Red Sox-Dodgers, inizia la sfida per la conquista dell’anello

Boston e Los Angeles si contendono il titolo 2018 in una serie con tanta storia e rivalità tra Est e Ovest. Assieme 31 finali e 16 titoli, ma di fronte solo una volta. Gli olandesi Jansen-Bogaerts e i manager Cora-Roberts, "amici-rivali"

Due delle più storiche franchigie della MLB, i Dodgers (nati nel 1884) e i Red Sox (1901), si affronteranno da stanotte per la conquista dell'anello. Nonostante le 31 apparizioni complessive alle World Series, 19 per i Dodgers e 12 per i Red Sox, è la prima volta che i due roster incrociano mazze e guantoni per il "Fall Classic", se si escludono le finali del 1916 quando gli allora Brooklyn Robin (gli attuali Los Angeles Dodgers) vennero sconfitti 4-1 dai Boston Red Sox. Complessivamente le due franchigie hanno vinto 16 titoli, 8 per i Red Sox (5 tra il 1903 e il 1918, gli altri 3 tra il 2004 e il 2013) e 6 per i Dodgers (4 vinti tra il 1955 e il 1965 e 2 tra il 1981 e 1988).
La serie si aprirà appunto questa notte al Fenway Park di Boston con le prime due sfide e le eventuali gare 6 e 7, in programma il 30 ed il 31 ottobre. Dal 26 al 28 ottobre si giocherà invece a Los Angeles. Curioso notare che la distanza tra i due stadi dove si disputeranno le World Series è la maggiore mai registrata nelle "Fall Classic" (oltre 4.000 km). I Dodgers torneranno a giocare una partita al Fenway Park per la prima volta dal 2010, quando subirono uno "sweep" da 3 dai padroni di casa, anche se le due franchigie si sono affrontate per l'ultima volta nel 2016 in quel di Los Angeles (2 vittorie ed 1 sconfitta per i padroni di casa).
Tanti gli spunti d'interesse delle World Series 2018. Come la sfida che in gara-1 mette di fronte due tra i più forti lanciatori partenti mancini della MLB. Per gli ospiti a salire per primo sul monte sarà Clayton Kershaw, Cy Young Award della National League nel 2011, 2013 e 2014, MVP della NL nel 2014 e 7 volte All-Star. Per i padroni di casa lo "starting pitcher" sarà Chris Sale che con il collega condivide le 7 volte nella All Star. Il 29enne ex-White Sox, finito nella "top-five" del Cy Young Award di AL negli ultimi cinque anni, è stato il primo giocatore nella storia della MLB a raggiungere più velocemente i 1.500 strike-out. Il traguardo è stato infatti ottenuto in 1.290 inning lanciati, contro i 1.303 di Kerry Wood, ex-lanciatore dei Cubs. Nel 2017 ha raggiunto proprio Kershaw nel ristretto club di lanciatori capaci di realizzare più di 300 strike-out in una sola stagione (308, contro i 301 del partente di LA ottenuti nel 2015). In American League non si vedeva un risultato simile dai tempi di Pedro Martinez, altro grande partente dei Red Sox nel 1999 (313).
Altra sfida nella sfida riguarda i manager delle due franchigie, Alex Cora e Dave Roberts, entrambi ex-giocatori sia dei Dodgers che dei Red Sox, entrambi con una vittoria alle World Series con la casacca dei BoSox anche se in anni diversi. A Los Angeles, tra il 2002 ed il 2004 Roberts ha ricoperto il ruolo di esterno centro e qui ha trovato come interno Alex Cora che con i Dodgers è stato dal 1998 al 2004. Il primo a salutare la California fu Roberts, che il 31 luglio 2004 venne ceduto proprio a Boston dove rimase fino al termine di quella stagione, giusto in tempo per vincere il primo titolo dei Red Sox dopo quello del 1918 mettendo fine alla "Maledizione del Bambino". Nelle off-season successive venne poi ceduto a San Diego, dove debutterà come manager (2015), prima di prendere in mano le redini dei Dodgers dal 2016 dove, grazie alla partecipazione alle finali dello scorso anno, è stato il primo manager nativo asiatico e il quarto di origini afro-americane a disputare le World Series (è infatti nato in Giappone da padre afro-americano e madre giapponese). Per Alex Cora invece l'esperienza ai Dodgers si concluse alla fine del 2004 quando, da free-agent, firmò un contratto con Cleveland con cui rimase però solo pochi mesi visto che il 7 luglio di quello stesso anno venne ceduto a Boston dove rimase dal 2005 al 2008, vincendo le World Series del 2007. Cora, al suo primo anno da manager, è il terzo "rookie" a disputare le World Series. Prima di lui Ralph Houk nel 1961 con i New York Yankees e Bob Brenly nel 2001 con gli Arizona Diamondbacks. Entrambi hanno vinto il titolo al primo colpo e questo potrebbe essere di buon auspicio per Cora.
C'è anche un pò di Europa in queste World Series con la sfida "olandese" tra il rilievo dei Dodgers Kenley Jansen nato a Willemstad, Curaçao e l'interbase di Boston, Xander Bogaerts, nato ad Oranjestad, capitale di Aruba, entrambi titolari della nazionale "orange". Questa ennesima sfida nella sfida ci da la possibilità di parlare di un altro importante confronto di questa incredibile serie: il bullpen dei Dodgers contro il line-up dei Red Sox. Il bullpen di Los Angeles ha avuto una media PGL di 1.45 nelle NLCS e ha dimostrato una profondità e una versatilità non indifferente. A Kenley Jansen, Pedro Baez, Ryan Madson, Kenta Maeda si affiancano Dylan Floro Caleb Ferguson ed Alex Wood. Niente male anche il bullpen dei "BoSox" che, chiuso al quarto posto il ranking della media PGL in regular season, si è scatenato alle Champioship Series della AL. Meno versatile e profondo dei colleghi californiani, Matt Barnes, Ryan Brasier, Heath Hembree e Joe Kelly hanno chiuso con 0.81 di media PGL in 22.1 inning lanciati nella serie contro Houston.
Il line-up di Boston è a dir poco pauroso grazie ad una media battuta in questi play-off di .253 con 79 valide, 18 doppi, 1 triplo e 9 fuoricampo con 67 strike-out subiti. Complessivamente Boston in queste post-season ha prodotto il maggior numero di punti (56), mentre i Dodgers, al secondo posto in questa classifica, sono fermi a quota 43. Los Angeles, ha messo insieme una media battuta di .218 con 78 valide, 12 doppi, un triplo e 13 fuoricampo con 117 strike-out subiti.

 

Informazioni su Andrea Tolla 533 Articoli
Nato a Roma nel 1971, Andrea è padre di 3 figli, Valerio, Christian e Giulia. Collabora con il quotidiano Il Romanista dove si occupa, tra le altre cose di baseball e football americano. Appassionato di sport in genere collabora anche con il mensile Tutto Bici e con il quotidiano statunitense in lingua italiana America Oggi. Ex-addetto stampa della Roma Baseball, cura una rubrica di baseball all'interno di una trasmissione sportiva di un'emiitente radiofonica romana.

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