Il campione venuto dal nulla

Uno sconosciuto si presenta agli allenamenti con una borsa con dentro guanto, mazza e spikes. Nessuno sa da dove viene, ma aiuterà la squadra a vincere. Ecco una trama tipica di tanti romanzi sul baseball

Come primo invito alla lettura propongo una riflessione su un motivo letterario che scorre sottotraccia in molte narrazioni sul baseball, e che spesso offre lo spunto per la costruzione dell'intera struttura narrativa dei romanzi: quello dell'apparizione improvvisa di un giocatore dalle doti eccezionali (a volte un pitcher, più spesso un fielder capace di battere con medie altissime) destinato a una vertiginosa ascesa. La storia più o meno è la seguente.

Un giorno un ragazzo con una valigia piena di sogni si presenta al campo di una squadra di Major League e chiede di poter fare un provino. Non ha un passato da professionista, e magari dichiara di aver solo fatto esperienza nel cosiddetto sandlot baseball, il baseball dilettantistico con regole semi-improvvisate giocato su campi sterrati fra le coltivazioni estensive del Midwest o nelle periferie delle grandi città. Generalmente il ragazzo è accolto con scetticismo e freddezza dall'allenatore e dai suoi futuri compagni di squadra, ma ben presto tutti devono ricredersi: il nuovo arrivato lascia al piatto i più celebri battitori, e/o colleziona un fuoricampo dietro l'altro ad ogni turno di battuta.

La squadra comincia a risalire in classifica, i tifosi vanno in delirio per il loro nuovo idolo, eppure in lui c'è qualcosa che non va: il ragazzo non parla mai del suo passato dando così adito a ogni tipo di sospetto e diceria. Avrà un segreto da nascondere? La trama va in crescendo e mano a mano che la squadra si avvicina all'immancabile partita finale per la conquista del pennant, il mistero che avvolge il protagonista si infittisce per poi essere svelato (non sempre) dopo l'ultimo lancio dell'ultimo inning.

I tre romanzi di cui mi occuperò prossimamente in questa rubrica seguono più o meno la traccia sopra descritta. Si tratta, nell'ordine, di due classici sicuramente noti ai più, The Natural di Bernard Malamud (1952) e The Year the Yankees Lost The Pennant, di John Douglass Wallop (1954), e dell'ultimo lavoro di Stephen King, Blockade Billy (2010), a tutt'oggi ancora non tradotto in italiano. Al di là delle variazioni anche notevoli riscontrabili negli sviluppi della trama, nel profilo del protagonista e negli esiti del racconto, tutti e tre i romanzi si rifanno dunque allo stesso schema narrativo. Uno schema che proviene da lontano e che si ritrova in un'infinità di teenager novels a partire dagli anni ‘20 e ‘30 (ma molto popolari negli USA anche nei decenni seguenti) in cui si raccontavano storie di adolescenti che attraverso un percorso anche duro di assimilazione delle tecniche e dello spirito del gioco giungono a maturare come giocatori e come persone e finiscono con l'avere successo nel baseball e nella vita.

Si trattava quindi di storie che possedevano una chiara finalità educativa e che, seguendo grosso modo la traiettoria ascendente del Bildungsroman (il romanzo di formazione), rispondevano anche alla prospettiva individualistica sui cui è costruito uno dei testi fondazionali della cultura americana, quell'esemplare Autobiografia di Benjamin Franklin che indica per ogni uomo il cammino ascendente from rags to riches, dagli stracci alla ricchezza, dalla povertà al successo.

Il baseball – forse il più individuale degli sport di squadra, dove ogni giocatore in campo svolge funzioni molto differenti da quelle dei suoi compagni, dove in ogni ruolo sono necessarie tecniche e caratteristiche fisiche diversissime, dove il battitore è mandato "da solo" a combattere contro l'intera formazione avversaria- rispecchia i valori di una cultura, quella americana, che, nelle sue migliori incarnazioni, sa mantenere l'equilibrio fra le aspirazioni dell'individuo e le esigenze della collettività. Ecco perché il baseball è stato visto da tanti autori come il modello ideale per la costruzione di grandi narrazioni che fossero allo stesso tempo personali ed epiche, che insomma ritraessero efficacemente la peripezia dell'uomo sullo sfondo della Storia di una comunità. È quanto cominceremo a vedere nel nostro prossimo appuntamento con The natural (Il migliore) di Malamud (per chi volesse leggerlo in traduzione, in Italia è pubblicato dalla Minimun Fax).

Informazioni su Luigi Giuliani 102 Articoli
Un vita spezzata in tre: venticinque anni a Roma (lanciatore e ricevitore in serie C), venticinque anni in Spagna (con il Sant Andreu, il Barcelona e il Sabadell, squadra di cui è stato anche tecnico, e come docente di Letteratura Comparata presso le università Autónoma de Barcelona e Extremadura), per approdare poi in terra umbra (come professore associato di Letteratura Spagnola presso l'Università di Perugia). Due grandi passioni: il baseball e la letteratura (se avesse scelto il calcio e l'odontoiatria adesso sarebbe ricco, ma è molto meglio così...).

Commenta per primo

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.