Ve lo do io il “Global Warming”

Stando a Rho venerdì sera si poteva semmai parlare di “Global Cooling”. Nel 2005 avremo un Mondiale o due? O magari nessuno?

Mi dovete spiegare la storia del “Global Warming”.
E' da qualche anno che sento che “non ci sono più gli inverni di una volta” perchè il buco nell'ozono riscalda la terra e si sciolgono le calotte polari.
Personalmente, sono sensibile alle tematiche ambientali. Così lo scorso anno in Olanda, quando il termometro arrivava a 35 gradi e gli abitanti dei Paesi Bassi erano colti da isteria collettiva (loro sono abituati ad avere il riscaldamento acceso fino a giugno inoltrato), avevo preso buona nota del fatto che la temperatura del globo si era riscaldata in maniera irreparabile e mi chiedevo cosa potevo fare io, nel mio piccolo, a parte sostituire i deodoranti 'spray' con quelli 'stick'.
Venerdì scorso sono invece andato a Rho. Sono arrivato che il termometro della mia Renault Clio (sempre quella “omologata da cronista itinerante”) segnava 12 gradi. Così ho dato un'occhiata al calendario dell'agenda, che mi confermava in maniera ineluttabile che eravamo davvero a maggio, proprio lo stesso mese in cui fioriscono i peschi e tutte quelle cose lì. Durante la partita ho vissuto scende di tenerezza infinita, quando il regista di Global Television mi ha comunicato che avrebbe coperto la postazione, subito aggiungendo che “non è tanto per te, ma per il video”. La partita è comunque arrivata al nono inning e io sono ripartito. A quel punto, il termometro della mia Renault Clio segnava 7 gradi.
Chiedo quindi ufficialmente che si parli di un effetto collaterale del buco nell'ozono chiamato “Global Cooling”, perchè a maggio non è normale che ci sia questo freddo e immagino che le calotte polari si siano rafforzate.
Già un'altra volta avevo affermato che un'estate particolarmente calda o una primavera troppo anticipata col “Global Warming” c'entrano poco. Va bene fare attenzione, ma non è che dobbiamo sempre e per forza credere a tutto quanto di catastrofico ci viene proposto.
A questo proposito voglio segnalare un libro nel quale l'autore si pone i miei stessi dubbi sul Global Warming e altre catastrofi annunciate. Se gli sia venuto in mente di scriverlo patendo freddo in uno stadio da baseball, non ve lo so però dire.

A proposito di venerdì scorso, sono rimasto molto favorevolmente impressionato dal Paternò. Mi è sembrata una squadra davvero solida. Ergo, ho deciso che sono da oggi tifoso ufficiale dei Warriors, il che dovrebbe mettere d'accordo tutti quelli che si preoccupano delle mie 'simpatie' personali in fatto di squadre di baseball. Il Paternò non preoccupa nessuno, per ora. Dico per ora perchè, per come si è messa la classifica, non vorrei mai che alla fine della stagione regolare lo ritrovassimo più in alto del previsto.
Intanto, se vi capita, quando il Paternò viene dalle vostre parti andate a vederlo. Perchè di campioni come Casimiro non è che il nostro campionato pulluli e una palla veloce come quella di Josè Sanchez non è propriamente comune.

Sono in fremente attesa. Fremo per sapere se nel 2005 avremo 2 Campionati del Mondo di baseball, oppure 1 o magari nessuno.
Lasciatemelo dire, la situazione sarebbe grottesca se non fosse triste. La Major League Baseball sta progettando un 'suo' mondiale (quello 'vero', con i giocatori di Grande Lega e tutto), ma per tutta risposta la Federazione Mondiale ha ribadito che l'unico Mondiale che ci sarà nel 2005 si svolgerà in Olanda a settembre. Dall'Olanda, trionfanti, annunciano che la Major League lascerà liberi giocatori di primo piano per l'occasione.
Se ho quindi capito bene, la Major League si è beccata un 'no' per denominare il suo torneo 'Campionato del Mondo', lo farà lo stesso e lascerà andare i suoi giocatori ad un altro Mondiale, messo in calendario in un periodo nel quale non solo la 'regular season' di Grande Lega è in corso, ma i roster sono di 40 giocatori e non 25.
Nel contempo, abbiamo un calendario internazionale che prevede anche un Mondiale 'Universitario', una Coppa Intercontinentale e, incidentalmente, un'Olimpiade.

Sembra che la soluzione a questo affollamento sia stata trovata: farsi cacciare dalle Olimpiadi. In effetti, le organizzazioni internazionali del baseball si stanno a questo proposito impegnando e la loro dedizione per raggiungere lo scopo appare encomiabile.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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