Lo storico brand Unipol sulle casacche di Bologna

Prosegue la partnership fra il colosso assicurativo e la Fortitudo. Ma il marchio UGF lascia il posto al nome storico del Gruppo: Unipol, già nel baseball 40 anni fa quando Federico Corradini lanciava nell'altra squadra bolognese

Lo sponsor è ancora lo stesso, importante e prestigioso, Gruppo leader del mercato finanziario e assicurativo che fonda le radici proprio nella città di Bologna.
Cambierà, però, la denominazione sulle casacche della Fortitudo Bologna. UGF – che ha felicemente accompagnato la squadra di Marco Nanni al titolo di campione d'Italia nel 2009 e alla conquista della Coppa dei Campioni 2010 – lascerà il posto al marchio storico di questa Compagnia Assicurativa ai vertici del mercato italiano (con una raccolta premi di 5,9 miliardi di euro).
Unipol. Sulle casacche ci sarà semplicemente Unipol. Il nome con il quale prese il via, nel 1962, una storia importante. Un'attività che – nei decenni – ha portato questo Gruppo ad essere una delle primarie imprese di Assicurazioni italiane, tracciando il cammino per quella che più recentemente è diventata una Compagnia ancora più grande, la UGF (Unipol Gruppo Finanziario).
Unipol e il baseball. Vecchio amore. Un abbinamento (le partnership, una volta, si chiamavano così…) che ci riporta indietro nel tempo. Romantico ritorno all'antico per gli appassionati – non più di primo pelo – di questo meraviglioso sport. Sul finire degli anni Sessanta il nome Unipol campeggiava sulle casacche d'una squadra bolognese. Ma non era la Fortitudo. In quel periodo Bologna aveva una seconda formazione nella massima serie, lo storico Longbridge gestito da un "personaggio" vulcanico come Angelo Zara: dirigente appassionato, passionale, dinamico e dalle grandi intuizioni. Le risorse economiche di questo Club erano limitatissime, tuttavia riusciva a trovare una collocazione decorosa in serie A grazie alle capacità del suo "animatore". Zara agganciò l'Unipol per sponsorizzare la sua squadra. E nel marzo 1970 fece arrivare a Bologna, per un provino, un giovanissimo lanciatore di Verona. Un mancino. Corradini. Federico Corradini. Aveva 21 anni. E una palla talmente potente che arrivava secca come una frustrata nel guantone del catcher. Federico "Chico" Corradini ha lanciato quattro campionati per la squadra di Angelo Zara (che dopo la sponsorizzazione con Unipol ebbe la Ceramica Costi). Talmente forte come pitcher, Corradini, da passare inevitabilmente sull'altra sponda – nel 1974 – per sei intense e importanti stagioni in Fortitudo (Amaro Montenegro, Grappa Canonier, Biemme). E un totale-carriera di 92 partite vinte, 1260 strikeout, una media-pgl di 2,57. Strepitosa la sua prima annata in Fortitudo: 19 partite vinte e una ERA di 1.54.
Due scudetti confezionati sul monte di lancio (1974 e 1978) e un altro conquistato da tecnico, come pitching coach, nello staff di manager Vic Luciani (1984). Corradini inoltre è stato vincente come dirigente, nella Fortitudo che ha primeggiato nel primo decennio degli anni Duemila. E c'è la sua "firma" anche come sponsor sul grande slam realizzato dalla Società biancoblù nelle ultime due stagioni: scudetto 2009, European Cup e Coppa Italia nel 2010. Federico Corradini è da anni un dirigente di primissimo piano del prestigioso Gruppo assicurativo-finanziario. Il suo spessore come persona, le notevoli capacità professionali e la rigorosa serietà nel lavoro gli hanno fatto guadagnare grande stima. Meritando cariche importanti.
Già vicedirettore generale UGF, attualmente Corradini è Presidente – all'interno del Gruppo Unipol – di aziende come Linear Assicurazioni Auto e Linear Life, inoltre è Amministratore Delegato di Arca (Arca Vita e Arca Assicurazioni). Ne ha fatta di strada, Federico Corradini, da quando – proprio in quel 1970 che lo vide arrivare a Bologna – entrò a lavorare all'Unipol. Da ragazzetto. Una storia da raccontare. Federico aveva 21 anni. Quando Angelo Zara lo tesserò, non chiese soldi. "Il posto di lavoro fu il mio contratto". Chico aveva idee chiare già allora, testa sulle spalle, concreto, lo sguardo sul futuro.
"Ho lavorato duro. Spesso anche quattordici ore al giorno. Quel che ho ottenuto, me lo sono conquistato con l'impegno, con la costanza, con l'applicazione. Ho fatto carriera perché ho lavorato sempre tantissimo. E anche adesso. Potrei essere in pensione già da quattro anni, ma questo lavoro ancora mi piace, mi stimola, mi coinvolge". Di sicuro, Federico Corradini all'interno di Unipol è un prezioso punto di riferimento.

