Che gioie, gli azzurrini

Il Mondiale juniores è la cosa più bella dell'anno. E aiuta a mitigare le amarezze di una battuta in doppio gioco a slow pitch

Non so voi, ma io sono molto orgoglioso di come si sta comportando la nazionale juniores al Mondiale di Taiwan.
Inseriti in un girone impossibile, gli azzurrini hanno battuto Panama ("la miglior squadra juniores mai selezionata da noi", parola di un collega del Centro America; in effetti, Panama aveva in rosa 6 ragazzi già sotto contratto con organizzazioni di Major) e il Sud Africa e si sono piazzati terzi. Davanti anche all'Australia (che pure ci ha battuti) e che aveva in rosa 9 professionisti (5 sotto contratto con squadre di Major e 4 con la federazione 'downunder') e 5 'residenti' alla loro Accademia. Oltretutto l'Australia ha una selezione di nati nel 1986, mentre alcuni dei migliori talenti azzurri (De Simoni su tutti) hanno davanti altri 2 anni da juniores.
Altro: nel 2000 e nel 2002 ci siamo piazzati undicesimi. Qui, se va male, arriveremo ottavi. Nella prima fase del Mondiale 2002 perdemmo tutte e 5 le partite, 3 per manifesta inferiorità e le altre 2 11-2 contro Panama e 19-7 con l'Olanda. Segnammo 15 punti, subendone 75.
Quest'anno chiudiamo a 16 segnati e appena 24 subiti.
Insomma, io esulto. Non so voi. E spero che chi non ha usato mezzi termini per parlare e scrivere delle Olimpiadi non ne usi anche ora che c'è da parlare e scrivere, ma in positivo.

Imparare nella vita è bello e importante. E io sono grato al vice direttore della Gazzetta dello Sport Franco Arturi perchè mi ha insegnato che mettere in dubbio che il lavoro fatto dal suo giornale su baseball e softball può essere definito "volgare ingiuria".
Non sapevo che ingiuria significasse questo. Ho anche cercato sul dizionario: "offesa rivolta al nome e all'onore altrui". Offesa (sempre secondo il dizionario: "l'atto dell'attaccare")? Prendere atto che il più diffuso quotidiano sportivo italiano ha sbagliato il risultato della gara che assegnava lo scudetto di baseball 2003 è un 'attacco al nome e all'onore'? E porsi il dubbio che, alla luce di questo precedente, altri giudizi andassero forse soppesati meglio è un altro 'attacco'?
E' vero, ho detto che scrivere che "in 60 ad Atene per questo fallimento" (il concetto, non la frase testuale del cronista del 'foglio rosa') è un giudizio "ignobile". Che, sempre secondo il mio dizionario, significa: "che, chi denota meschinità d'animo".
Duretto, forse. Ma anche inappropriato? Ditemelo voi…

Visto che sono felice per quel che sta facendo la nazionale juniores, mi sono deciso a fare un passo che meditavo da tanto tempo. Al diavolo la tecnologia, ho coillegato all'impianto stereo il mio vecchio giradischi per ascoltare i dischi in vinile dei miei 20 anni. Che è vero: frusciano, si sentono peggio dei 'cd' e ogni 20 minuti hanno una facciata che finisce. Però mi hanno permesso di fare un incredibile viaggio alla riscoperta di emozioni che erano state sepolte dal tempo che avanza.

Notizie dalla mia dieta: gli effetti si vedono soprattutto sul campo da softball (slow pitch). Le abituali battute sull'interbase, nelle quali sono ultimamente specializzato con situazione di corridore in prima e 1 out, portano sempre all'eliminazione del mio compagno, ma la mia ritrovata velocità (sulle 60 yard sono accreditato di 11 o 12 secondi) mi consente almeno di non cadere in un doppio gioco, che a slow pitch è quasi umiliante come uno strike out.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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