Poco importa se all'ultima giornata i ragazzi azzurri non sono riusciti a conquistare da soli la qualificazione, ma c'è voluto l'aiuto provvidenziale di Cuba. L'Italia juniores è nei quarti di finale dei mondiale, quindi è tra le otto nazionali più forti del mondo. Un risultato straordinario, imprevedibile alla vigilia ma quanto mai meritato da un gruppo solido e tecnicamente molto valido.
Gli azzurrini di Holmberg sono stati sonoramente battuti, 8-0, dall'Australia nell'ultima gara del girone B, con un punteggio però non abbastanza largo da permettere ai “canguri” di superare i nostri nel coefficiente di punti subiti per inning giocato. In una giornata in cui gli azzurri sono apparsi decisamente sottotono rispetto alle altre gare, ai nostri va dato comunque il merito di aver fermato la corsa dell'Australia e limitato i danni quando sembrava che il punteggio si stesse facendo pesante. Per passare il turno l'Italia ha poi dovuto armarsi di calcolatrice e andare a fondo nelle pieghe del regolamento; era necessario che Cuba (già matematicamente qualificata per i quarti come prima del girone A) facesse il suo compito fino in fondo e superasse Panama, per creare una parità a tre (per il 3° e 4° posto nel gruppo) con Panama, Australia e Italia. Così è successo e gli azzurri si sono qualificati come terzi nel girone per via del miglior coefficiente punti subiti/inning giocati negli scontri diretti. Ora, dopo un giorno di riposo, ci sarà la sfida contro gli Usa o la Cina Taipei con in palio le semifinali.
Tutti questi complicati ragionamenti frullavano anche nella testa dei ragazzi italiani, che si sono presentati alla gara con l'Australia scarichi e forse troppo sicuri di passare comunque il turno. Su un campo reso pesante dalla pioggia (che ha fatto annullare tutta la procedura pre-gara), le mazze azzurre sono rimaste paralizzate davanti ai lanci dell'ottimo partente aussie Naylor, mentre la difesa ha commesso un paio di errori chiave in momenti importanti.
Eppure il difficile intervento di Scalera nel primo inning sulla rimbalzante di Zorn aveva fatto sperare di vedere un'Italia decisa e concentrata come contro Panama. Ma non è stato così, e già al secondo inning gli australiani hanno messo tre punti sul tabellone. Il partente azzurro Poletti non è mai veramente entrato in partita e la sua veloce non ha mai raggiunto le quote abituali; le basi-ball a Kennelly e Roberts e i doppi consecutivi di Dixon e McMillan hanno permesso ai canguri di effettuare il primo salto verso la vittoria.
Per le mazze azzurre i lanci di Naylor sono risultati indigesti fin dal primo inning, e in più di una occasione quando il legno ha impattato la palla è stata la perfetta difesa australiana a metterci una pezza. Come nel primo inning: con Scalera in base per ball una bella presa in corsa del seconda base Graham, con la schiena al piatto, ha tolto vita alla ripresa. Per due volte, poi, era una dubbia chiamata arbitrale a favorire gli australiani. Prima al secondo, quando De Simoni veniva privato di un singolo interno con una chiamata dubbia di out in prima. Poi, al terzo inning, dopo che Retrosi riusciva finalmente a toccare Naylor con una valida, era una linea di Liddi a venire presa al volo apparentemente dopo il rimbalzo dal prima base Benson; ma le rumorose proteste della panchina azzurra non servivano a far cambiare agli arbitri la chiamata di out.
Al terzo inning il vantaggio degli australiani aumentava. Tutto nasceva dall'errore di Scalera sulla battuta di Naughton, che arrivava in seconda base e veniva poi invitato a casa dalla valida di Kennelly. Per lo staff azzurro era già giunta l'ora di mettere fine alla partita di Poletti e di ripescare De Simoni, eroe della gara contro il Sudafrica; il lanciatore dello Junior riusciva a portare la squadra fuori dall'inning senza altri danni, ma anche per lui presto sarebbero iniziati i problemi.
