
Joe Girardi è uno di quei giocatori della “vecchia scuola” che piacciono a me. Senza a pensare contro chi, gioca duro tutti i giorni. Scoprire che Joe è anche una bella persona mi ha fatto molto piacere. Ho infatti incontrato Girardi a San Francisco, dove si esibivano i Cubs, la formazione per cui Joe gioca come catcher.
Girardi è un cognome italiano: Sì, certo. Dalla parte di mio padre la famiglia è originaria del nord. I miei bisnonni venivano da Torino. Dalla parte di mia mamma invece siamo di Roma. Da lì venivano i miei nonni materni. L'Italia è un gran bel posto. Ci sono stato 2 volte e mi è sempre piaciuta, credo ci tornerò, anche se non ho quasi più parenti da quelle parti.
Joe Girardi è cresciuto nell'Illinois. I suoi idoli da ragazzo erano Ron Santo e Jose Cardinal.
Nel 1986 la squadra della sua città, ovvero i Cubs, lo scelse al 'draft'. Dopo aver giocato con i Rockies e gli Yankees, Girardi è tornato a casa.
L'esperienza agli Yankees è stata per lui la più notevole, visto che ha collezionato tre anelli delle World Series. Inoltre, Joe è stato il catcher di ben 2 “no hit”: il 14 maggio del 1996 con Dwight Gooden contro Seattle e il 18 luglio 1999 con David Cone contro Montreal. In quell'occasione Cone andò oltre e firmò una “perfect game”.
Cosa si prova ad essere dietro casa base quando si sente il profumo di una “no hit”? Beh, ti distrugge i nervi! Nella partita di Cone mi era venuta la paranoia di fare palla mancata su un terzo strike e di rovinare la gara perfetta.
Quando si comincia a pensare che la 'no hit' si può concretizzare? Nel caso specifico mi ricordo che mi venne in mente al settimo che dovevamo veder sfilare il loro line up un'altra volta e basta. E ho pensato a come metterli out.
Il baseball è un gioco di intuizioni, ma anche di superstizione. Prima di quelle 2 gare, avevi avuto la sensazione che sarebbe accaduto qualcosa? Non sono un giocatore superstizioso, ma in effetti il giorno della partita perfetta di Cone qualcosa nell'aria c'era. Gli Yankees onoravano Yoghi Berra quel giorno. Era lì in persona e ha lanciato la prima pallina. Mi ricordo la sensazione di magia, di qualcosa che stava per accadere.
Joe Girardi ha avuto una grande carriera da catcher nelle Major Leagues e per mantenersi a questi livelli lavora duro: Sì, passo molto tempo in palestra e curo molto la mia alimentazione. La mia routine di lavoro è la stessa da 11 anni. Una routine che funziona, si direbbe.
Qualche consiglio per chi ambisce alle Grandi Leghe? Giocate il più possibile. Non preoccupatevi di cose tipo 'scegliere la scuola giusta' o la scuola con 'il miglior programma'. Giocate a baseball il più possibile, questo vi aiuterà.
Prima di scendere in campo, Joe Girardi ha riservato un ultimo pensiero per i nostri lettori: Ho molti motivi per essere grato per quello che ho avuto. Il principale è che ho avuto la possibilità di giocare a baseball.
traduzione di Riccardo Schiroli
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