Nasce in Baviera l'idea di un Europeo per ciechi

Conclusa a Freising la "Mole Cup" con un obiettivo ambizioso da raggiungere: l'organizzazione di un campionato continentale a squadre giocato da ciechi, possibile catalizzatore di un ritorno del baseball ai Giochi olimpici

Un successo strepitoso, al di là di ogni più rosea aspettativa, per la "Mole Cup" (letteralmente "Coppa della Talpa"), il primo torneo internazionale di baseball giocato da ciechi, andato in scena lo scorso weekend sul diamante di Freising, la cittadina a circa 30 chilometri a nord di Monaco di Baviera.
Entusiasmo, determinazione, voglia di crescere: sono stati questi gli elementi di un cocktail d'euforia che ha inebriato ed unito Italia, Francia e Germania.
Non è stato il fascino del batti e corri nostrano ad incantare Freising. L'immenso sforzo organizzativo e promozionale profuso da oltre un anno da Lorenzo De Regny, consigliere dell'Associazione Italiana baseball per Ciechi, coadiuvato dallo staff tecnico dei Milano Thunder's 5 e dei Lampi (le due formazioni meneghine che militano nel nostro campionato) e da manager provenienti da Ravenna, Bologna e Roma, ha prodotto i primi significativi risultati: anche gli atleti tedeschi e francesi hanno potuto infatti sentire i brividi e provare le emozioni di cui si alimenta quotidianamente il batti e corri giocato dai non vedenti.
La grande curiosità unita all'entusiasmo e alla volontà nel voler apprendere i fondamentali del nostro gioco (mostrate da giocatori e manager stranieri) assieme all'enorme disponibilità, umana prima che tecnica, dei coach italiani hanno permesso a bavaresi e parigini di compiere un salto di qualità importante sul piano della competitività e della conoscenza del gioco: Bandits de Nogent e Bavarian Bats si sono infatti battuti da leoni contro i più esperti giocatori italiani, palesando miglioramenti tangibili che regalano linfa vitale e speranze concrete al movimento, il cui obiettivo principale a medio termine resta l'organizzazione di un campionato europeo a squadre giocato da ciechi, possibile catalizzatore di un ritorno del baseball all'interno delle discipline olimpiche.
Per la cronaca, la vittoria finale è andata ai Tornados di Milano che hanno battuto nel match decisivo gli Italian Ambassadors per 2-0. Va comunque ricordato e sottolineato l'impegno dei rappresentanti dell'AIBXC, con in testa il "commissioner" Stefano Malaguti, il tour de force affrontato nella due giorni bavarese dagli arbitri presenti, l'esplosione di gioia dei francesi al primo tuffo in difesa seguito dalla prima eliminazione "europea" messa a segno dai Bandits, piuttosto che la festa inscenata nei pressi del monte dai tedeschi Bavarian Bats dopo la valida di un loro atleta che ha chiuso agli extrainning la finale per il terzo posto con i Nogent Bandits (1-0 il risultato).
Sono questi i momenti da immortalare, legati alle emozioni che hanno reso la "Maulwurf Cup" un'esperienza indimenticabile, autentico trampolino di lancio per un movimento impegnato concretamente a far conoscere oltreconfine il baseball giocato da ciechi. Un bacino prezioso d'energia, un diamante di rara bellezza e luminosità, cesellato nel tempo dall'incredibile umanità e lungimiranza di Alfredo Meli, grande vecchio padre, uno di quei personaggi per cui l'interminabile nastro rosso teso ai bordi del cielo da ciascuno (Ribbon in the Sky) si colorava quotidianamente di quel suggerimento che ha reso tutto questo possibile: "The sky's the limit".

Informazioni su Matteo Briglia 180 Articoli
Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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