
Sul banco degli imputati nel match del Nino Cavalli, il monte della T&A si è preso una corposa rivincita guidando di fatto i Titani a una doppietta pesantissima in chiave finale scudetto (5-1, 6-1). Appena dieci valide concesse nelle due partite sul diamante di Serravalle a un line-up sempre pungente e pericoloso come quello del Cariparma, la dicono lunga sulla tenuta dei pitcher di Bindi. Parliamo ovviamente dei due partenti Granados e Da Silva, che il manager sammarinese ha tenuto in pedana il più a lungo possibile (complete game per l'italo-brasiliano in gara2) ricavandone il massimo. Il mancino di passaporto spagnolo ha dimostrato che la fantastica no-hit con il Nettuno non era frutto del caso. Cinque riprese soffrendo di fatto solo la mazza di Medina, non a caso il re della media battuta in regular-season, e poi qualche ball in più rispetto al solito. Ma il Cariparma ci ha capito poco e non è che le cose siano migliorate con l'ingresso di Palanzo, il cui rilievo ha spazzato via dubbi e paure sulla criticata consistenza del bull-pen della T&A. Da Silva ha lanciato ai suoi livelli in gara3 e per la squadra di Gerali c'è stato solo lo spazio di una breve illusione con il solo-homer di Scalera che al 5° aveva aperto il risultato. Ma Corradini alla distanza ha ceduto così come Burlea la sera prima non era di fatto mai entrato in partita. Il box di San Marino si è confermato per quello che è, una macchina da valide (23 nelle due gare del week-end) in grado di dare una svolta alla partita in qualunque momento. E così la T&A si guadagna la pole position in vista dello sprint finale: 4 vittorie in classifica contro il 3-3 di Parma e Bologna. Deciderà tutto l'ultimo turno in cui i Titani non possono però permettersi distrazioni contro l'Unipol mentre il Cariparma deve puntare a fare il massimo contro un Nettuno che ci crede ancora.
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