A rischio il World Baseball Classic?

Si avvicina a grandi passi la data di inizio dello storico appuntamento con il World Baseball Classic, ma regnano ancora tante incertezze: occhi puntati su Cuba

La prima edizione del World Baseball Classic si terrà tra poche settimane ma il clima intorno all'evento è tutt'altro che sereno.
La stampa italiana non presta grande attenzione a questa manifestazione, come al baseball in generale ma a leggere la stampa internazionale, anche solo i titoli, si percepisce che le cose non stanno andando proprio per il verso giusto.
In questo momento, a sentire l'IBAF (la federazione internazionale) sembra quasi che il WBC non debba più giocarsi dopo che il Dipartimento del Tesoro degli USA ha negato l'ingresso della rappresentativa di Cuba sul suolo nazionale. Portorico, seppur in modo anomalo (i suoi cittadini non votano nelle elezioni presidenziali e per quanto riguarda lo sport ha proprie rappresentative nazionali) fa parte degli Stati Uniti e quindi Cuba non potrebbe partecipare alla competizione neppure nella sua prima fase.
Cuba, seppur nel silenzio del sito ufficiale del World Baseball Classic aveva nelle settimane precedenti più volte fatto sapere di aver deciso di aderire alla manifestazione, dopo mesi di trattative, nei quali si era speso anche il presidente della FIBS Riccardo Fraccari.
Dopo l'annuncio del Dipartimento del Tesoro le autorità cubane hanno rilanciato dichiarando che, visto che il motivo dell'esclusione è l'embargo economico, Cuba, in caso di partecipazione, devolverebbe i proventi della partecipazione al WBC in favore delle vittime dell'uragano Katrina che ha colpito duramente New Orleans nello scorso anno.
Potete eventualmente leggere il testo in inglese dell'annuncio.
La mossa di Cuba è stata molto abile ed ha messo in difficoltà le autorità statunitensi incalzate dalla stessa Major League che non vuol vedere sfumare i propri sforzi diplomatici di mesi e per la paura, rivelatasi concreta, che altre nazionali minacciassero di abbandonare la competizione per protesta.
La vicinanza politica di Cuba e Venezuela è nota a molti e la vicinanza del Presidente IBAF Aldo Notari a Cuba è altrettanto nota.
Ormai la macchina del WBC era già in moto ma la Major League ha annunciato subito che non avrebbe cercato sostituti prima di avere la totale certezza che non ci fosse modo di far arrivare Cuba a Portorico.
Gli interessi economici sono notevoli: la Majestic ha annunciato in pompa magna di essere il fornitore ufficiale di materiale da gioco di ben 11 dei 16 team partecipanti (tra cui l'Italia con cui ha un contratto da tempo).
Anche Peter Ueberroth, ex Commissioner della MLB e a capo dell'organizzazione delle Olimpiadi di Los Angeles nel 1984, ha preso posizione contro l'esclusione di Cuba motivandola con il fatto che questo pregiudicherebbe la possibilità agli Stati Uniti di ospitare i giochi olimpici in futuro.
Così mentre la stampa USA annunciava che Matt Galante è il Manager della rappresentative italiana al WBC -anche se un annuncio in questo senso deve ancora arrivare dalla FIBS che ha solo dichiarato che Galante fa parte dello staff tecnico- la MLB rinnovava la sua richiesta per avere il permesso di far entrare Cuba forte del fatto che le critiche non arrivavano solo dalla stampa estera e specialmente sudamericana ma anche dall'interno degli Stati Uniti.
Come prevedibile il Venezuela (visti gli ottimi rapporti tra Chavez e Fidel Castro) ha fatto una mossa per mettere in difficoltà gli americani e si è offerto di ospitare il primo round della manifestazione in luogo di Portorico, vanificando così l'embargo e, nel caso di qualificazione dei caraibici, mettendo gli Stati Uniti davanti al fatto compiuto.
Come abbiamo anticipato la vicenda ha infine raggiunto il suo acme quando l'IBAF di Notari ha minacciato di disconoscere il torneo e di vietare ai suoi affiliati di partecipare se il divieto per Cuba rimanesse.
In tutto questo bailamme si sono inseriti anche gli anti-castristi residenti negli States, lobby piuttosto potente e ben rappresentati in politica, che hanno cercato di promuovere la costituzione di una rappresentativa interamente formata da esuli fuoriusciti come Orlando Hernandez ed il fratello Livan (di cui si è ventilata la partecipazione al WBC tra le fila di Portorico).
La vicenda ha cominciato anche a provocare qualche danno economico visto che gli organizzatori si sono visti costretti a sospendere la vendita dei biglietti per le partite che si giocheranno a Portorico, mentre i danni di immagine già non si contano come dimostra il riaffiorare di articoli che sollevano perplessità sulle caratteristiche della manifestazione o che mettono in luce alcune contraddizioni come il fatto che il WBC farà calare l'interesse per lo Spring Training.
La vicenda deve ancora vedere la sua conclusione e nel frattempo si sono succedute le prese di posizioni di giocatori, tra i più noti che hanno deciso di partecipare o di rinunciare con varie motivazioni: Hideki Matsui esterno degli Yankees ha rinunciato dichiarando apertamente che il suo club ha la precedenza sulla nazionale.
Tra i giapponesi ha rinunciato anche l'interno dei White Sox, Iguchi, ma si è invece impegnato l'esterno dei Mariners Ichiro Suzuki.
Ha rinunciato anche il veterano dei Braves, Smoltz, mentre ha confermato la propria partecipazione la stella degli Yankees Alex Rodriguez.
Le rinunce, anche di grossi nomi danno qualche ragione a chi dice che il WBC non sarà una competizione di alto livello e non verrà giocata con grande spirito agonistico.
Del resto la grande determinazione dimostrata fino a qui dai paesi pro-Cuba sembra assegnare grande valore politico a questa competizione ed alla sua valenza per l'espansione del Baseball in tutto il mondo.
Infine segnaliamo come uno dei coach presenti questa estate alla MLB Baseball Academy di Tirrenia parteciperà al WBC.
Rick Magnante infatti, è entrato a far parte dello staff dell'Australia.

Informazioni su Ivano Luberti 324 Articoli
Ivano è cresciuto in Maremma dall'eta' di 6 anni e ha visto la sua prima partita di baseball a 9 anni. Ha abbandonato la sua passione per il batti e corri a 19 anni quando si è trasferito a Pisa per l'Universita' e lo ha riscoperto dieci anni dopo quando ha cominciato ad utilizzare Internet per lavoro. Si definisce uno spettatore informato con una logorrea innata che ha deciso di sfogare scrivendo qualche articolo, dopo che il forum di Baseball.it non gli bastava piu'. Laureato in Scienze dell'Informazione e informatico di professione crede nella cooperazione al punto di aver fondato una cooperativa a Pisa, città dove risiede e che purtroppo è un deserto per lo sport che ama.

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