Bella roba, le autostrade…

Può essere seccante viaggiare da ovest a est sulla A1 in Emilia Romagna

Non riesco a capire perchè paghiamo le autostrade. Il mio concittadino Ingegner Lunardi, che al momento di mestiere fa il Ministro della Repubblica, recentemente si è preoccupato di aumentare la velocità massima consentita fino a 150 chilometri all'ora. Da gennaio, ammesso che non ci sia nebbia, non ci siano cantieri e non piova, sulle autostrade a 3 corsie si potrà vedere il contachilometri salire fino a 150. Non dico “si viaggerà”, perchè quello lo fanno tutti appena possono anche oggi, benchè il limite sia dei 130. Ma lasciamo pur perdere.
Comunque, ogni tanto succede che non piova o non ci sia la nebbia ma, onestamente, quando mai si è visto il tratto tra Modena nord e Modena sud privo di cantieri?

Sono acido perchè venerdì sera ho impiegato la bellezza di 3 ore (diconsi tre) a percorrere gli 80 e poco più chilometri che separano casa mia da Bologna. Assolutamente pazzesco.
Da Parma a Reggio Emilia c'era un incidente, da Reggio Emilia a Modena nord c'era un cantiere e a Modena nord sono uscito perchè stavo impazzendo. La mia isteria è aumentata a dismisura quando un mio amico, mentre percorrevo la via Emilia ad una velocità che se fossi stato a piedi sarei andato più forte, mi ha chiamato su uno dei diversi telefonini che mi tormentano la vita e ha dichiarato, saggio: “Te lo avevo detto che dovevi partire prima”.

Non l'ho potuto odiare perchè quel mio amico è uno dei maggiori collaboratori di questa rubrica. Sì, è tornato: l'amico con i problemi sentimentali non ci abbandona e propone sempre nuove storie.
In verità, cosa sta combinando non l'ho mica capito troppo bene. Mi ha fatto un tourbillon di nomi di donna dentro il quale mi sono smarrito (noi bravi ragazzi, per giunta ex chierichetti, non siamo tanto pratici al riguardo) e non voglio fare rivelazioni che potrebbero danneggiarlo. Ma state tranquilli, raccolgo le idee e poi vi dico. Si tratterà solo di aver pazienza.

Esattamente la qualità che sto perdendo io sulla questione delle nazionali e su certi commenti di alcuni giocatori che mi fanno impazzire. C'è chi fa un vanto per aver rifiutato la nazionale: “Devo andare in ferie, io”.
Ora, premesso che non dirò di chi si tratta nemmeno sotto tortura, vorrei cercare di capire dove sta la coerenza di chi si lamenta se vengono convocati gli 'oriundi' in nazionale e poi, quando chiamano lui, deve andare in ferie.

Tornando a venerdì, mi fanno impazzire anche certi commenti sull'operato delle quaterne arbitrali.
Altra premessa: io ho arbitrato in vita mia una partita di calcio (finita in rissa) e una di pallavolo (nell'82: alcuni di quei giocatori ancora non mi parlano). Come capirete, ho sempre trovato complesso il ruolo del Giudice di Gara. Dopo aver arbitrato una partita di softball (anche se era slow pitch) ho capito che se il ruolo di Giudice di Gara negli altri sport è complesso, nei nostri è proprio da squilibrati. Lo sapete che ci sono delle volte, con 2 strike, che vorreste essere ovunque, piuttosto che lì accucciati a chiamare? Perchè? Perchè quando la palla arriva capita di essere INCERTI. Però ci sono una ventina di persone in campo e alcune centinaia in tribuna (beh, facciamo decine…) che vogliono sapere se è strike o ball!
Figuratevi come deve essere con lanciatori che tirano a 140 chilometri all'ora o anche di più.
Beh, a Bologna ho capito che quando un arbitro sbaglia a favore è “poverino, per forza si è voltato, la palla andava ai 200 all'ora”, mentre quando sbaglia 'contro' è “in malafede perchè aveva già deciso cosa chiamare prima dell'arrivo”.
Io, per essere più chiari, ho guardato 3 volte al replay la chiamata di De Franceschi sull'arrivo a casa base di Neri e, alla terza immagine ho avuto la certezza che Neri fosse salvo (di pochi centimetri per altro). Ragazzi, ma lo sapete che l'arbitro decide lì, subito e in campo? Nell'ottica di una partita, peserà di più un errore dell'arbitro rispetto a 5 errori della difesa? Secondo me, no.

La prossima settimana il campionato è fermo perchè sono in programma le Coppe Europee. Itinererò comunque in egual misura, perchè a metà settimana è in programma la convention dei giornalisti di baseball a Tirrenia.

Prima di chiudere, vorrei tornare al mio viaggio di 3 ore per arrivare a Bologna.
Ebbene sì, sono arrivato alla terza ripresa. A tal riguardo, è possibile che la cronaca che sentirete questa settimana sulle televisioni private non sia la mia migliore, ma questo non è il punto.
Mi dispiace solo che in onda non vadano i commenti che Willi Bargauan (o Bargawan? Boh?!) ha fatto su questo mio ritardo. Perchè quando la lingua italiana è creativa, anche se non porta complimenti, merita di essere sottolineata.

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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