mai perso d'animo e quando finalmente è arrivato l'interessamento da parte del coach Tracy Smith degli Hoosiers, colpito in particolare dalla grinta e dalla voglia di vincere di questo giovane pitcher mancino, ha accettato la borsa di studio senza esitazione trasferendosi miglia e miglia lontano dalla sua California e dal suo piacevole clima.
Molto buone le cifre delle sue prime due stagioni con la casacca di Indiana: 7 vinte e 3 perse in entrambe le annate con una media punti guadagnati lui intorno al 3. E' stato però il 2013 quello della definitiva esplosione sulla scena NCAA con statistiche di grande valore (10 vinte e 2 perse con una media pgl di 2.52) e con la gemma della straordinaria prestazione nella vittoria su Louisville alle College World Series di Omaha nel Nebraska. Partita completa e shut-out con cifre da capogiro: 136 lanci in 9 innings, 4 sole valide concesse, 3 basi ball e 8 strike-out.
Nonostante tutto DeNato non è stato scelto nel MLB Draft dello scorso giugno, sorte toccata a 3 suoi compagni di squadra. Non tutto viene per nuocere avrà pensato coach Smith che lo ha disponibile in questo 2014 dove Joey finora è andato alla grande demolendo ogni record di Indiana per un lanciatore (fra i quali segnaliamo le 35 vittorie in carriera) e totalizzando alla fine della regular season cifre eccezionali: in 14 partenze, 11 vittorie (secondo in tutta la NCAA in questa categoria) e solo 1 persa, 1.83 di media pgl in 93.2 inning lanciati con 68 strike-out e soprattutto un micidiale movimento di pick-off che miete vittime a tutto spiano (13 finora in questo 2014).
Indiana ha vinto in scioltezza il titolo della stagione regolare nella "Big 10 Conference" con un record di 21 vinte e sole 3 perse (38-13 quello complessivo) risalendo passo dopo passo nel ranking NCAA dove occupa ora la posizione numero 8 quando siamo arrivati alla settimana che vedrà la disputa dei tornei delle varie conference.
DeNato, che sogna di giocare a livello professionistico, non ha come punto di forza la fastball (che arriva a sfiorare le 90 miglia) ma preferisce puntare su un mix di lanci ad effetto (breaking ball e cambio di velocità in primis) che mettono in grande difficoltà i battitori avversari. Durante i suoi anni ad Indiana ha lavorato molto sulla trasformazione da rilievo a primo partente della rotazione degli Hoosiers con una tenuta fisica sufficiente a superare i 100 lanci a partita.

Informazioni su Andrea Palmia 159 Articoli
Andrea Palmia è nato a Bologna il 4 aprile 1968 e vive nel capoluogo emiliano con la moglie Aurora e la figlia Lucia di due anni. Laureato in Pedagogia con una tesi sperimentale sui gruppi ultras, lavora dal 1995 come educatore professionale con utenti disabili mentali e fisici. Appassionato di sport in genere ed in particolare di quelli americani, ha sempre avuto come sogno nel cassetto quello di fare il giornalista sportivo. Dal baseball giocato nel cortile del condominio con una mazza scolorita alle partite allo stadio Gianni Falchi con i fuoricampo di Roberto Bianchi e Pete Rovezzi, il passo è stato breve. Fortitudino nel DNA, nutre una passione irrazionale per i "perdenti" o meglio per le storie sportive "tormentate" fatte di pochi alti e di molti bassi.

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