Fraccari annuncia il professionismo per il 2009

Il Presidente Fraccari lancia il progetto di un Campionato professionistico in Italia insieme alla Major League. Il movimento è pronto ?

Un breve comunicato della FIBS pervenutoci via posta elettronica annuncia quella che potrebbe essere una vera e propria rivoluzione per il baseball italiano ma, più in generale per tutto lo sport della nostra penisola. Il presidente della FIBS Fraccari ha incontrato la settimana scorsa Paul Archey, Vice Presidente con delega all´Attività Internazionale della Major League Baseball per discutere della costituzione di una lega professionistica di baseball in Italia. Si tratta di un progetto di cui si vocifera da tempo ma che secondo il comunicato FIBS si è trasformato in qualcosa di concreto e ha cominciato a muovere i primi passi anche formali.
Tra 45 giorni Fraccari dovrebbe consegnare alla MLB un business plan che delinei le strategie che la FIBS vorrà attuare e definisca le risorse necessarie all´avvio della lega professionistica per il campionato 2009. Ovviamente la FIBS si aspetta un contributo forte da parte della MLB in termini non tanto di soldi ma di capacità organizzative e di marketing.
Sempre nel comunicato si parla della costruzione di uno stadio a Roma in grado di ospitare partite di Major League entro il 2009 e di un aumento di investimenti nella Accademia FIBS di Tirrenia oltre che alla permanenza della MLB Academy, sempre a Tirrenia, per i prossimi anni.
Infine l´Italia potrebbe ospitare nella edizione 2013 alcune partite del World Baseball Classic.
Abbiamo subito sentito il presidente per cercare di avere ulteriori chiarimenti visto che dietro il comunicato di poche righe sembra esserci molta carne al fuoco.

