Fortitudo Regina

I ragazzi di Nanni primi al termine della regular season. Su tutti, in attacco, Eddy Garabito, sul mound – oltre al solito Matos – in bella evidenza Yulman Ribeiro. Il DS Mura: "Il segreto? Il gruppo degli italiani"

Dicono sia arrivata sulla luna, quella pallina che il potente randello di Richard Austin ha catapultato oltre l'immaginazione facendo di colpo diventare piccolo piccolo lo stadio riminese della Casa dei Pirati. Un giro di mazza imperioso. Gli esterni della Telemarket non si sono neppure mossi: hanno capito bene cosa stava passando sopra le loro teste, intuendo immediatamente che non c'era alcuna possibilità di intervento. Si sono limitati ad alzare lo sguardo per vedere la "Wilson" che scavalcava abbondantemente il grande tabellone luminoso per poi scomparire in alto nel cielo. Un fuoricampo impressionante, quello del bomber americano della Fortitudo Bologna al quarto inning di "gara3". Austin si produrrà poi in un altro "solo homer" nell'ultimo attacco di Bologna, chiudendo alla grande una partita che era cominciata con un homerun di Eddy Garabito. Fuochi d'artificio che hanno permesso alla Fortitudo del manager Marco Nanni di riagguantare Rimini in vetta alla classifica, recuperando il terreno perduto dopo i ko dei primi due incontri del trittico. A parità di vittorie nei confronti diretti (3 i successi dei Pirati romagnoli, altrettanti quelli bolognesi), sono stati decisivi per determinare il primo posto in regular season i risultati ottenuti da Telemarket e Fortitudo contro la terza classificata, la T&A San Marino. Risultati che hanno premiato Bologna.
Ancora una volta la squadra diretta da Marco Nanni si rivela "regina della regular season". Anche un anno fa la Fortitudo festeggiava questa performance. Però c'è una differenza evidente, che fa ritenere un'impresa il primo posto conquistato nei giorni scorsi. La Fortitudo che dominò la regular season 2008 (rendendo tutto così semplice da… accusare poi un clamoroso contraccolpo psicologico quando all'improvviso si trovò di fronte alle difficoltà e ai problemi) era una squadra costruita per andar lontano. Il suo potenziale era chiaro fin dall'inizio. Viceversa, la Fortitudo 2009 è nata in mezzo ai tormenti e alle inquietudini, figlie di grosse difficoltà economiche. Un mese prima che la stagione prendesse il via, non si sapeva che tipo di campionato sarebbe riuscita a fare. Non c'era (e ancor non c'è…) lo sponsor principale. Le risorse erano limitatissime. Cody Cillo aveva preferito un ingaggio in America. E anche Chris George se n'era tornato a casa, avendo trovato un buon posto di lavoro. Situazione difficilissima. Si temeva un campionato di transizione.
Occorreva fare di necessità virtù. Ebbene, la Fortitudo Baseball (a differenza dei "cugini" del basket) lo ha fatto in maniera egregia. Anzi, straordinaria. Portando in Italia, senza spendere più di tanto, forti giocatori (e soprattutto ottime persone) come Eddy Garabito, Juan Carlos Infante, Yulman Ribeiro, Matt Stocco, Victor Moreno, Giuseppe Norrito. La società ha sofferto in silenzio quando non poteva permettersi di richiamare il suo grande Austin, il re dei fuoricampo della stagione scorsa. Non c'erano i dollari per coprire cinque mesi. Lo hanno fatto arrivare a giugno: e lui, il tempestoso Richard, è già tornato a far danzare e cantare la sua mazza. Annunciando giorni ruggenti in postseason.
Ad aprile nessuno avrebbe immaginato il pregevolissimo baseball prodotto in questi mesi e il primo posto in regular season. Invece, è avvenuto l'inimmaginabile.
Quali i "segreti" di questa Fortitudo? Li scopriamo nel racconto di Cristian Mura, il direttore sportivo, l'uomo che ha fatto il mercato del Club biancoblù.
"Innanzitutto il gruppo degli italiani. Solido, compatto, fedele. Un gruppo che, di fronte alle sofferenze economiche della società, si è reso disponibile al sacrificio. Dimostrando fedeltà e rispetto per questo Club. Hanno accettato tutte le difficoltà, e mi riferisco alle incertezze della situazione e non soltanto alla riduzione dello stipendio. Hanno continuato a fare il loro lavoro con professionalità. Ed ecco che cosa fa la differenza: quando in una squadra c'è un gruppo solido e affiatato di italiani, la squadra vince. Soprattutto se si tratta di giocatori italiani di qualità come i nostri. Abbiamo poi avuto la possibilità di prendere Austin a campionato iniziato. Grazie al presidente Marco Macchiavelli, abbiamo tenuto fermo il "visto" con la speranza che potesse arrivare. Ed è arrivato".
Mura, modesto, non vuol prendersi meriti. Ma indubbiamente è stato bravissimo nel portare a Bologna un giocatore di straordinaria utilità come Eddy Garabito. Che sa fare di tutto: l'esterno centro, l'interbase, il seconda base, il battitore di potenza, il battitore di contatto, specialista dei bunt a sorpresa che si trasformano in valide interne, un principe delle rubate, il giocatore con la più alta media-battuta (383) nonché maggior produttore di battute valide (64) e di punti segnati (43). "Il valore di Garabito – prosegue Mura – lo conoscevano tutti. La carriera di questo forte dominicano parla di sette stagioni in Triplo A e un anno in Major League. Sarà fortuna, sarà tempismo, sta di fatto che su Garabito c'è arrivata per prima la Fortitudo. Altro giocatore importante e preziosissimo è Juan Carlos Infante, che seguivamo da tempo aspettando che potesse prendere il passaporto italiano. Matt Stocco è un ragazzo di 25 anni che io ho fatto diventare italiano. Il suo arrivo in Fortitudo è il classico lavoro che facevo quand'ero con il Godo: vai a cercare questi giocatori giovani che poi diventano tuoi e sono un valore aggiunto per la squadra. Matos è sempre Matos, lanciatore ancora affidabilissimo, come indicano le 9 partite vinte in regular season. Molto bene ha fatto Yulman Ribeiro, 23 anni, lanciatore partente di garadue, in grado di vincere 8 partite".
"Avevamo sbagliato con Rodriguez, lì ci siamo fidati e poi… siamo stati costretti a cambiare. E sul percorso abbiamo preso un Victor Moreno che viaggia con 1.33 di media PGL, quaranta strikeout in una ventina di inning, concedendo ai battitori avversari un average di appena 0.91. Lanciatore esperto e di notevole spessore, Moreno giocava nella Lega Messicana. Quando ho saputo che era appena stato rilasciato, l'ho immediatamente cercato, sono andato a prenderlo e abbiamo fatto bingo anche lì".
Fra i giocatori della stagione scorsa, Mura sottolinea il salto di qualità di Joe Mazzuca (6 fuoricampo, tante pregevoli cose in difesa) e la concretezza di Juan Pablo Angrisano (36 punti battuti a casa). "La Fortitudo è al primo posto nella media-battuta con 276 (come il Rimini), è prima nella percentuale slugging (412) e nella percentuale di arrivi in base (379), è prima per punti segnati (262) e nel totale basi (580). E anche nella classifica dei punti battuti a casa (241) e dei fuoricampo (35). Il monte di lancio, con 3.20 di ERA, è secondo soltanto a quello della Telemarket Rimini. A livello individuale, abbiamo cinque battitori nei primi diciassette della classifica: Garabito 383, Infante 321, Angrisano 312, Austin 299, Liverziani 298".

