Il cronista itinerante è multimediale

Serata con 3 partite di baseball in contemporanea. Peccato che da bere ci fosse solo la root beer

Sono talmente carico che ho addirittura aperto una lattina di “root beer” e la sta persino bevendo, cosa che non facevo nemmeno a 16 anni in Inghilterra quando la “root” era l'unica birra che potevo bere a norma di legge.
Cosa ci fa la “root beer” nel mio frigo se non mi piace? L'ho comprata per errore! Al super mercato stava sullo stesso scaffale della birra propriamente detta e in una lattina identica. Ce l'ho e non la posso portare indietro. L'ho offerta a tutti gli azzurri, ricevendone in cambio sorrisini ironici. Pensava di averla piazzata quando il nostro Capo Delegazione Enzo Savasta ne ha aperto una lattina a pranzo, ma in effetti si era sbagliato anche lui. Troppa l'eccitazione per avere a disposizione una birra, visto che al ristorante dell'albergo dapprima non ce la volevano dare e poi pretendevano 3 dollari, con un ricarico degno di nota (al super mercato costa 40 centesimi…).
Il discorso sulla “root beer” mi sta portando lontano e allora lo chiudo parafrasando un personaggio di 'Star Trek', il barista di 'Deep Space Nine' Quark: La root beer è come quei discorsi politically correct. La prima volta che li senti sono talmente dolciastri che fanno quasi ribrezzo, poi ti ci abitui e alla fine non ne puoi fare a meno.

Perchè sono carico: ho appena fatto uno zapping selvaggio tra Cuba-Brasile (4-3 con fuoricampo decisivo al nono) e Yankees-Marlins (3-4 con fuoricampo decisivo al dodicesimo) inframmezzandolo con qualche puntatina su Internet per gli aggiornamenti di Giappone-Corea.
Capisco che da uno che è a Cuba da solo in un albergo a 4 stelle vi aspettavate modi diversi di eccitarsi, ma io sono sempre il vostro cronista, itinerante ma ligio al dovere, cosa credete.
Vi posso anche dire che lo spettacolo offerto dal Mondiale non è poi di così tanto inferiore a quello delle Grandi Leghe. Certo, a livello di giocate difensive e velocità dei lanciatori non c'è paragone, ma l'intensità e la potenza non sono molto diverse.
Differente è la copertura dei media. A “Sportscenter” di ESPN (qui vediamo la versione in lingua spagnola) del Mondiale hanno parlato per 13 secondi, delle World Series di sicuro più di 13 minuti. Ma almeno c'era un cartello sulle semifinali con tutto il programma. E una certa soddisfazione dei cronisti per l'eliminazione degli USA.
Vorrei inoltre far notare che il cronista di ESPN ha dichiarato “abbiamo già i risultati del Mondiale di baseball”. Eh, sono già on line sul sito da un'ora. Cronista Itinerante 2, ESPN 0.

A proposito di 'itinerazioni', anche qui a Cuba ho ripreso a viaggiare.
Le 2 partite dell'Italia a Matanzas mi ha fatto riprendere il ritmo consueto, con viaggio e cena dove capita. Avessi avuto la mia Renault Clio, sarebbe stato perfetto.
Una cosa che di solito in Italia non succede è che le hostess dello stadio invitino in discoteca alla fine della partita il cronista itinerante. Ma l'argomento non è di grande interesse. O mi sbaglio? A chi potrebbe interessare come eventualmente è andata…

Viaggiare per Cuba è uno spettacolo. Le strade sono quelle che sono, ma fare chilometri praticamente al buio ha un suo fascino. Con il fotografo Ezio Ratti ci siamo fermati a mangiare un panino ad un chiosco aperto 24 ore, dove ci è stato servito un 'jamon' (a casa mia, prosciutto) che sembrava più 'Manzotin apri e gusta'. Lasciando poi perdere le facce da tagliagole che circolavano.
Questi locali aperti 24 ore sono spettacolari, perchè c'è un barista che sonnecchia e un poliziotto che lo controlla. In effetti qui a Cuba la gente passa la vita a controllare qualcuno. Se il barista si beve lui il Rum, ad esempio (qui in albergo hanno anche il misurino…) o se il casellante dell'autostrada intasca dei soldi. Il controllore di maggior spessore che ho visto è un tizio che sta seduto tutto il giorno in albergo a fumare il sigaro. Cosa controllerà?
Insomma, se frequentate la gente locale noterete che esistono 2 categorie di persone: chi lavora ufficialmente (ed è attento a non sbagliare quasi fosse terrorizzato…e forse lo è) e chi lavora ufficiosamente (e vi proporrà di tutto, ma proprio di tutto, con la massima disinvoltura).
Devo comunque dire che, a parte le strane contrattazioni a cui si assiste, Cuba offre ai vacanzieri diverse ragioni di interesse. Col nostro fotografo abbiamo in comune un certo apprezzamento (nei momenti liberi, sia chiaro…) per le spiaggie bianche caraibiche tipo Santa Maria o Varadero. Ma ce n'è anche per altri gusti. E ne riparleremo.

Veniamo agli amici degli 'sms'.
Il mio amico storico ha lamentato la citazione che ho riservato alla sua cena pallosa. Non che non potessi parlarne, ma avrei almeno dovuto citare anche le altre sue imprese. Che onestamente non ho capito quali sono e per questo gli ho chiesto di emettere un comunicato stampa che non mi è ancora giunto.
La mia amica degli 'sms', che non essendo l'Italia qualificata per la seconda fase non conoscerò evidentemente mai, ha affermato con forza che non è disponibile a confondersi con altre eventuali amiche degli 'sms'. O meglio, al massimo possono arrivare ad essere tre. Oltre quel numero, l'affollamento si farebbe eccessivo.

Chiudo con una citazione per chi ha definito alcuni argomenti trattati nel diario “da avanspettacolo”. E' un verso di una canzone del mio personale idolo Paul Weller dei tempi (un 25 anni fa) in cui era leader del gruppo dei Jam:
“Sorrideremo solo per un attimo, perchè se ci vedono sorridere capiscono che siamo consapevoli di essere vivi e questo è proibito, nel nostro mondo grigio e senza colori”.
Abbasso, insomma, il modo di concepire il baseball in bianco e nero. E' un gioco, parlarne e praticarlo dovrebbe essere un divertimento.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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