La Danesi parte col piede sbagliato

Contro il Barcellona, nella prova d'esordio nel girone di qualificazione di Rotterdam, il Nettuno spreca tanto per poi crollare nel finale. Ed il passivo di 11 a 2 rischia di essere scomodo in prospettiva futura

Tante occasioni sprecate quando si era ancora in partita, e poi il crollo finale per la Danesi Nettuno, impegnata nel girone di qualificazione dell'European Cup. La sconfitta contro il Barcellona, anche per le dimensioni del punteggio (11-2) rischia di essere scomodissima per la differenza punti in caso di arrivo a pari merito.

In vista della prima di Coppa, il manager Bagialemani attuava qualche modifica rispetto alla formazione schierata nell'ultimo trittico al Gianni Falchi. Lasciava in panchina Mercuri con Caradonna in seconda, Montecchi all'esterno destro, Sparagna dietro al piatto e Leo Mazzanti designato. Affidando la palla, come previsto, al super veterano Masin.

Il mancino nettunese, dopo le prime sette eliminazioni consecutive, subiva il primo punto dopo una base, un errore della difesa su colto rubando e singolo risolutivo del lead off catalano, l'esterno centro Cepin. Al quarto gli spagnoli passavano ancora. Due tripli consecutivi di Golindano e Angulo e una volata di sacrifico valevano il 3 a 0. La partita di Masin terminava al quinto, quando la ripresa si apriva con due doppi di fila di Jimenez e Garcia, una rimbalzante e una base a Golindano. D'Amico, appena entrato, subiva il singolo interno di Angulo per il quinto punto.

E il Nettuno? Contro Jose Hernandez, lanciatore da 8 vittorie e una sconfitta in 10 partenze, 2,19 di pgl e 86 strike out in 74 riprese nella lega spagnola, la Danesi riusciva a sbloccarsi inizialmente al quarto, quando sotto per 3-0 apriva la ripresa un doppio di Bergolla spinto a casa da una rimbalzante di Imperiali non del tutto indolore, visto che arrivava con basi cariche e zero fuori e dava vita ad un doppio gioco. E segnava ancora al sesto il punto del provvisorio 5 a 2, ancora con Bergolla spinto a casa dal singolo di Leo Mazzanti. Ma con zero fuori e uomini in prima e seconda Imperiali toccava ancora una volta in doppio gioco, e il successivo foul di Sparagna raccolto al volo lasciava "morire" il designato nettunese in terza.

Al settimo, nonostante le tre valide, la Danesi non riusciva a concretizzare. Grimaudo, subentrato a Montecchi, si rendeva autore di un singolo interno, seguito dall'altra valida di Caradonna. Dopo lo strike out su Ambrosino, Hernandez concedeva un altro singolo interno a Retrosi, ma né Bergolla (pop in foul) né Peppe Mazzanti riuscivano a spingere i corridori a punto. Segno evidente che per il Nettuno era proprio giornata no. Nella prima parte dell'ottava il Barca allungava ancora: doppio di Riera, singolo di Roman e volata di sacrificio di Varela per il 6 a 2, parziale che poteva peggiorare se D'Amico, con due in base, non avesse polverizzato Garcia in tre lanci. Al cambio campo altra occasione sprecata, con due in base e uno fuori Grimaudo veniva lasciato al piatto dal sempre più sorprendente Hernandez, di gran lunga il migliore elemento del bullpen catalano, che relegava poi Caradonna ad un'innocua rimbalzante in terza.

Il crollo definitivo al nono. Sostituito D'Amico con Andreozzi, la Danesi subiva qualcosa come altre 6 valide, al quale andavano aggiunti anche due errori difensivi per un totale di cinque punti. Il conclusivo 11 a 2 è un risultato pesante, anche pensando alla differenza punti. Battere il Neptunus nel delicatissimo match di sabato sera potrebbe addirittura non bastare… I catalani non saranno dominanti e blasonati come i "colleghi di polisportiva" del calcio, ma se fanno il loro contro le altre del girone nelle prossime partite, hanno buonissime chance di passare il turno.

"C'è poco da dire, sinceramente – ha commentato il manager Ruggero Bagialemaniquando si perde 11 a 2 non c'è nemmeno da cercare cosa non ha funzionato. Non ha funzionato nulla, la verità è questa. Non serve portare la maglia con scritto Nettuno per essere forti. Occorre dimostrarlo ogni volta. In questa Coppa, adesso, non possiamo più permetterci passi falsi e vincerle tutte".

Informazioni su Mauro Cugola 546 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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