Totoni Sanna: un anno all' "opposizione"

Sono un uomo di governo, ma voto contro quando le cose non vanno. Poco o niente di nuovo dalla nuova gestione federale. La norma sugli AFI va contro giocatori italiani, nazionale e vivai

Il primo anno di Marcon come presidente della FIBS è anche il primo anno di Totoni Sanna all' opposizione, all'interno del consiglio federale, anche se lui non vuol sentire questa parola. "Sono un uomo di governo, però di buon governo e quindi che vota contro quando le cose non vanno, assolutamente non all'opposizione perché ha vinto Marcon".

Con Sanna – consigliere della federazione dal 2001, vicepresidente, in quota softball, dal 2005 al 2016, eletto all'ultima assemblea a Salsomaggiore come candidato del gruppo 'Future' di Massimo Fochi, per quanto questi ne sia uscito battuto al ballottaggio dall'attuale presidente – proviamo a tracciare un suo bilancio di questi 365 giorni vissuti, nel parlamentino della FIBS, comunque in un ruolo diverso, lasciando la parola tutta a lui.

"E' stato un anno in cui chi aveva presentato un progetto diverso alle ultime elezioni ed è stato promosso pressoché da un 50{3c38863a789277316761e239a35b200e3d4a2f31dded88802b4c1111697a87a6} delle società anche se era un presidente che non era quello che avevano appoggiato al primo turno ha cercato di portare avanti posizioni che combaciavano con le mie idee ho condiviso ma che quando non è stato così ho votato contro, come l'ultima sulla regola degli Atleti di Formazione Italiana".
"L'opposizione è stata netta quando si è cercato, o voluto, utilizzare strumenti non corretti, per il resto più che altro il mio è stato un lavoro di verifica e di controllo, sul lavoro di questo nuovo consiglio che di fatto fino ad ora ha messo mano solo a cose che già esistevano, magari apportando correttivi diventati intanto opportuni, ma di nuovo producendo veramente poco. Accademia, svicolo, sono strade che erano già state aperte dalle precedenti gestioni. Forse l'unica cosa nuova veramente importante è stata l'impostazione della regola degli AFI, che mi ha visto oppositore, perché con questa non si tutelano gli atleti italiani e la nazionale".
Si è sentito dire che è il CONI a volere così…
"Se lo vuole la politica o il CONI che ce lo impongano: là dove mi sia chiesta una decisione io voto ragionando con la mia testa. Sui bilanci il CONI ha intimato la certificazione e ci siamo adeguati, con i giocatori comunitari non c'è una regola o una legge chiara e precisa che ci costringa a questo, e io ritengo che noi come federazione dobbiamo tutelare fino ad allora i giocatori di scuola italiana, e di conseguenza i vivai e la nazionale. L'esempio del calcio con l'esclusione dal prossimo mondiale, nel nostro piccolo, deve farci pensare al fatto che per noi le Olimpiadi sono ossigeno e bisogna avere la forza di dire no a semplici indicazioni del CONI, assumendosi anche i necessari rischi: io credo si debba rispetto solo a regolamenti e statuti, non ha consigli. Le regole mi risultano essere le stesse di prima, e le scelte sono state diverse".
"Oltretutto sul piano sportivo poi abbiamo già dovuto far registrare quest'anno un passo indietro a livello di risultati, dopo i colpi d'ascia agli staff tecnici delle nazionali".

Si è provato a cambiare anche a proposito dell'IBL.
"In realtà fino a oggi l'unica cosa che vedo è che non piace il nome IBL. Al di là dei problemi di facciata ci sono quelli di sostanza. Qui bisogna capire che ci sono degli investimenti da parte della società e che è preferibile scegliere la via del discutere piuttosto che quello dell'imporre senza motivazione, ed il binario è subito diventato più percorribile. In prospettiva Nazionale deve essere tutelato il livello e non appiattire tutto verso il basso".
Qualche ultima considerazione?
"Prima cosa: scrivere meno sui social e più in consiglio. Seconda, il debito: si tratta di deficit patrimoniale, dovuto alla svalutazione di un magazzino che c'era e alla minusvalenza relativa al Quadrifoglio, non un di un passivo. Tanto il precedente consiglio federale quanto questo hanno sempre concordato tutto col CONI. Terza: finalmente le atlete della nazionale di softball, e in futuro anche a quelli della nazionale di baseball, percepiranno un'indennità annuale in ragione del loro impegno per la nazionale, e si tratta di una vera e propria chiave di volta dovuta al lavoro di chi ha lavorato perché le nostre due discipline tornassero ad essere sport olimpici".

Informazioni su Mino Prati 844 Articoli
Mino Prati, giornalista dal 1979, ha scritto di baseball per 'Il Giornale Nuovo', la 'Gazzetta di Bologna', 'Stadio', 'Tuttobaseball' e 'Baseball International' e 'Agenzia ANSA' e 'Il Resto del Carlino', oltre ad essere stato il curatore del sito BaseballNow. É stato anche direttore responsabile, a livello bolognese, di diverse testate tra cui 'Fuoricampo', 'Baseball Time' e 'Baseball Oggi', nonchè addetto stampa della Fortitudo Bologna. Ha lavorato per l'Ufficio Stampa F.I.B.S. Ha pubblicato l'Almanacco del Baseball, per la Nuova Sagip, nel 1980. Oltre che giornalista, vanta un'esperienza anche dall'altra parte "della barricata": ex-tecnico, dirigente di società, a livello di categorie minori praticamente da sempre (dal 1972) a Minerbio (in provincia di Bologna dove è stato uno dei fondatori della società), e come Direttore Tecnico nelle Calze Verdi Casalecchio (Serie A2-1991) prima e nella Fortitudo Bologna (Serie A1-1992/93) poi. Più volte eletto negli organismi locali della Federbaseball a livello provinciale e regionale. E' stato il Responsabile Editoriale di Baseball.It nel 2002.

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