Prink Grosseto, vittoria con merito

Costruita per vincere, onore al Bologna. Le società esempio da seguire

Hanno costruito una squadra per vincere e ci sono riusciti.
Cominciamo dai complimenti alla Prink Grosseto, in testa dall'inizio alla fine.
Una squadra che rispetto alle stagioni passate ha saputo mantenere unito il gruppo, ha trovato lo spirito appunto di “squadra”, è riuscita a integrare un promettente gruppo di giovani con quello dei più esperti.
Soprattutto ha indovinato la scelta degli stranieri, cosa di non poco conto se pensiamo al “viavai” sul monte degli anni passati.
Uno come Navarro non si era forse mai visto in Italia.
A questo aggiungiamo che nei play-off, esclusa la “svista” di Nettuno e il clamoroso ko di Rollandini (un “mostro” per lunga parte della stagione regolare) in gara-5, i maremmani hanno dimostrato tutta la propria forza e avuto in momenti particolari, in un paio d'occasioni a Bologna, la fortuna giusta e il gioco è fatto. E' stato bravo Medina nel mixare il materiale a disposizione, nell'integrare i giovani con i più esperti, nell'evitare screzi che se pure ci sono stati – sono normali in un gruppo – non sono mai emersi.
E la squadra non l'ha tradito, anzi grazie all'acquisita mentalità vincente se non ha battuto Ramos ci ha pensato De Santis, se ha commesso un errore Ozuna da dietro al piatto si è riscattato Bischeri che nel confronto con Antigua partiva meno favorito.
Lo scudetto torna a Grosseto dopo quindici anni con grande merito, quindi, su questo nessuno può avanzare dubbi.
Va dato atto all'Italeri Bologna di avercela messa tutta fino in fondo ma di essere mancata, quando serviva, nel box di battuta.
I maremmani e i felsinei avevano conquistato con pieno merito la sfida scudetto e hanno onorato al meglio la sfida, dimostrando che il batti e corri di casa nostra, ai loro livelli, merita anche le dirette televisive. E' stato un bello spettacolo quello che è stato possibile vedere anche in tv, una buona promozione anche con la giusta cornice di pubblico.
Ecco, è stato l'elemento in più di queste finali, l'ennesima dimostrazione che far vedere del bel gioco paga. In termini di pubblico, di seguito in tv, di attenzione dei media.
La strada tracciata in questa stagione dal Grosseto neo campione d'Italia e dal Bologna che ha monopolizzato insieme ai maremmani la regular season è quella verso un baseball di eccellenza. L'unica percorribile, è ormai acclarato, se si vuole tornare a rendere interessante questo sport anche per il pubblico.
L'entusiasmo di Grosseto sarà “contagioso”? Ci auguriamo di sì, per il bene del baseball.
Intanto ancora complimenti.

Informazioni su Giovanni Del Giaccio 218 Articoli
Un uomo di baseball "prestato" alla cronaca. Il ruolo di direttore di baseball.it è stato oltre a un onore ed onere una sorta di "rivincita" sul giornalismo in prima linea che mi ha allontanato dai campi di gioco. Nasco giornalista con carta, penna e macchina da scrivere ma non ho mai smesso di aggiornarmi. Ho oltre 35 anni di carriera e una grande esperienza nei quotidiani. Da ultimo ho lavorato al Messaggero e ho vissuto il passaggio dal cartaceo al digitale, creando contenuti per entrambe le piattaforme (carta-web). Sono specializzato in sanità e salute. Laureato in Sociologia alla Sapienza, presso la stessa università ho conseguito la laurea in Comunicazione scientifica e biomedica. Gestisco palinsesti social e sono docente a contratto presso l’università di Genova. Oltre a vicende di cronaca, per questo sito ho seguito il World baseball classic del 2009 e i mondiali under 18 in Corea del 2019. Il lavoro mi ha costretto a rinunciare all’attività nell’Anzio baseball, società per la quale sono stato un pessimo giocatore (ma un fuoricampo in carriera l'ho battuto) e un giorno – quasi per caso – mi sono trovato ad allenare una formazione giovanile. Tante sconfitte ma anche la soddisfazione di vedere qualcuno che ho allenato giocare in serie A. Alla Coach Convention di Bologna del 1989 sono stato tra i promotori dell’inserimento della regola dei 4 punti nella categoria Ragazzi. Tornato in campo con un gruppo di vecchi amici, posso vantare anche la vittoria - da manager - di un campionato di serie C con i "Pirati". Il rimpianto? Non essere riuscito a trasmettere a Sabrina la passione per il baseball, neanche facendole vedere più volte "L’uomo dei sogni". Dei figli, Arianna ha scelto il basket e Gianmarco dopo un paio d'anni ha lasciato il baseball. Amo il mare, la buona cucina ("la minestra di pesce è come un fuoricampo che ti fa vincere la partita all’ultimo inning"), la musica jazz e raccolgo ritagli di giornale. Come diceva il grande inviato Richard Kapucinsky: "Mai stancarsi di studiare il mondo". Per i figli darei la vita e ringrazierò sempre mio padre - per tutti Zi' Carlo - che mi ha fatto conoscere il Gioco. Ah, si è capito vero? Toglietemi tutto ma non il baseball.

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