Cuba shock, battuta dal Giappone è fuori dal Classic

I caraibici esclusi dalla fase finale del WBC: era dal 1939 che Cuba non arrivava neanche alle semifinali di un evento internazionale – Decisivo un errore al quarto dell'esterno Cespedes – Lite tra Gonzalez e Pestano

SAN DIEGO – Da sempre dominano la scena del baseball internazionale e spesso questa esperienza vincente ha aiutato a superare anche momenti difficili, giocando con fiducia per ottenere il miglior risultato in campo. Ma ieri sera i cubani, almeno stavolta, non sono riusciti a compiere l'ennesima impresa. Hanno trovato una squadra tecnicamente superiore, con un lanciatore devastante ed in serata di grazia, ed hanno perso 5-0 contro quella che è ormai la "bestia nera". Il Giappone. Una sconfitta storica perché, per la prima volta dal 1939, Cuba non arriva neanche alle semifinali di un torneo internazionale. Ma c'è di più. Dal 1952 Cuba ha giocato in 40 manifestazioni internazionali, tutte al massimo livello, vincendone in totale 33 e in 7 occasioni ha raggiunto il secondo posto. Una squadra che per 58 anni è andata sempre in finale in ciascun torneo e che adesso è costretta a tornare a casa mentre Giappone, Corea, Stati Uniti e Venezuela vanno a Los Angeles per decidere chi sarà la squadra campione.
Sin dall'inizio della partita il partente giapponese Iwakuma aveva mostrato di avere un controllo assoluto, utilizzando diversi lanci e facendo gestire palla dopo palla alla difesa giapponese, pressoché perfetta. Per sei riprese ha eliminato sempre i primi due battitori dell'attacco avversario. E con due out, a basi vuote, le valide cubane servono a poco.
Sul mound avversario, per tre inning, il partente cubano Maya fa la stessa cosa, eliminando sempre i primi due battitori e concedendo pochissimo. Ma al quarto la musica cambia e la partita gira decisamente a favore del Giappone. Con un out, Aoki batte un singolo e Inaba realizza un doppio. Il suggeritore nipponico ferma Aoki in terza, anche se avrebbe segnato senza difficoltà. Una volata cortissima per il secondo out. Ogasawara tocca bene Maya, l'esterno centro cubano Cespedes in corsa sembra arrivarci bene per raccogliere quello che dovrebbe essere il terzo out. Ma la palla cade dal suo guanto. I cubani non vogliono credere ai propri occhi. Palla a terra e due punti sul tabellone.
In una posizione certamente inusuale per la squadra nazionale cubana, ha cominciato a traballare il comportamento dei campioni caraibici che hanno iniziano ad agitarsi. La serata di Maya si è chiusa con l'errore all'esterno, era la terza battuta di fila subita dal partente cubano. Entra Yuliesky Gonzalez e si vede per la prima volta che la tensione è alta. Una base a Fukodome, poi una serie di ball ed un balk. Il ricevitore Ariel Pestano si arabbia con il suo lanciatore. Gonzalez fa il terzo out e chiude senza altri danni, ma dopo il cambio di campo tutte le telecamere seguono Pestano nel dugout che continua ad urlare verso il suo lanciatore. Servono i compagni di squadra per dividerli.
Il Giappone fa un altro punto nell'inning successivo, il quinto, e segna il 4-0 al settimo. Quando i tifosi si alzano per cantare "Take me out to the ballgame", Iwakuma esce e sale il mancino Sugiuchi. Per un attimo sembra che i cubani possano riprendersi: il cambio del lanciatore potrebbe dare l'opportunità di rientrare in partita. Velez inserisce tre pinch-hitter di fila, mettendo i suoi destri che battono bene contro i mancini, ma non c'è niente da fare. Sugiuchi elimina i primi due uomini con altrettanti strike-out e fa poi il giro del line-up intero eliminando nove battitori in fila per la salvezza. E' il trionfo giapponese.
Subito dopo, in sala stampa, non si presenta nessuno della squadra cubana. Velez invia due righe scritte in cui esprime i complimenti alla squadra giapponese che descrive come superiore a Cuba. Dopo due settimane di WBC, in cui la squadra perdente ha sempre effettuato interviste con la stampa nel dopo-partita (tanti giornalisti dal Giappone), Cuba non ha mandato nessuno. Forse avevano poco o nulla da dire sulla dolorosa sconfitta.

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