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L'addio di Trieste e il baseball a due facce

La bella figura americana, gli statunitensi che non dimenticano le origini e vestono la maglia azzurra con orgoglio, Mike Piazza che gira lo spot con la faccia tricolore. Il baseball italiano nel mondo che conta, quello delle Major League, quello di un torneo che ha avuto un successo organizzativo riconosciuto in tutto l'ambiente. Giri pagina e trovi la rinuncia del ripescato Trieste all'A/1, uno scarno comunicato federale per dire che il massimo campionato sarà a 9 squadre, tanto il prossimo ne avrà 8… Ma sì, tutto sommato la figuraccia fatta in casa a chi importa? Siamo andati a far bella figura tra i pro, guardiamo ormai a quel mondo, apriamo accademie, pazienza se Trieste lascia, se anni fa l'aveva fatto Caserta, se Reggio Emilia ha rinunciato appena promossa. Il nostro resta purtroppo un baseball a due facce, quella che dialoga con i professionisti e poi fa i conti in casa con gli sponsor che non ci sono – ma chi investirebbe su uno spettacolo spesso misero? – i dirigenti stanchi, un salto di qualità che non c'è stato. Lo attendiamo da anni, da quando il presidente Riccardo Fraccari ha preso in mano le redini del movimento. Ha fatto molto, il World baseball classic oggi ma l'Accademia ieri sono un grande passo in avanti ma ora dobbiamo andare all'incasso. Capire cioè se in Italia vogliamo fornire, per il momento con i pochi giocatori ottimi che abbiamo e gli innesti che arrivano dalla Major, quindi costruendo vivai all'altezza della situazione, un campionato di baseball degno. Cioè che piace al pubblico, che sia spendibile televisivamente, dove intorno alla partita si creino degli eventi. E' stato dimostrato che le partite interessanti sono seguite, l'Italian baseball week insegna, ma è inammissibile continuare a propinarci incontri interminabili al sabato pomeriggio con un bis serale che non seguono più ormai nemmeno le mogli dei giocatori. Siamo certi che il presidente abbia ben chiaro questo concetto, così come il fatto che da troppi anni aspettiamo il rilancio. Ora servono i fatti, perché o la A con otto squadre sarà uno spettacolo presentabile o cominciamo a rinunciare al baseball a due facce e teniamoci il nostro, tra il dilettantesco e l'amatoriale. Verificare negli stadi della massima serie per credere, dallo spettacolo in campo – degno solo alcune volte – ai servizi per i pochi temerari che continuano a seguire il batti e corri. Partiamo dalla rinuncia di Trieste per dire: basta, facciamo qualcosa di finalmente degno.

Redazione

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