Che piatto, 'sto Caciucco

Se scrivo di vini e cucina, forse certi mentecatti staranno più tranquilli

Ho pulito i pesci e li ho tagliati a pezzi. Adesso sto soffriggendo cipolle e aglio…cosa sto facendo? Ma il “Caciucco alla livornese”, che diamine.
Sono reduce da una cena nel corso della quale ho finalmente assaggiato questa zuppa di pesce così celebre e vorrei imparare a cucinalrla. Però la vedo un po' complicata. E costosa, se posso aggiungere questa nota. Comunque mi sono procurato la ricetta, non si sa mai.

Che cena è stata, ragazzi. Quella a base di caciucco, intendo. C'erano vertici federali, vertici societari, vertici editoriali di questo sito e vertici 'consulenziali' dei vertici societari di cui sopra. Non lo sapete, ma potrebbero essersi decisi i vostri destini davanti ad un caciucco e ad una caraffa di vino rosso. Perchè il caciucco si mangia accompagnato dal vino rosso, per la cronaca.

C'è una persona disturbata o semplicemente analfabeta (non sia inteso come offesa alle 2 categorie, ma da quello che scrive non sono riuscito a capire a quale appartenga), che si firma “Cuccureddu” e insinua di una storia d'amore tra me e Labanti (che vi posso garantire: non è il mio tipo) e che mi ha inviato commenti farneticanti all'articolo sulla seconda delle 3 partite di Parma tra Cus Ceci e Telemarket Rimini.
Ora, Cuccureddu: 2 sono le cose che mi fanno incavolare (uso questo termine nel rispetto del mio 'fidanzato', che come sapete è 'politically correct', al contrario del sottoscritto) davvero molto.
La prima è che si metta in discussione la mia competenza sul baseball. La seconda è che si osi soltanto mettere in dubbio la mia buona fede come giornalista professionista quando faccio il mio lavoro.
Capisco, Cuccureddu, che tu sia abituato (ma mi sa che sia meglio dire abituata…) ad avere a che fare con gente che da 30 anni si occupa di questo sport perchè non ha niente di meglio da fare. E' vero anche che questo sport ha dato da mangiare per anni a gente che non aveva nessun titolo per pretendere alcunchè. Ma da me, cosa accidenti vuoi? Hai il più grande dei poteri: smettere di leggermi. Usalo. O se no, abbi il coraggio di dirmi in faccia quello che pensi, la prossima volta che mi capiti a fianco e io sono seduto con il Presidente Fraccari in una pizzeria.

Quelli del forum cominciano ad avere un volto. Ne ho incontrati ben 3 venerdì sera allo stadio 'Falchi' di Bologna. Volevo dirvi, dopo lo sfogo di poc'anzi, che per voi invece vale la pena viaggiare avanti e indietro per l'Italia e prendersi certe arrabbiature delle quali farei volentieri a meno e che, evidentemente, è impossibile evitare, se ci si occupa di questo sport professionalmente.
Lo stesso vale anche per buona parte dei giocatori, ai quali mi lega quasi sempre (nonostante io sia tutt'altro che tenero nei giudizi) un ottimo rapporto. Ci sono ovviamente le eccezioni, ma di solito chi vive in campo l'onestà la apprezza.
Oltretutto, i giocatori di baseball li incontro nei luoghi più impensabili: autogrill, stazione Termini di Roma, baracchini che vendono panini con porchetta e dove mi tocca spiegare che per mettere il ketchup sulla porchetta bisogna essere dei barbari.

Vale la pena anche frequentare lo stadio 'Falchi' di Bologna. Per l'atmosfera (alla faccia di Cuccureddu) e per quei simpatici bicchieri che mi vengono offerti mentre sono in telecronaca. Questa volta era un bianco e secondo me si trattava di un uva sauvignon. Buono, comunque.
Chi me lo ha offerto sarà così buono da accontentarsi del giudizio di 'buono'. Non sono fatto per cogliere i sapori di “fragola o di paglia e fieno” come fanno i sommelier.
Lo scorso martedì sono stato ad una degustazione di Brunello di Montalcino e avevo già finito tutti e 5 i bicchieri mentre molti dei commensali erano lì che facevano roteare il “rosso nettare” nel “sinuoso calice”.
Non ci crederete, ma io intanto pensavo a che differenza di impugnatura c'è tra un sinker e una split finger…

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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