E' stato definito lo "Johan Cruyff del baseball olandese", ha vestito la maglia dei Boston Red Sox ed abbiamo avuto l'onore – ed il piacere – di ammirarlo anche nel massimo campionato italiano, straordinario protagonista sul monte di lancio di Parma, Nettuno e San Marino. Oggi, a 56 anni, dopo essere stato colpito da una doppia polmonite e dalla pleurite, che lo fecero cadere anche in coma per un certo periodo, Win Remmerswaal vive in una casa di cura a L'Aja. E' seguito dall'83enne papà Jaap e riceve periodicamente le visite della figlia Alessia, della ex-moglie Clotilde e di diversi amici del baseball come ad esempio Giulio Glorioso e Bruce Hurst, ex-compagno di squadra con i Red Sox.
Nei giorni scorsi l'olandese TV West, un'emittente regionale con sede a l'Aja, ha realizzato e trasmesso un documentario curato da Jan Hermsen della durata di circa 20 minuti e dedicato proprio a Win Remmerswaal. Anche se in lingua olandese, il toccante reportage (disponibile in streaming sul sito di TV West ma anche in home page su Baseball.it nella sezione Clips) ripercorre la vita del lanciatore attraverso le tappe salienti della sua carriera agonistica, con i racconti di amici, colleghi, di papà Jaap e soprattutto attraverso le parole dello stesso Win.
"Ora andiamo a trovare Win, come faccio ogni martedì e venerdì – dice Jaap Remmeerswaal mentre esce di casa – Generalmente riesco a parlargli abbastanza bene, anche se qualche volta le nostre conversazioni si mischiano. Quando era ragazzo, insieme ad altri amici, aveva creato delle squadre che si chiamavano White Sox e Red Sox. Quando arrivò a Boston disse: ora sono davvero uno dei Red Sox". "Potete immaginare che quando qualcuno arriva in Major League – racconta Win – entra a far parte dell'elite della società … Oggi ho il mio pasto, caffè, tè e sigarette, di tanto in tanto. Per un buon vino non occorre essere una celebrità".
"Mentre giocava nella grande lega si infortunò – continua papà Jaap – Era una fastidiosa tendinite, che impattò pesantemente sulla sua carriera negli USA. Non so se questo problema lo ha condizionato, ma anche quando era in Italia ne continuava a soffrire. Nonostante ciò, è stato per due volte il miglior lanciatore d'Europa".
"Aveva un grande talento sin da giovane – afferma Theo Reitsma, ex-giornalista della NOS (la tv nazionale) e Presidente della KNBSB (la federazione olandese baseball e softball) – e si vedeva che sarebbe arrivato in alto. Guardatelo mentre lancia contro gli Yankees, non è fantastico? Ha lavorato tanto per arrivare lì ed il baseball olandese gli deve il massimo rispetto per essere giunto fino lì come lanciatore".
"Deve essere dura la vita negli USA se paragonata a quella in Olanda – dicono alcuni amici di Wassenaar – Viaggi frequenti, allenamenti ogni giorno e partite. E alla fine il rientro in hotel, una stanza per sè ed un bar per rilassarsi…". "Non era male la vita a Boston, anche se molto superficiale – continua Win Remmerswaal – ma mi mancava molto l'Europa con le sue diverse culture… l'Italia, la Gran Bretagna, la Francia, la Svizzera, la Germania, la Norvegia".
Nato l'8 marzo del 1954, Win Remmerswaal aveva mostrato sin da giovane tutte le doti per diventare un grande giocatore di baseball. Il ragazzo di Wassenaar firmò nel 1974 un contratto da professionista con i Boston Red Sox per giocare negli Stati Uniti e nel 1979 fu il primo europeo a debuttare in Major League (vinse la sua prima partita il 15 agosto di quell'anno contro i Milwaukee Brewers). Un infortunio alla spalla gli precluse tuttavia una lunga carriera come lanciatore e dopo due stagioni e 22 partite giocate, Remmerswaal venne rilasciato dai Boston Red Sox. Approdò poi in Italia: dal 1983 al 1985 con Parma (record assoluto di strike-out, 237, nell'85), l'anno successivo a Nettuno, infine a San Marino. Tornato in Olanda, Remmerswaal fu colpito nel fisico da gravissime infiammazioni polmonari, con conseguente coma. Ne uscì, subendo però danni cerebrali e ora vive appunto in una clinica a L'Aia, conducendo una vita solitaria.
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