Se proprio si vuol trovare un difetto alla Fortitudo, è il roster corto. Conseguenza delle ridotte risorse economiche. Un problema che nei playoff potrebbe incidere. L'impatto con il round robin e con il Cariparma (primo avversario, gara1 domani sera a Parma) vedrà la Fortitudo Bologna in formazione incompleta essendo ancora indisponibile il forte interbase Carlos Infante. Messo ko da una dolorosissima distorsione alla caviglia. Dall'esito della risonanza magnetica si conosceranno i tempi di recupero. Potrà esserci con il San Marino?
Frattanto, è rientrato a Bologna (notizia interessante) Matteo D'Angelo, il giovane lanciatore fortitudino che sta studiando "da grande" negli Stati Uniti. Matteo, alla sua seconda stagione nel campionato NCAA, è stato utilizzato da pitcher "partente" risultando quest'anno il miglior lanciatore della Winthrop University (8 partite vinte, 3 perse). Stava facendo buone cose anche nella Summer Legue, poi un infortunio ai muscoli addominali gli ha fatto terminare la stagione americana prima del tempo. Bene per la Fortitudo, nel caso però che D'Angelo riesca a recuperare nello spazio di un paio di settimane. Chissà, potrebbe diventare l'asso nella manica nell'eventuale serie delle finali-scudetto.
La Fortitudo Baseball sta per tuffarsi nella sua ennesima avventura in post-season. E' dal 2001 che questo Club è regolarmente nei playoff. Nessun'altra squadra italiana può dire altrettanto. Ha vinto il titolo nel 2003 e nel 2005. Attualmente è il team vicecampione d'Europa. Ha alle spalle una storia prestigiosa fatta di 7 scudetti e 2 Coppe dei Campioni. Ma nella insensibile Bologna, dove imprenditori e Istituzioni non si muovono abbastanza per aiutare lo sport, fanno notizia le inquietudini del Bologna Calcio e della Virtus, e la crisi che ha fatto precipitare la Fortitudo dei canestri nei Dilettanti.
Ma sarebbe giusto che i media si accorgessero anche del messaggio positivo che arriva dalla Fortitudo Baseball. Un Club che, senza main sponsor, sta riuscendo a fare salti mortali. "Ma per quanto tempo potremo andare avanti così?" è l'interrogativo di Cristian Mura. "Io vorrei urlare tutta la rabbia che ho in corpo, siamo la squadra che sta facendo meglio a Bologna, mi sembra assurdo che la città ignori così la Fortitudo Baseball".

Quelli che cominciano domani sera saranno gli ultimi playoff di Daniele "Lele" Frignani, il capitano, immagine di fedeltà alla Fortitudo, 700 partite (e 2 scudetti) con la casacca biancoblù. Un campione. Un personaggio. Ha deciso di ritirarsi, alla fine di questa stagione. Ma prima dell'addio vuole lasciare ancora il segno.

Informazioni su Maurizio Roveri 192 Articoli
Maurizio Roveri, giornalista professionista, è nato il 26 novembre 1949. Redattore di Stadio dal 1974, e successivamente del Corriere dello Sport-Stadio, fino al gennaio 2004. Iscritto nell'Albo dei giornalisti professionisti dal luglio 1977. Responsabile del basket nella redazione di Bologna, e anche del pugilato. Caporubrica al Corriere dello Sport-Stadio del baseball, sport seguito fin dal 1969 come collaboratore di Stadio. Inviato ai campionati mondiali di baseball del 1972 in Nicaragua, del 1988 in varie città d'Italia, del 1990 a Edmonton in Canada, del 1998 in Italia, nonché alle Universiadi di Torino del 1970 e ai campionati Europei del 1971, del 1987, del 1989, del 1991, del 1999. Dal 2004 al 2007 collaboratore del quotidiano "Il Domani di Bologna" per baseball, pugilato, pallavolo.  

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