Fochi racconta il "modello Parma"

Intervista al giemme del Cariparma, che parla di progetti, programmazione, franchigia e Rodney Medina. E stuzzica Camilo: "Un giorno mi ha detto che il Nettuno gli offriva molti più soldi, gli ho risposto: vai pure. Io non faccio le aste"

Prova dida

Sono le squadre del giorno, Cariparma e Danesi Nettuno, che si fronteggiano da stasera (diretta televisiva alle ore 21 su Rai Sport 1) a sabato nello stadio "Steno Borghese" della cittadina laziale. Sono le squadre del momento. Il Cariparma per essere riuscita nello scorso week end di IBL a vincere la serie contro la capolista San Marino (performance che – in tutta la regular season – è riuscita soltanto ai parmigiani di manager Gerali), la Danesi Nettuno per le due importantissime vittorie realizzate a Rimini che praticamente danno agli uomini di Bagialemani la certezza di partecipare ai playoff.

Al Nettuno e a quel suo caratteristico spirito da battaglia (che certi finti moralisti in questi giorni hanno – scioccamente o volutamente – scambiato per inciviltà…) ho già dedicato ampio spazio nella consueta rubrica dell'analisi alle vicende della IBL1. Mi è sembrato giusto farlo: perché questo territorio vive il baseball con una passionalità "unica", e perché il Nettuno arriva nei playoff con un roster nel quale trovano posto (qualcuno come titolare, altri da rookie) 10 interessanti "prospetti" italianissimi, ragazzi dai 16 ai 23 anni, tutti nettunesi. I quali trovano per compagni di viaggio "veterani" che sono un modello sotto l'aspetto della prsonalità, dell'orgoglio: ad esempio Kelli Ramos, Kris Wilson, Massimiliano Masin. E' un Nettuno che produce un baseball sempre fatto di intensità, e che usa (forse più di altre squadre) la strategia del "batti e corri".

Ma oggi voglio parlare del Cariparma. Con il necessario rispetto che il Club campione d'Italia merita. Viene da un 2010 vincente. E in questo 2011 il Club parmense sta confermando la buonissima mentalità, l'organizzazione, la professionalità, la coerenza che fanno di Parma un punto di riferimento a livello internazionale. Manager Gilberto Gerali e il suo staff hanno dovuto rinunciare, dopo pochissime partite, a Jesus Silva. Affrontando praticamente l'intera stagione senza un lanciatore straniero, anzi… senza il loro unico lanciatore straniero. Nessun dramma. Il Cariparma non s'è lasciato sorprendere. Una lucida organizzazione ha permesso al club di risolvere il problema valorizzando al meglio le risorse interne. Parma in questo periodo è la squadra più in forma, quella che esprime il miglior baseball della IBL. Viene da 9 vittorie nelle ultime 10 gare. Le basta vincere una partita (delle sei che restano) per avere la certezza matematica d'essere nei playoff, ma… in pratica c'è già. Il suo terzo posto è da considerare intoccabile. Ed è un gruppo in crescita. Ha scavalcato il San Marino nella graduatoria della media-battuta, e Rodney Medina è il leader dei battitori con 383 di average.

Sulle caratteristiche del Cariparma, e sulla "linea" che la Società sta portando avanti, mi è parso giusto coinvolgere un personaggio carismatico come Massimo "Max" Fochi. General manager del Club, nonché campione leggendario del Parma da metà anni '80 fino ai primi anni Duemila sotto l'insegna World Vision e Cariparma. Una carriera lunga vent'anni, quella di Fochi-giocatore, gonfia di gloria, 1058 battute valide in 1015 partite di campionato (con 304 di average) ma anche 75 partite vinte sul monte e 27 salvezze, senza ovviamente dimenticare un eccellente 955 di percentuale difensiva in carriera interpretando magistralmente i ruoli di seconda base, interbase, terza base. Uno dei giocatori italiani più completi di tutti i tempi. Vincitore con la casacca del Baseball Parma di cinque scudetti e otto Coppe dei Campioni. E 93 volte in maglia azzurra.

