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La nostra "Corea", ora il baseball è a un bivio

Bisogna quasi ritenersi fortunati di non essere così famosi come il calcio. Già, perché uscire mestamente dagli Europei dopo essere stati sconfitti da Francia e Spagna e superati dalla Gran Bretagna equivale a una Corea calcistica. Ne sono ben consapevoli il presidente Riccardo Fraccari e il manager Giampiero Faraone, forse alla conclusione peggiore di una carriera fantastica, dopo aver lasciato la Spagna con un misero settimo posto. Che significa addio Olimpiadi e non solo. Peccato. Nell´anno d´avvio dell´Italian baseball league, dopo una finale che ha fatto riconciliare molti con il baseball – e lo dimostrano le presenze record nella serie finale – è mancata la Nazionale. "Avevamo preparato tutto bene" ha detto sconsolato il manager. Ed è vero. Il campionato che inizia ad aprile e finisce ad agosto, la Italian baseball week per prepararsi contro formazioni di livello, risultati anche accettabili nelle sfide, anzi che ci avevano fatto credere di andare all´Europeo a passeggiare o quasi. E poi? Ci siamo trovati di fronte a squadre che si sono dimostrate più forti. A formazioni che hanno "pescato" meglio di noi tra i professionisti ovvero hanno preso giocatori in grado di fare realmente la differenza. L´Italia no e visto che in queste competizioni l´importante è vincere è su questo che forse occorrerà recriminare. Perché non c´è dubbio che il movimento italiano sia superiore a quello francese e inglese, sicuramente anche a quello spagnolo, ma allora non ha senso andare oltreoceano se dobbiamo poi dire che in squadra c´erano D´Angelo e Maestri. E non ha senso, è una pessima figura di tutto il movimento, andare dietro a ricorsi e controricorsi. L´Olanda ha sbagliato con l´Italia ma sperare che la Commissione penalizzi la Gran Bretagna per un eventuale partecipazione al ripescaggio non ci fa onore. E non lo fa a un movimento che fa fatica ad affermarsi ovunque in Europa. Mettiamoci una pietra sopra, allora, registriamo il peggior risultato di sempre e proviamo ad affrontare il bivio che si presenta: andare a certe competizioni con i migliori – e quindi "costringere" l´organizzazione della Mlb a cederli in ogni parte della stagione, cosa pressoché impossibile – o partecipare con quelli che abbiamo. Ammesso che sia ancora normale guardare al professionismo e poi battersi tra mondiali, intercontinentali, europei e quant´altro scimmiottandolo. Ma il basket come fa? E la pallavolo? E la pallanuoto? Una competizione mondiale, per tutti. Se il baseball deve essere anche in Italia una cosa seria allora "trasformiamo" il World baseball classic nel mondiale vero e proprio, sotto l´egida Mlb e previa un accordo con la Ibaf che continuerà a tutelare il baseball ovunque nel mondo ma per certe competizioni deve lasciar fare a chi oltre a dare spettacolo attrae investimenti. A quel punto andiamoci con gli "italiani" di major – quelli che davvero fanno la differenza – e i nostri migliori. E´ un percorso lungo e difficile, ci saranno ance norme Cio da interpretare e quant´altro, ma l´alternativa è restare in queste condizioni alle quali tanto vale perdere con giocatori veramente nati e cresciuti qui. Poi vanno benissimo i progetti avviati dalla Fibs, la quantità, la crescita dei giovani, l´accademia ma dopo questa batosta la Fibs deve scegliere: fare della Italian baseball league un posto dove far svernare qualche giocatore d´oltreoceano e magari portarlo in Nazionale o avere, attraverso la Ibl, la possibilità di incidere nelle scelte che a questo punto sono planetarie. Far vivere e crescere il baseball italiano o continuare a sopravvivere. Il 29 settembre, data del consiglio federale, se ne saprà di più. Per ora teniamoci la nostra "Corea".

Gianni 23

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