Era solo un errore sulle basi di Roberts, colto dalla difesa tra la prima e la seconda, a togliere le castagne del fuoco per gli azzurri nel quarto inning. De Simoni in quella ripresa concedeva una valida e una base-ball, mentre la successiva si apriva con l'errore di Liddi, ed arrivavano i guai seri. Il bunt di Naughton era troppo preciso per la difesa azzurra, De Simoni perdeva la concentrazione e con la base-ball a Kennelly riempiva i cuscini. Toccava allora a Gladstone, che infilava un preciso singolo da due punti, con il secondo corridore (Naughton) che nell'attraversare il piatto si scontrava duramente con il catcher Sparagna. Nessun problema fisico per il nostro catcher; a livello morale, per lui e per tutta la squadra, era un'altra storia, anche perchè con l'out interno di Benson e con la valida di Dixon erano altri due i punti che venivano messi sul tabellone. Tra l'altro, su quest'ultima azione si infortunava De Simoni, che si provocava una botta al ginocchio allungandosi per intervenire sulla battuta; l'azzurro doveva lasciare il campo, rilevato sul monte da Fabbrizioli. L'inning finiva senza altri punti subiti, ma il clan azzurro cominciava a tremare; era fondamentale fermare al più presto l'emorragia ed evitare che l'Australia dilagasse, pena l'eliminazione automatica. Ecco perchè, dopo un inning in cui a salvarci era un doppio gioco che partiva dalla prima con out su toccata in seconda, nella settima l'Italia decideva di mandare sul monte Schiavoni. Il giocatore del Codogno, uno dei lanciatori di punta della squadra di Holmberg, finora era stato solo utilizzato come esterno per un piccolo problema al braccio: le cure dello staff medico azzurro lo hanno però rimesso completamente in sesto, e visto che con l'Australia bisognava assolutamente chiudere senza subire altri punti, il manager Holmberg non ha esitato.
Con l'italo-argentino sul monte a tirare fucilate da più di 90 miglia orarie, le mazze australiane hanno iniziato a faticare. In tre riprese, solo un battitore “aussie” arrivava in base, per ball all'ottavo inning, ma non andava oltre. Nel nono, poi, era uno spettacolare volo di Retrosi in esterno sinistro a cancellare una valida da extra-base da parte di Naughton.
Sull'altro fronte, l'Italia non poteva nulla nè contro Naylor nè contro il rilievo mancino Hendrickson. L'unica possibilità di muovere il tabellone arrivava al quarto inning: Schiavoni batteva valido e con un'ottima corsa arrivava salvo in seconda, a Pandolfi veniva concessa una base-ball intenzionale, ma con due out De Simoni finiva k. Da allora in poi 16 battitori per 15 eliminazioni, con turni di battuta in alcuni casi brevissimi e indicativi della poca concentrazione e convinzione degli azzurrini. Mentre gli australiani chiudevano con un 8-0 secco ma per loro non del tutto soddisfacente (avrebbero avuto bisogno di più punti per ribaltare la situazione a loro vantaggio), la pioggia tornava a farsi violenta sul campo di Shinchuang.
Per fortuna a fare da ombrello agli azzurri arriva provvidenzialmente Cuba. Ma la sofferenza è tanta. I caraibici e Panama ci fanno rimanere in apprensione per diverse ore, anche se il risultato della gara non è mai in discussione, ma gli inning sembrano non passare mai e una lunga interruzione per pioggia rende ancora più interminabile questo grigio pomeriggio taiwanese. Che in serata però si colora di azzurro: Cuba vince 10-3. E noi siamo nella storia.
AUSTRALIA 031.040.000 = 8 (9 bv, 0 e)
ITALIA 000.000.000 = 0 (3 bv, 3 e)
AUSTRALIA: Graham 4, Zorn 6, Naughton 5, Kennelly 9, Ryan DH (Gladstone), Benson 3, Roberts 8, Dixon 2, McMillan 7
ITALIA: Santolupo 8 0/4, Liddi 5 0/4, Scalera 6 1/3, Schiavoni 9 1/4, De Simoni 7 0/2 (Fabbrizioli 0/1), Pandolfi 3 0/2, Sparagna 2 0/2, Ugolotti DH 0/0 (Retrosi 1/3), Campanini 4 0/2
Lanciatori
Naylock (W)
Hendrickson
Poletti (P) 2.1 rl 4 p 3 pgl 3 bv 2 bb 1 k
De Simoni 2.1 rl 4 p 2 pgl 4 bv 2 bb 3 k
Fabbrizioli 1.1 rl 0 p 0 pgl 2 bv 0 bb 0 k
Schiavoni 3 rl 0 p 0 pgl 0 bv 1 bb 3 k
Note
Doppio: Schiavoni
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