Il ragazzino di Via Canonica che ricorda il Professore

Riceviamo e pubblichiamo una splendida lettera che racchiude una storia di quartiere, quello dove abita Umberto Calzolari. Uno di loro, Danio Tasinato, ne rimane colpito e impara ad amare il baseball fino ad arrivare alla Fortitudo

Una lunga lettera, toccante e carica di emozione, inviata alla redazione di Baseball.it dopo aver dato notizia della scomparsa del Professore. A scriverla un ragazzino che abitava al 4° piano di Via Canonica 40 a Croce di Casalecchio: la richiesta di conoscere il baseball per la "mini-Olimpiade" di quartiere, poi il provino con la Fortitudo e l'ascesa fino al massimo campionato. Una bella storia quella segnalataci da Danio Tasinato, anzi diverse storie a cui sono collegate bellissimi ricordi, uno tra tanti la pallina da baseball al posto del pomello del cambio della Fiat 127 color giallo. Una storia che vi invitiamo a leggere. In ricordo del Professore, della sua grande umanità e dell'amore per il baseball.

"Tra pochi giorni compirò 58 anni e per il mio compleanno vorrei regalarmi la possibilità di raccontarvi una storia: la mia. Ogni narrazione vive di e per i suoi personaggi, quella che vi voglio raccontare ha come suo protagonista, oltre a me voce narrante, Umberto Calzolari, " il Professore".
Bisogna tornare indietro (ahimè) di tanti anni, 45 per l'esattezza: tutto ha inizio a Croce di Casalecchio, alle porte di Bologna, precisamente in via Canonica 40, dove ho trascorso la mia infanzia con i miei fratelli e genitori, figlio di emigrati originari della provincia di Padova trasferitisi a Bologna in cerca di una vita migliore.
Ecco le immagini che riaffiorano: palazzi, tanti palazzi abitati da altrettante tante famiglie, ciascuna con la propria storia, la propria cultura e il proprio dialetto. L'interazione sociale non sempre risulta facile o scontata, ma noi ragazzini siamo diversi, per noi tutto è più semplice, per noi è il gioco il nostro ESPERANTO.
Inizia la storia: un fatidico giorno ci inventiamo la "mini-Olimpiade": calcio, basket, pallavolo, corsa e… manca il quinto!!, che fare?. Sappiamo che nel quartiere abita una famiglia composta da padre, madre e due figlie, il papà si chiama Umberto. Quanto siamo affascinati da Umberto, io soprattutto! Umberto è un giocatore di baseball… aspetta! siii il baseball!!; il nostro quinto sport.
Uno sport, questo, a noi completamente estraneo ma è con estrema naturalezza (che solo i ragazzini hanno in dote) che il giorno dopo decidiamo di suonare alla sua porta, ad aprirci vi è un uomo che fin da subito dimostra massima disponibilità. Ci congeda con un appuntamento per il giorno seguente. Inutile dire quanto siamo elettrizzati!. La porta si chiude. E' l'inizio di una delle avventure ed esperienze formative più significative della mia giovinezza.
E' attraverso il ricordo adolescenziale filtrato dalla maturità di un giovane che si è fatto uomo, che di lui vorrei parlare: della sua persona, della sua grandezza, della bontà e della pazienza che ha avuto nell'educarci ai valori della condivisione.
Con lui ho cominciato la frequentazione al "Gianni Falchi", sono diventato un bad boy e ho conosciuto grazie a lui campioni quali: Toro Rinaldi, Mieli, Argentieri, Vasquez, Coffman, Shone… stagione 1973-74 Amaro Montenegro. Vederlo lanciare, vederlo soffrire (era ormai a fine carriera) è stato per me molto educativo, avevo 13 anni e la fortuna ad avere un Professore che mi ha insegato a non mollare mai. Ancora oggi lo penso, difficile dimenticare la sua sensibilità, la sua empatia e per questo, avendo saputo della sua scomparsa tramite il vostro sito, la commozione è diventata un nodo alla gola.
Ho imparato ad amare e amo tuttora il baseball grazie a lui, ho inteso il senso del sacrificio per merito suo. Mi convinse a sostenere un provino con la Fortitudo, mi disse: "farò di te un campione!". Ebbene si, alla Fortitudo venni preso e per un breve periodo di 6/7 mesi provai la gioia di far parte di questa grande famiglia. Lui, la prima persona con cui condivisi questo grande traguardo e sempre lui, il mio professore, la persona alla quale non ebbi il coraggio, e di questo tutt'ora me ne rammarico profondamente, di dire che a giugno del '74 la mia famiglia sarebbe ritornata in Veneto per sempre (infrangendo così tutti i miei sogni).
Diverse storie a cui sono collegate bellissimi ricordi, uno tra tanti la pallina da baseball al posto del pomello del cambio della sua Fiat 127 color giallo.
Forse ho scritto troppo… non sono abituato a incidere sulla carta i miei pensieri e dei social faccio volentieri a meno ma per il signor Umberto Calzolari "Il Professore" ho trovato il coraggio di esternare il mio ricordo.
Vorrei salutare tramite questa mia lettera la signora Gisella (forse ricorderà che fu lei a cucire sulla mia prima divisa della Fortitudo la scritta "Amaro Montenegro", divisa che fa parte dei miei più cari ricordi e che tuttora custodisco come una reliquia) e le due figlie, abbracciarle con profondo e sincero affetto. Danio Tasinato, il ragazzino del 4° piano di Via Canonica n°40 Croce di Casalecchio-Bologna
".

P.S. Ringrazio la redazione che comunicando la triste notizia mi ha spinto a scrivere questa lettera.

 

 

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