L'analisi, con Fochi, di questa regular season del Cariparma parte dal momento della rinuncia a Jesus Silva. Era maggio. La spalla del pitcher venezuelano non si metteva a posto. Restare orfani dell'unico pitcher straniero poteva essere un duro contraccolpo per le ambizioni del team di Parma. Invece… "Invece – racconta Fochi – è successo che, nel momento di difficoltà, è uscita la forza del gruppo. Una risorsa importante, e credo che questa sia la grande differenza di questa squadra rispetto ad anni fa. E' un gruppo che riesce a compattarsi ancor di più nei momenti delicati o difficili. Questione di mentalità. L'avevamo già fatto vedere nella stagione scorsa: ad esempio quando ci trovammo a fare a meno per due mesi di un battitore importante e forte esterno-centro come Leo Zileri, e ancor più significativa la reazione orgogliosa di tutti nella serie finale per lo scudetto dopo esserci trovati spalle al muro, sotto 0-2. Parma aspettava da ben 13 anni di tornare a lottare per il titolo, e dopo tanta attesa… quell'impatto dolorosissimo – con due sconfitte casalinghe – sembrava una maledizione. Lì è venuta fuori, forte, intensa, tutta la solidità mentale del nostro gruppo. Capace di andare a rimontare al "Gianni Falchi" di Bologna".

Organizzazione e mentalità sono due risorse che molto spesso hanno accompagnato il cammino del Parma Baseball. Altrimenti non avrebbe quel palmares straordinario che tutti invidiano alla Società parmense: 10 titoli di campione d'Italia e soprattutto 13 volte sul tetto d'Europa! E' doppiamente affascinante la sfida di questo week end allo "Steno Borghese", perché si confrontano non soltanto le due squadre attualmente più in forma e più in salute, ma anche i due Club italiani più prestigiosi per numero di successi conquistati nella loro storia. Ricordiamo che il Nettuno ha vinto 17 Tricolori (considerando il Torneo d'Oro del 1958) e 5 Coppe dei Campioni. Parma – come già accennato – risponde con una bacheca che propone 13 titoli europei e 10 scudetti.

Nettuno e Parma, inoltre, hanno in comune la "cultura" del baseball. Per sentimento, amore, passione. Per il coinvolgimento del territorio. Per la profonda conoscenza del gioco. Magari sono due mondi distanti. Due modi diversi di interpretare il baseball (più passionale e istintivo quello nettunese, più razionale quello dell'aristocratica città di Parma), però in comune c'è la gioia di fare questo sport. E la capacità di apprezzarne la tecnica, la strategia, l'arte. A Parma e a Nettuno "respiri" baseball.

Quando si parla di un sistema, di una organizzazione, di una scuola di baseball, Parma rappresenta sicuramente un modello. Parma è un progetto. Il discorso della franchigia è partito per tempo nel territorio parmense, qui il concetto di collaborazione è già più avanti. L'attuale dirigenza del Cariparma è riuscita – debellando i campanilismi e le gelosie del passato – a coinvolgere in un progetto comune le altre realtà del territorio. Convincendole a lavorare – insieme – per uno sviluppo sempre più efficace del movimento del baseball parmense.
Oggi la Franchigia Parma è una vasta e importante realtà, destinata a produrre nel tempo grandi risultati. Il Baseball Parma di IBL First Division, e campione d'Italia in carica, è ovviamente la capofila. Che coordina l'attività preziosa delle "associate" Junior Parma (IBL2), Collecchio (serie A Federale), Sala Baganza (serie A Federale), Farma Crocetta (serie A Federale), Oltretorrente (serie B), Gnats Colorno (serie C1), tutte ampiamente attive anche nei vari campionati giovanili. E poi vi sono le Società "affiliate": Clippers Carpi di C1, T-Rex Patrengo di serie C, il Cus Brescia di serie B, i Blu Fioi di Ponzano Veneto (serie C), il San Martino Buon Albergo (attività giovanile), i New Black Panthers di Ronchi dei Legionari (serie B), i Rangers Redipuglia che stanno producendo un campionato di alto livello (secondi in classifica ad una sola lunghezza di ritardo dal Rovigo) nel girone A della A Federale. E infine, partner del Parma Baseball è la Scuola Baseball Parmense.
Una struttura imponente. E'quella che per "filosofia" maggiormente si avvicina al modello americano delle Major e Minor leagues. "Il Cariparma nel roster dei position players, a parte i tre giocatori stranieri, ha tutti giocatori italiani. Italianissimi", sottolinea con soddisfazione Max Fochi che in questi anni ha fortemente creduto nella Franchigia costruita con questa chiarezza e sulla base di questi princìpi. Una Franchigia che si sta allargando, avendo trovato – nel 2011 – preziose alleanze nel Triveneto. "L'adesione di Società di grandi tradizioni come i Black Panthers Ronchi dei Legionari e i Rangers Redipuglia è la conferma della credibilità del nostro progetto che, assieme alle altre Società della Franchigia, stiamo portando avanti con coerenza e impegno". Così spiega il general manager del Parma Baseball, convinto più che mai che la programmazione di questi anni sia la strada corretta da percorrere per il futuro del baseball italiano.