Un salto indietro di quarant'anni. "Chico" come giocatore di baseball a Bologna esordì proprio con la scritta Unipol sulla casacca. Ricorda. "La primissima partita la giocai contro la mitica Europhon di Gigi Cameroni, a Milano. Loro erano fortissimi. Uno squadrone ricco di gloria. Noi eravamo una squadretta che puntava alla salvezza. Eppure l'Europhon non ci mise sotto. Vinse appena 1 a 0. Sì, io lanciai bene ma… perdemmo proprio per un mio errore, un pick-off sbagliato in terza base". "Di quel primo anno bolognese, e in serie A, ricordo che era tutto nuovo per me. Mi trovai bene subito. Avevo per compagni di squadra persone che ho apprezzato tantissimo come Baravelli, Ballanti, Oscar Maccaferri, Gamberini, i fratelli Natalini. E c'era Tom Cuomo, italoamericano di grande talento, bravissimo terza base". "Fu proprio l'Unipol a inaugurare il nuovissimo stadio del baseball di Bologna, il Falchi. E in un derby, contro la Fortitudo Montenegro. E vincemmo, con un fuoricampo di Tom Cuomo".

Bellissimi tempi. Erano gli anni romantici del baseball. Con le sfide stracittadine. Con le grandi battaglie (in campionato e in Coppacampioni) fra autentici squadroni come l'Europhon Milano, l'Amaro Montenegro Bologna, il Glen Grant Nettuno. E lo stadio "Gianni Falchi" ribolliva di passione e c'era spesso il pienone. In quegli anni il quotidiano sportivo STADIO, diretto da Dino Biondi, dedicava tutti i giorni – da aprile a ottobre – tre colonne di spazio al baseball. Ogni giorno. Per oltre sei mesi. E In edizione nazionale! E dei fotocolor, di tanto in tanto, in prima pagina. Era davvero qualcosa di straordinario. Fu così per almeno cinque anni. Credo che nessun altro giornale abbia fatto altrettanto. Federico Corradini nel 1974 passò all'Amaro Montenegro. In Fortitudo divenne un vincente.
Vanta anche 18 presenze in maglia azzurra. Con la Nazionale prese parte ai campionati del mondo in Nicaragua nel 1972. "Là a Managua, in quei giorni, ebbi l'occasione e l'onore di conoscere una Leggenda del baseball, Roberto Clemente. Che allenava il Portorico in quel Mondiale. Grandissimo campione della Major League, entrato nella Hall of Fame. E grandissimo uomo. Quando, un paio di settimane dopo il Mondiale, un terribile terremoto devastò il Nicaragua, Roberto Clemente si attivò immediatamente organizzando soccorsi per la popolazione colpita. Al quarto volo l'aeroplano, carico di materiale e medicinali, partito da San Juan di Portorico, precipitò inabissandosi nell'oceano. Il corpo di Roberto Clemente non è mai stato recuperato. Il giocatore che abbiamo tesserato la settimana scorsa, Edgard Clemente, proveniente dalla Lega Professionale del Messico, è il nipote del leggendario fuoriclasse dei Pittsburgh Pirates".

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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