MLB, scattano le Division Series

La American League inizia stasera i playoff da Minneapolis (dove sono di scena gli Yankees di Girardi) e St. Petersburg dove arriva Texas. Per la prima volta in post-season i Rays di Maddon contro i Rangers

Un match tra due squadre, Texas Rangers e Tampa Bay Rays, che si affrontano per la prima volta ed uno che si ripete ormai per la quarta volta, la seconda in due anni, tra Minnesota Twins e New York Yankees. Questa la "griglia di partenza" delle Division Series numero 16 della American League. Nate nell'inverno del 1993, ma disputate per la prima volta nel 1995 a causa del famoso sciopero del 1994, le Division Series della AL si giocano al meglio delle 5 gare. In realtà nel 1981 si disputò qualcosa di molto simile per uno sciopero dei giocatori che impose degli "spareggi forzati", sulla falsa riga del modello attuale. La squadra con più partecipazioni è quella dei New York Yankees con 14 presenze, mentre sono due le franchigie che non le hanno mai disputate: i Kansas City Royals ed i Toronto Blue Jays.

New York Yankees-Minnesota Twins. E' la partita che si è giocata più volte, insieme a quella tra Red Sox ed Angels. Nelle tre sfide precedenti è sempre stata New York a vincere la serie, imponendosi per 3-1 nel biennio 2003-2004 e per 3-0 la scorsa stagione. In regular season le franchigie si sono affrontate per 6 volte ed il bilancio è nettamente a favori dei detentori dell'anello vincenti per 2-1 sia allo Yankee Stadium che al nuovo Target Field. La curiosità di questa sfida è proprio legata agli stadi, entrambi di nuova costruzione: quello degli Yankees ha due anni, quello dei Twins è stato inaugurato in questa stagione.

Minnesota Twins (94-68): Nelle cinque precedenti apparizioni, tutte con Ron Gardenhire alla guida, i Twins si sono imposti una sola volta, nell'unica sfida contro una squadra diversa dagli Yankees (nel 2002 contro gli A's finì 3-2 per Minnesota). Sarà dunque l'esperienza di Gardenhire insieme all'equilibrio di Liriano, uno dei migliori lanciatori partenti, l'arma in più dei Twins per tentare di fare lo sgambetto ai più quotati Yankees. Potrebbe giocare a sfavore dei Twins il fatto di essere stati la prima franchigia ad accedere alla post-season. Nelle 11 gare disputate successivamente alla conquista della Central Division della AL c'è stato un fisiologico calo di tensione a cui è seguito un poco confortante 3-8 da attribuire anche all'utilizzo di giocatori che forse non faranno parte del line-up titolare. Particolare attenzione alle ginocchia di Jim Thome e Joe Mauer che da settembre appaiono un po' malconci. La notizia dell'ultima ora riguarda il forfait di Justin Morneau. Il prima base dei Twins, fuori dallo scorso 7 luglio per un trauma cranico subito per uno scontro di gioco con il seconda base dei Blue Jays, John McDonald, sembrava avere buone possibilità di rientrare. Invece in questi giorni è stata dichiarata ufficialmente chiusa la sua stagione, Morneau quindi non potrà dare il suo contributo nella parte più importante. Un possibile vantaggio potrebbe arrivare dal fattore campo: l'unica volta che i Twins si sono imposti nella Division Series avevano dalla loro il vantaggio di giocare in casa, mentre le altre 3 volte il fattore campo era favorevole agli Yankees. Stavolta la serie si apre al Target Field e questo potrebbe rappresentare un vantaggio competitivo.

New York Yankees (95-67): Lo scorso anno Joe Giraldi si assunse la responsabilità di far ruotare solo 3 lanciatori partenti e con loro si aggiudicò le World Series contro critiche e pressioni. I nomi su cui punta quest'anno sono quelli di C.C. Sabathia, Andy Pettitte e Phil Hughes che sembra in procinto si sostituire A.J. Burnett. Sul primo nulla da eccepire, viste le 21 vittorie e 7 sconfitte stagionali, il secondo ed il terzo qualche dubbio di tenuta atletica lo lasciano. Per quanto riguarda il 38enne mancino Andy Pettitte va detto che la sua stagione è stata influenzata da un fastidioso problema all'inguine, che gli è costato due mesi di inattività, a cui è seguito anche un problema alla schiena. A suo favore va detto che l'anno scorso in 3 apparizioni rimediò altrettante vittorie. Discorso più complesso per A.J. Burnett che ha definito la regular-season appena terminata "spazzatura". In effetti le 10 vittorie e 15 sconfitte non sono un buon viatico e Giraldi sembra orientato ad optare per il più giovane Hughes (18-8). Per il resto si attendono risposte da Alex Rodriguez apparso leggermente in calo di prestazioni. Se ritroverà lo smalto dello scorso ottobre sarà dura per tutti.

Texas Rangers-Tampa Bay Rays. Sfida inedita tra due rivelazioni della stagione 2010. Le due franchigie, che insieme accumulano 6 presenze nella Division Series della AL (quattro dei Rangers e due dei Rays), si sono affrontate 6 volte nella regular season appena trascorsa ed il bilancio è a favore di Tampa Bay che, dopo aver subito un 2-1 ad Arlington, ha inflitto uno sweep nella serie da tre disputata al Tropicana Field.

Texas Rangers (90-72): Se si lasciano trascinare dal gioco veloce dei Rays per Texas sono dolori. La chiave potrebbe essere l'apporto offensivo di gente come Mitch Moreland, Jorge Cantu, Ian Kinsler e Michael Young. Dal primo settembre il gruppo degli interni ha una media battuta di circa .240 (97 valide su 404 turni di battuta), con 10 fuoricampo e 41 punti battuti a casa. Altro angolo da smussare è il rendimento in trasferta: i Rangers, insieme ai Braves in National League, sono la squadra che si è qualificata alla post-season con il minor numero di vittorie "on the road" ed il cappotto subito in Florida in regular season non è confortante. Resta il talento degli esterni, Josh Hamilton su tutti, e del lanciatore partente Cliff Lee che sarà protagonista nella prima sfida. Se i Rangers vogliono avere una sola possibilità di centrare le Division Series, devono poter partire subito bene in gara-1.

Tampa Bay Rays (99-66): In una parola, velocità. E' questa, insieme ad uno straordinario monte di lancio che ha in David Price la sua punta di diamante, la chiave del successo dei Rays. Con 172 basi rubate nella stagione regolare, la pressione che questi giocatori tengono sulla difesa avversaria è notevole ed è questo che sopperisce al .250 di media battuta squadra. Tuttavia per la parte offensiva il peso di Evan Longoria, Carl Crawford, Carlos Pena e B.J. Upton (se torna ai livelli della post-season 2008) dovrebbero garantire al manager Joe Maddon sonni tranquilli.

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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