Presidente Fraccari, nel comunicato si parla di requisiti minimi che le società dovranno rispettare: può parlarcene più in dettaglio ?
Innanzitutto precisiamo che siamo assolutamente all´inizio di un processo che non sarebbe realizzabile con le risorse attuali, quindi fino a che non riusciremo a trovare le risorse per realizzare questo progetto è prematuro parlare di in dettaglio di qualunque cosa.
Comunque fare un patto con la MLB perché ci aiuti nella costituzione di un campionato professionistico, significa pensare al baseball come ad un prodotto e quindi al baseball come intrattenimento per fare in modo di attirare persone negli stadi. Per fare questo dobbiamo pensare a competere con il mercato dell´intrattenimento attuale e quindi, ad esempio rivedere gli orari attuali delle partite, offrire qualcosa di più e di diverso oltre alla partita. Dobbiamo adattare il modello della MLB alla realtà italiana e abbiamo già delle persone che lavorano per noi su ricerche di mercato che ci aiutino a progettare l´intrattenimento.
Le singole società verranno coinvolte ovviamente ma ci sarà un coordinamento centrale secondo il modello del Single Entity Format che nel nostro caso prevederà la centralizzazione della gestione di alcune attività come i rapporti con i media, le produzioni tv e l´acquisto di materiale.
Onestamente in un contesto in cui molte società non provvedono, come dovrebbero secondo circolare agonistica, a installare nei propri stadi una linea internet veloce (una spesa che di sicuro non supererebbe i 1000 euro annui), ci sembra difficile che si riesca a convincerle a questi adeguamenti.
Mi lasci dire che dobbiamo smetterla di parlare in negativo, cercando anche cose poco importanti. Dobbiamo parlare in positivo pensando a quello che dobbiamo fare in positivo e soprattutto alle cose veramente importanti e strategiche.
Allora lasci che le faccia un altro esempio: l´anno scorso parlando con un presidente di una società di A gli portai l´esempio di un locale molto frequentato, posto nello stesso contesto in cui si trova lo stadio della sua società a nemmeno 100 metri dall´ingresso. Gliene parlai come di un esempio di intrattenimento da portare dentro lo stadio. La risposta fu che secondo lui non c´era bisogno di una cosa di quel livello.
Credo che quando daremo ai presidenti di società delle proposte concrete e concretamente realizzabili nessuno si tirerà indietro. Il nostro obiettivo deve essere di aiutare le società a trovare delle risorse e contemporaneamente aumentare gli incassi. Attualmente il rientro in termini di biglietti è di circa il 5-8% del budget (secondo le cifre ufficiose il budget di una squadra di A di livello medio alto è intorno ai 400.000 euro annui). Dobbiamo arrivare a fare in modo che almeno il 50% dei costi sia coperto dagli introiti degli incassi o dei servizi annessi.
La costituzione delle franchigie significherebbe la fine del sistema promozioni/retrocessioni per il campionato di vertice. Si tratta della prima esperienza del genere in Italia. Il CONI non ha nulla da obiettare ?
Questo non è in alcun modo un problema: per abbattere qualsiasi polemica in merito basterebbe porre come condizione per la partecipazione alla massima serie una fideiussione sufficientemente alta
Quali saranno le risorse che potranno arrivare dalla MLB?
Al momento abbiamo fatto solo delle ipotesi, ma stiamo pensando, ad esempio a fare in modo che i giocatori stranieri provengano dalle società di MLB e siano pagati da loro.
Raddoppieranno gli investimenti per la Accademia FIBS di Tirrenia perché per la MLB è vitale che l´Italia riesca a produrre propri giocatori di vertice dato che una lega professionistica non può vivere solo con giocatori di importazione.
Abbiamo parlato anche di collegare le varie leghe invernali in giro per il mondo con il campionato.
L´esperienza di riferimento è quella dell´Australia in cui la partecipazione della MLB è al 50%.
Vedere la Federazione partire di slancio in questo progetto ci sembra l´ennesima conferma che il movimento in Italia è a dir poco ingessato e che le spinte all´innovazione arrivino tutte dal vertice. Come pensa di convincere le società attuali nella costituzione delle franchigie ? Oppure il progetto e´ di coinvolgere altri soggetti ?
Si parte senz´altro dalle società di vertice attuali ma se per strada troviamo altri partner saremo felici di prenderli in considerazione.
Ci saranno anche criteri geografici ? Per essere chiari si pensa, anche per comprensibili ragioni di costi, ad una lega localizzata in Emilia-Romagna Toscana e Lazio ?
Al momento crediamo che sia realistico pensare a 8-10 squadre non di più e dato che pensiamo di partire dalle attuali società di vertice, ovvio pensare che partiremo da quelle zone.
Però noi speriamo di riuscire a valorizzare realtà importanti come quelle che si trovano in Piemonte, Lombardia e Tri-veneto.
Oltre al business plan già citato nel comunicato, sono previste altre tappe formali di avvicinamento ? Con che tempi ?
Già a settembre, prima della consegna del business plan, ci sarà un altro incontro qui in Italia. Noi vorremmo arrivare per la fine dell´anno alla definizione di un programma di lavoro e dato che vogliamo utlizzare le stagioni 2007 e 2008 come tappe di avvicinamento, vorremmo avere qualcuno della MLB al nostro fianco qui in federazione fisso a lavorare con noi, sin dall´inizio dell´anno prossimo.

Concludiamo l´intervista con una certa insoddisfazione, sia perché avremmo voluto sapere di più dei progetti e delle ipotesi fatte con la MLB durante l´incontro della settimana scorsa, sia perché ci è parso di capire che si tratta di una iniziativa che si poggia per ora solo sulla volontà del Presidente federale, neanche di un Consiglio Federale, mai citato da Fraccari durante l´intervista e tanto meno da un nucleo di società di vertice con dirigenti volenterosi. L´ennesima spinta dall´alto ad un movimento che al momento non ha diffuse dentro di sé le capacità e la volontà di fare un salto di qualità. In questo contesto comprendiamo ancora di più la prudenza di Fraccari nel non fare annunci senza aver concluso veri e propri accordi e speriamo di avere presto altre novità che confermino non tanto la capacità del presidente di trattare con la MLB, cosa che ha già dimostrato con il World Baseball Classic, ma la condivisione vera del progetto da parte delle società.

Informazioni su Ivano Luberti 324 Articoli
Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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