Bologna vince in rimonta (2-1) la prima sfida di finale

A capovolgere la partita all'ottavo una valida di Angrisano, dopo il lancio pazzo di Ramirez che aveva permesso alla Fortitudo di pareggiare. Grandi prestazioni di Estrada e Matos, ma è Moreno il pitcher vincente. Solo 2 valide per San Marino

Decide Pablo Angrisano, nell'ottavo attacco di Bologna, in situazione di basi piene, un solo out e il punteggio della gara sull'1 a 1. La mazza dell'italoargentino della Fortitudo colpisce perfettamente la palla esterna alta lanciata da un Luis Ramirez evidentemente a disagio, inquieto, dopo aver provocato pochi minuti prima – con un lancio pazzo – il punto del pareggio bolognese.
La battuta di Angrisano è secca, energica. Sulla destra. Inafferrabile per la difesa. E' il "singolo" che permette a Eddy Garabito di mettere le ali e di partire dalla terza base per firmare il punto del sorpasso. Quel 2-1 che poi sarà il punteggio finale. Partita capovolta, che il San Marino si vede scivolar via dalle dita dopo aver tenuto il muso avanti dalla terza ripresa (1-0, grazie a Willi Vasquez autore di un doppio, unica extrabase dell'incontro, prodezza che aveva mandato a punto Suardi).
La vittoria in rimonta della Fortitudo, che era stata a lungo prigioniera dei lanci di un maestoso Estrada, ha infiammato tutta la passione dei duemila spettatori accorsi al "Gianni Falchi" per la prima sfida delle finali-scudetto 2009. Bel pubblico davvero, per essere la sera del 14 agosto e in una città come Bologna che non è certo città di mare e di questi tempi è semivuota. Indubbiamente un segnale importante e confortante.
Due i momenti-chiave nell'inning che ha cambiato il destino di un match equilibratissimo. Il primo: la base su ball che Giovanni Pantaleoni (collocato stavolta da manager Nanni a chiudere il lineup, per il rientro di Infante che ha giocato nello spot numero 2, con Garabito confermato leadoff) è andato a guadagnarsi in apertura dell'ottavo attacco bolognese. Il successivo singolo di Eddy Garabito ha posto fine alla partita di Horacio Estrada. Il quale ha lanciato in maniera semplicemente sublime per sette riprese (7 strikeout, 4 singolini disseminati qua e là, controllo totale della situazione mescolando magistralmente la curva, la dritta, il cambio). Ma evidentemente i 113 lanci effettuati dal mancino della T&A nei suoi sette inning si sono poi fatti sentire e questo può spiegare i due uomini passati consecutivamente in base quando Horacio è salito sul monte per affrontare anche l'ottavo assalto della Fortitudo. Bindi ha capito che il suo magico Estrada stava andando in affanno e lo ha sostituito con Luis Ramirez. Rilievo che spara proiettili a 92 miglia, Ramirez. Ma è anche pitcher che tende ad accusare uno stato di disagio quando si sente (o viene messo) sotto pressione. Immediatamente si è dedicato ad una serie prolungata di pickoff per tenere bloccato in prima Garabito. Infatti si poteva immaginare, nell'occasione, un tentativo di "rubata ritardata" per permettere a Pantaleoni (in terza) di correre a casabase. Ramirez, che mi è parso subito incerto, si è concentrato a tal punto sui pickoff che… quando ha cercato di mettere strikeout il battitore (Infante aveva già 2 strikes a carico) lo ha fatto in maniera talmente maldestra che ne è uscito un "lancio pazzo". Per il punto del pareggio.
Il secondo momento-chiave è stato il singolo a destra di Pablo Angrisano, dopo che Ramirez avev concesso singolo a Liverziani e base intenzionale a Richard Austin.
Indubbiamente Ramirez ha rovinato la prestazione enorme di Horacio Estrada. Il quale per sette inning ha confermato d'essere un re del controllo, un artista del monte di lancio. Contro un Estrada così, ha rivaleggiato in bravura uno strepitoso Jesus Matos, padrone d'uno slider diabolico. Matos ha tenuto fieramente testa a un ex-majorleaguer e al pericolosissimo lineup dei campioni d'Italia. I numeri del pitcher dominicano di Bologna parlano chiaro: 7 inning, 8 strikeout, 1 base su ball, 2 valide, 1 pgl.
Un solo lancio risultato infelice, quella palla esterna lanciata a Willi Vasquez che ha prodotto il doppio del 2-0.
A parte questa prodezza di Vasquez, la prestazione offensiva del San Marino è stata una delle più povere di questa stagione dei campioni d'Italia.
Appena 2 battute valide. E quando si batte così poco, si raccoglie inevitabilmente una sconfitta. Sette invece sono state le valide (tutti singoli) della banda allenata da Marco Nanni (2 su 3 Liverziani).
E quando sul monte bolognese è salito il più bravo dei "rilievi", Victor Moreno, è stata notte fonda per San Marino. Sei battitori affrontati, quattro eliminazioni al piatto. L'esperto venezuelano ha soffocato ogni illusione dei sammarinesi firmando tre strikeout (ai danni di La Fera, Vasquez, Jansen) sul loro ultimo assalto.
Questa sera, sempre allo stadio del baseball di Bologna, è in programma la seconda sfida di questa serie-scudetto. Sul monte di lancio Yulman Ribeiro per la Fortitudo UGF Banca e Tiago Da Silva per la T&A San Marino.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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