Questo Mondiale…s'ha da cambiare

Urge una nuova formula. Onore a Cuba: cambiano gli avversari, ma vince sempre

Cuba ha vinto e viva Cuba, anche se forse questa del 2003 è la formazione meno competitva schierata dall'isola ad un Mondiale negli ultimi 25 anni. Non avessero reso ben oltre le previsioni Cepeda e Tabares, il line up avrebbe avuto voragini non indifferenti. Il giovane Gourriel in seconda è lontano dai vertici di rendimento di Duenas. La panchina ha mostrato di fidarsi di soli 3 lanciatori: Vera, Odelin e Lazo.
Non credo però sia corretto imputare il successo ad un presunto basso livello del Mondiale. In realtà, se escludiamo la memorabile manifestazione di Taiwan del 2001, non si era mai visto un Mondiale con tante stelle come questo del 2003. I Saenz, Rivera, Picota di Panama; Yoshiura del Giappone; Sato e Rocha del Brasile hanno tutti giocato ai massimi livelli negli Stati Uniti o in Giappone.
Quel che ha fatto passare un po' in sordina il Mondiale è stato la collocazione temporale. In questo 2003, con i tornei di Qualificazione alle Olimpiadi, non si sentiva il bisogno di un Mondiale. Tantomeno se ne sentiva la necessità in contemporanea ai play off americani e al Mondiale di rugby. L'Ibaf deve meditare su questo: un evento va preparato con più cura.

Sia ben chiaro, alla Federazione Mondiale vanno riconosciuti diversi meriti, non ultimo quello di aver consentito dal 1998 ai professionisti di partecipare alle manifestazioni internazionali. Ora però Aldo Notari e i suoi uomini devono semplicemente capire che l'unica speranza che il baseball ha di diventare uno sport di livello Mondiale è quello di creare eventi di livello mondiale.
Anche a livello di comunicazione è molto chiaro che scopo ha l'IBAF. Nell'ultimo bollettino si legge che “la Russia ha sconcertato il mondo del baseball battendo Taiwan”. Certo, quella della Russia è stata una bella impresa, ma non credo proprio che questo tipo di notizie darà al baseball più appeal, se non in Russia.
Il Mondo (del baseball, ma quello sportivo più in generale) ha bisogno di sapere che ad intervalli regolari i più bravi del mondo vanno a rappresentare le loro nazioni in un torneo in cui si vedono partite spettacolari una in fila all'altra. Questo Mondiale di sfide stellari ne ha proposte, anche se sono mancate Cuba-Stati Uniti e Cuba Giappone, ma netta era la percezione che si giocasse tra selezioni 'B'. Lo stesso pubblico di Cuba ha gremito lo stadio davvero solo in occasione della finale. Quella sì, è stata una serata memorabile. Se solo ne avessimo avute altre 4 o 5…

Io rilancio una mia idea: portiamo il Mondiale a cadenza quadriennale e pensioniamo definitivamente la Coppa Intercontinentale. Partendo dall'anno olimpico, mi immagino questo: 2004 Olimpiadi, 2005 Campionati Continentali, 2006 Mondiale, 2007 Qualificazioni Olimpiche.
Diamo anche un senso alle super sfide. Ad esempio, creiamo un'eccellenza (Cuba, Stati Uniti, Giappone, Corea) e qualifichiamo a questa eccellenza altre 4 squadre dopo una fase preliminare. Ne uscirebbe un Mondiale a 8 (magari con formula a 'doppia eliminazione', tipo le finali di College in America, o con un 'tutti contro tutti' e finalissima tra le prime 2) che sarebbe davvero un evento, si giocherebbe in una decina di giorni e potrebbe avere anche il beneplacito delle Major Leagues.

Se sogno o son desto, lo dirà il tempo.
Ora l'interesse del baseball Mondiale è dedicato ai tornei di qualificazione alle Olimpiadi.
Praticamente in contemporanea, si giocano dal 30 ottobre in poi le qualificazioni asiatiche e americane. I posti in palio sono 4, 2 per Continente.
Gli asiatici giocano a Sapporo (Giappone) una prima fase tra Indonesia, Pakistan, Cina e Filippine che qualifica una formazione a sfidare Taiwan, Giappone e Corea in un girone all'italiana che qualifica le prime 2. Le 3 grandi dell'estremo oriente hanno varato selezioni 'all star' che nulla hanno a che vedere con le squadre che hanno giocato il Mondiale e l'evento, che presenteremo nei prossimi giorni, si annuncia memorabile.
Gli americani sono alle prese con i casi scottanti di Repubblica Dominicana, Venezuela e Portorico, che potrebbero rinunciare alla qualificazione e renderla un affare a 3 tra Panama, Stati Uniti e Cuba. Attendo di giungere a Panama City per saperne di più.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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