Col senno del poi…

Prink e Italeri chiudono in parità il primo weekend delle finali scudetto

Uno a uno e palla al centro. Si riassume usando un inflazionato gergo calcistico la situazione dopo le prime due partite delle Ip Baseball Series giocate allo Iannella di Grosseto. In mezzo ci sono state venti riprese infuocate, uno shut-out, errori e prodezze, una contestazione arbitrale, una splendida rimonta, strategie e tutto quanto fa grande baseball, tra una cornice di pubblico delle grandi occasioni, quasi indimenticabile, quale quella che ha offerto lo stadio grossetano in questo fine settimana.
Tra i tanti punti da analizzare che ne sono due che non possono passare inosservati. Il primo ovviamente è che in garadue per la Prink si è rivisto esattamente lo stesso film della quarta partita di semifinale giocata a Nettuno. Il partente che esce al settimo con un buon vantaggio, e il closer che fallisce la salvezza. A Nettuno Navarro aveva chiuso la sua prova dopo sette riprese ed un numero di lanci non eccessivamente elevato, mentre Rollandini sabato sera aveva sul braccio già 121 lanci. Aveva però anche chiuso la settima ripresa con tre strike out, col senno del poi sicuramente andava rimandato in pedana e lasciato "navigare a vista" sino ad un'eventuale sostituzione, che sarebbe arrivata al primo ulteriore segnale di difficoltà. Una considerazione che fatta dodici ore dopo la partita è facile e scontata, resta però il fatto che in due delle ultime tre occasioni il bullpen per la Prink non ha fatto il proprio dovere, così come la difesa nelle fasi calde, quando la palla pesa come un macigno, è sembrata tutt'altro che impeccabile.
L'altro punto è la capacità di reazione dell'Italeri. Che in garauno e sino all'ottavo di garadue una volta in svantaggio pareva condannata alla sconfitta molto prima che si chiudesse il match. Lo si leggeva dall'atteggiamento della formazione di Mazzotti, quasi rassegnata a questa sorte, soprattutto quando venerdì Navarro nella necessità di chiudere lasciava "andare il braccio" e per gli emiliani erano dolori. Il cambio del pitcher sabato sera è stato senza dubbio il momento della svolta, ovviamente, ma se non è un segnale importante l’approfittare a pieno dei momenti di incertezza altrui…
La serie adesso si sposta al Falchi, certo le undici riprese e il conseguente uso dei rilievi ha cambiato un po’ le carte in tavola e qualche strategia potrebbe essere saltata. Rimane l’impressione che tra le due squadre l’equilibrio regni assoluto, a conti fatti la serie ha ottime probabilità di tornare allo Ianella. Con partite si decideranno come già successo per un episodio, per un momento di calo, per un colpo di fortuna, come in ogni finale che si rispetti.

Informazioni su Mauro Cugola 547 Articoli
Nato tre giorni prima del Natale del 1975, Mauro è laureato in Economia alla "Sapienza" di Roma, ma si fa chiamare "dottore" solo da chi gli sta realmente antipatico... Oltre a una lunga carriera giornalistica a livello locale e nazionale iniziata nel 1993, è anche un appassionato di sport "minori" come il rugby (ha giocato per tanti anni in serie C), lo slow pitch che pratica quando il tempo glielo permette, la corsa e il ciclismo. Cosa pensa del baseball ? "È una magica verità cosmica", come diceva Susan Sarandon, "ma con gli occhiali secondo me si arbitra male". La prima partita l'ha vista a quattro mesi di vita dalla carrozzina al vecchio stadio di Nettuno. Era la primavera del '76. E' cresciuto praticamente dentro il vecchio "Comunale" e, come ogni nettunese vero, il baseball ce l'ha nel sangue.

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