"The Natural". Strike Three: il tempo e il male

Ultime considerazioni sull'opera di Bernard Malamud (nota in Italia come "Il migliore"): il baseball come parabola della società americana degli anni '50, ma oggi delle nostre aspirazioni e pulsioni più profonde

Le narrazioni sul baseball insistono spesso sul carattere atemporale del gioco. Senza un limite di tempo, la partita si snoda lungo un percorso di gesti ripetuti, di cicli che si aprono e si chiudono e che inesorabilmente si succedono gli uni agli altri come in un rituale: tre strike, quattro ball, tre out, e così via sino al completamento dei nove inning. Nel folklore americano il baseball affonda le proprie radici nel mondo agricolo regolato dai cicli delle stagioni e legato al mito dell'eterno ritorno, a uno stato di perfezione che può essere perpetuato per l'appunto nello spazio senza tempo del diamante. Nel gioco lo scorrere del tempo è messo tra parentesi, e gli uomini sono intenti a costruire un mondo magico, quello della partita, separato dalla realtà, sospeso in una dimensione fatta di corse e lanci, numeri e geometrie.
Sono aspetti essenziali del baseball che Malamud comprese perfettamente e che in "The Natural" (Il migliore) fuse con altri due temi centrali nella costruzione del romanzo: il contrasto campagna/città e il mito dell'eterna giovinezza.
Roy Hobbs, il protagonista, proviene dal mondo agricolo. Quando, all'inizio del libro, con 19 anni tenta per la prima volta il salto al professionismo, Roy è il ragazzo dei campi che crede innocentemente nella purezza del gioco, una forza della natura, un fenomeno ancora incontaminato che è espressione di una civiltà rurale e arcaica che non conosce i pericoli e la corruzione della città. Non sa che nello spazio urbano vivono esseri che cercano esclusivamente il proprio interesse, persone per le quali il baseball non è un fine, ma un mezzo per arrivare ad altro. Roy incontra per la prima volta il male nella figura di una donna, la psicopata Harriet Bird che "colleziona" e uccide campioni sportivi. La bella Harriet seduce Roy per poi sparargli con una pistola. Il ragazzo sopravvive, ma l'incidente lo terrà lontano dai campi da gioco per quindici anni.
Eppure il baseball, il gioco atemporale, offre sempre agli uomini un altro turno di battuta, un nuovo inning da giocare, una seconda possibilità nella vita. Ed ecco Roy con 34 anni presentarsi al campo dei New York Knights per salire di nuovo sul treno del professionismo. Per lui è come se il tempo non fosse mai passato: non ha perso né tecnica né forza, e tutto sembra andare per il meglio. Grazie all'apporto del suo "campione venuto dal nulla" la squadra risale la classifica e veleggia sicura verso la conquista del pennant.
Ma per Roy, l'eterno ragazzo, l'illusione dell'atemporalità implica una fuga dalla realtà, la rinuncia a crescere, a maturare. Di nuovo, si lascia sedurre da una donna "malvagia" (la torbida Memo Paris, che lo trascinerà nel baratro delle scommesse illegali), mentre respinge l'amore di Iris Lemon, la tifosa che lo ha incoraggiato nei momenti più difficili delle partite, la donna avvenente ma non più giovanissima portatrice di una storia tragica, la coetanea di Roy che è già vedova, madre e persino nonna. Roy fugge proprio da ciò che Iris rappresenta: il passare del tempo, la vita e la morte, l'accettazione della fragilità della condizione umana. Perché il baseball può portare all'immortalità. "If you leave all those records that nobody else can beat- they'll always remember you. You sorta never die". "Se stabilisci tutti quei record che nessuno può battere – ti ricorderanno per sempre, è come se non morissi mai", dice Roy con convinzione a Iris nel loro primo incontro. E quando lei gli chiede a bruciapelo: "Hai paura della morte?", lui fa finta di non capire e risponde innervosito: "Che c'entra ora la morte?"
Ma il male è in agguato, e lo stesso gioco finirà per restarne contaminato. Manca solo una partita alla fine del campionato e i NY Knights sono a un passo dal trionfo. Il tenebroso Giudice Barren, il coproprietario della squadra che aveva ripetutamente negato a Roy un aumento di stipendio, ha scommesso sulla sconfitta. Ora gli offre una somma enorme per perdere l'ultimo incontro e Roy, spinto dall'infida Memo, accetta. Nel corso della partita succede di tutto. I Knights stanno perdendo e Roy spedisce un foul ball fra il pubblico che colpisce Iris. Quando Roy accorre sugli spalti per aiutarla, la donna gli dice di essere incinta di lui e lo incoraggia a tener duro e combattere fino alla fine. Deciso a rimangiarsi l'accordo con il Giudice, Roy torna in campo ma ormai è tardi: Wonderboy, la mazza magica, si è spezzata e lui, all'ultimo turno di battuta, finisce al piatto.
Dietro il finale del romanzo c'è indubbiamente il ricordo del cosiddetto "scandalo dei Black Sox" delle World Series del 1919, quando otto giocatori dei Chicago White Sox, pagati dagli scommettitori, giocarono per perdere, un episodio che significò per molti tifosi la fine del mito della "purezza" del gioco, una storia ricostruita nel 1963 nel libro "Eight Men Out" di Eliot Asinof e immortalata nell'omonimo film del 1988 che riemerge costantemente nella memoria collettiva e nei romanzi sul baseball. Tuttavia in "The Natural" Malamud riuscì a sublimare il dato autentico in un romanzo che non parlava solo di baseball, ma anche dell'ipocrisia e della corruzione di una società come quella americana degli anni Cinquanta che, sotto la maschera sorridente di un paese prospero, annidava al proprio interno i tarli che stavano rodendo i miti delle origini e la stessa filosofia dell'American way of life. Ma forse per il lettore di oggi, "The Natural" è soprattutto una splendida parabola delle nostre aspirazioni e pulsioni più profonde, dei miti della nostra gioventù, della perdita della nostra innocenza, del rimpianto per un mondo antico e perfetto che sappiamo che non ritroveremo mai più.

Informazioni su Luigi Giuliani 102 Articoli
Un vita spezzata in tre: venticinque anni a Roma (lanciatore e ricevitore in serie C), venticinque anni in Spagna (con il Sant Andreu, il Barcelona e il Sabadell, squadra di cui è stato anche tecnico, e come docente di Letteratura Comparata presso le università Autónoma de Barcelona e Extremadura), per approdare poi in terra umbra (come professore associato di Letteratura Spagnola presso l'Università di Perugia). Due grandi passioni: il baseball e la letteratura (se avesse scelto il calcio e l'odontoiatria adesso sarebbe ricco, ma è molto meglio così...).

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