Ma torniamo a parlare di questo week end e del trittico di Nettuno. Il Cariparma arriva nel Lazio con il lineup più regolare del campionato. Non il più potente (quello indiscutibilmente appartiene al San Marino e ai suoi sluggers, i "Titano Bombers"), tuttavia il più continuo, cioè il migliore per media-battuta (281). Battitori di contatto, con quattro giocatori oltre i 300 (Medina 383, Munoz 319, Dallospedale 318, Desimoni 316) e Yepez che li sfiora (295). Un lineup dove l'ottavo in battuta, il catcher Riccardo "roccia" Bertagnon ha 21 RBI e dove il nono, Luca Scalera, fa registrare un buon 358 di slugging percentage. Rodney Medina è il leader in questo momento della IBL. E Massimo Fochi è contento di avere un giocatore come lui, anziché Juan Camilo che l'inverno scorso ha preferito tornare a Nettuno. Rivela Fochi: "Quando Camilo mi ha detto: mi offrono molti più soldi a Nettuno, io gli ho detto "vai pure". Non faccio la corsa al massacro". "E' il solito discorso: o la gente ha un po' di attaccamento, di affetto per la maglia che indossa, oppure può anche andarsene. Se un giocatore mi fa capire che vuole rimanere ma che avrebbe necessità di un po' di soldi in più, ne parliamo, cerchiamo di trovare un punto d'incontro. Ma se uno si mette a fare le aste, io non ci sto".
"Rodney Medina è stato un acquisto felice. Battitore di media. Molto regolare. Lui non ha certo problemi a mettere la palla in gioco perchè ha un occhio incredibile, strada facendo è cresciuto come potenza: batte dei doppi e, ogni tanto, un fuoricampo. E poi, a di là delle qualità tecniche di un giocatore, credo che sia molto importante valutarne le caratteristiche umane"

Affidabile il monte di lancio (il suo 2.70 di ERA è secondo soltanto al 2.23 di Bologna), con Marco Grifantini efficacissimo da pitcher partente nella partita dei lanciatori stranieri (grande duello, stasera, con Kris Wilson!), un Mihai Burlea cresciutissimo in questa sua stagione già da 8 partite vinte e da 1.76 di ERA, un Justin Cicatello da "salvezze", un Roberto Corradini sempre affidabile, mentre stanno facendo interessanti progressi i giovanissimi Francesco Cozzolino e Nicolas Giovanelli. La difesa, in questo Cariparma, non ha ancora pienamente convinto. I 49 errori commessi in 36 partite sono un po'… tantinelli (15 di Yepez). "Ma in buona parte – osserva Fochi – sono stati commessi all'inizio, nei primissimi mesi della stagione. Adesso teniamo il campo meglio, la difesa è più precisa e sicura".

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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