Shutout di D'Angelo, nominato "Pitcher della settimana"

Riconoscimento della Big South Conference, campionato NCAA, per la grande prestazione sul mound del ragazzo di Latina nella partita vinta da Winthrop University (4-0) contro Presbyterian Blue Hose

Studente-modello alla Winthrop University (voti da 90-95 su 100). E lanciatore "numero uno" della squadra di baseball di questa importante Università che ha sede a Rock Hill. Matteo D'Angelo, l'italiano che sta facendosi onore nel South Carolina. L'italiano di cui si parla, in questo momento, nel campionato NCAA.
"Pitcher of the week". Lanciatore della settimana. E' l'importante riconoscimento che la Big South Conference gli ha attribuito nei giorni scorsi. E' stato designato lui come miglior pitcher per il periodo 26 aprile-2 maggio, premiando la grande performance realizzata da Matteo lo scorso weekend. D'Angelo, 22 anni compiuti neanche due mesi fa (il 17 marzo), lanciatore partente di Winthrop contro Presbyterian Blue Hose sabato notte, non ha fatto… veder palla agli avversari. Producendosi in quella che gli americani chiamano "Complete Game Shutout". Vale a dire, "partita completa" (Matteo ha lanciato tutti i 9 inning) lasciando a zero l'attacco avversario. Gli Winthrop Eagles hanno vinto la partita 4 a 0. E non si può certo dire che i "presbiteriani" siano battitori scarsi: infatti nella gara precedente, pur perdendo, erano riusciti a realizzare 12 punti e 17 battute valide contro altri pitchers di Winthrop. Ma nella notturna di sabato, di fronte ai lanci e al grande controllo di D'Angelo, i Presbyterian Blue Hose hanno raccolto appena 3 battute valide. Matteo ne ha concessa una al secondo inning e le altre due soltanto all'ultima ripresa. Inoltre, una sola base su ball nell'intero incontro (108 lanci, ben 75 strikes), a conferma della naturalezza con la quale trova la zona dello strike.
Il ragazzo di Latina scelse l'America tre anni fa, dopo una straordinaria stagione da rookie nella massima serie italiana con la Fortitudo Bologna: era appena diciannovenne, si trovò all'improvviso titolare in apertura di campionato 2007, arrivò a fine regular season contrastando Oberto – allora oriundo – per il miglior PGL. Meravigliò tutti per il controllo e per la sicurezza, davvero notevoli in un debuttante. D'Angelo concluse la regular season con 7 partite vinte e 2 sole perdute e una media-PGL di 1.94 (nella "Notte dei diamanti" si aggiudicò l'Enzo Masci Award come rookie dell'anno). E sempre nel 2007, il 9 novembre, D'Angelo fu fra gli interpreti sul monte di lancio dell'Italia di una storica vittoria azzurra: quella contro gli Stati Uniti (6-2) al World Classic.
Il talento e la voglia di imparare e di crescere, confrontandosi con un'altra realtà, hanno inevitabilmente portato D'Angelo in America. La sua è stata una vera scelta di vita. Matteo, a differenza degli altri ragazzi italiani che sono andati negli Stati Uniti firmando contratti professionistici, ha preferito seguire un'altra strada. Quella del college. Scelta sicuramente molto saggia, in prospettiva. Abbinando così scuola e baseball.
Rock Hill, città di circa settanta mila abitanti nella Carolina del Sud, sede della Winthrop University, è così diventata la "seconda casa" di Matteo D'Angelo.
Studia per arrivare a laurearsi in Business Administration, Matteo. Un ragazzo molto equilibrato, che ha chiaro in testa i suoi obiettivi. E le giornate, là a Rock Hill, sono decisamente "piene" fra studi, esami, allenamenti intensi e rigorosi, e le partite. Una realtà alla quale D'Angelo s'è adattato benissimo: sia per il suo carattere e per una maturità da tutti apprezzata, sia perché Matteo si porta dietro l'esperienza fatta all'età di 17, 18, 19 anni all'Accademia FIBS di Tirrenia (frequentava il Liceo a Livorno, e nel pomeriggio al centro tecnico federale allenamenti giornalieri da quattro ore).
Joe Hudak, l'espertissimo e popolare head-coach della squadra di baseball di Winthrop University, ha puntato decisamente su D'Angelo quest'anno. Scegliendo lui, già a febbraio, come numero uno fra i "pitchers partenti" di Winthrop per la stagione 2010.
Ha avuto buon intuito, Hudak. Un tecnico per il quale il baseball non ha più segreti: infatti questo è il suo ventiseiesimo anno come head-coach, la diciannovesima stagione alla guida delle "Aquile" di Winthrop University.
D'Angelo era partito forte, a febbraio. Qualche problema l'ha conosciuto nel corso del mese di marzo, con conseguente flessione di rendimento per un periodo di tre settimane. Ma poi si è ripreso ottimamente ed ora è in evidentissima crescita. Nelle ultime prestazioni tutti i lanci del repertorio di Matteo hanno funzionato efficacemente: la sinker, la curva, il cambio, inoltre la fastball in alcune occasioni ha toccato una velocità di 90 miglia. Il ragazzo di Latina ha anche aggiunto diverse varianti ai lanci-base. Senza mai perdere il "controllo", che è la sua risorsa migliore.
Le statistiche attuali di D'Angelo nel campionato NCAA "First Division" parlano di 6 partite vinte, 3 perse, 73.1 riprese lanciate (il lanciatore più utilizzato da manager Joe Hudak), 57 strikeout, soltanto 11 basi su ball, 76 battute valide concesse. Per un 3.56 di ERA (punti guadagnati sul lanciatore) che è da considerare sicuramente buoni. Tenendo conto che nel campionato universitario americano si usano le mazze di alluminio (e non quelle di legno), pertanto è maggiore il numero delle battute valide e i battitori sono avvantaggiati.
Calcolando che ci sono 300 Università che partecipano alla NCAA Division I, e nei roster figurano complessivamente circa 4500 lanciatori, la "ERA" attuale di Matteo lo posiziona al 164° posto. Niente male, essere centosessantaquattresimo su quattromilacinquecento. Però D'Angelo sta migliorando partita dopo partita e la sua "ERA" è destinata ad abbassarsi sensibilmente. L'anno scorso Matteo chiuse la stagione con un ottimo 3.09 che gli valse il 56° posto.
E' probabile che, dopo la performance di sabato scorso e dopo la designazione a "pitcher of the week" da parte della Big South Conference (la Lega che raggruppa 10 squadre universitarie del sud-est degli Stati Uniti), D'Angelo attirerà l'attenzione di qualche scout. E i report degli scout saranno importanti in vista del draft 2010, in programma nei giorni 7, 8 e 9 giugno.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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