San Marino-Rimini, la finale della "Superstrada"

Comincia la finale, è derby-scudetto. Nanni: "Monte, difesa e valida quando serve". Ceccaroli: "Aggressivi come contro Bologna"

Sono chiamate Italian Baseball Series, più comunemente si potrebbero chiamare le "finali della Superstrada". Quella che collega Rimini a San Marino, più precisamente Serravalle, teatro stasera e domani (dalle 20.30) delle prime due gare della finale 2017. Un quarto d'ora o poco più per raggiungere il Titano basso, per un remake di un appuntamento già andato in scena nel 2012 e 2013, dall'esito sempre favorevole alla squadra allora allenata da Doriano Bindi che aveva nel line-up il fuoco delle mazze di Ramos, Duran e Mazzuca, sul monte l'indiscussa classe di Tiago Da Silva. Bologna ha abdicato, sorpresa sia dall'imprevedibilità della squadra di Paolo Ceccaroli, sia da enormi demeriti propri nella gestione delle partite; Nettuno ha lottato, mostrando ancora qualche piccolo, grande difetto per arrivare ancor più in alto. Arriverà quindi il quinto titolo per i titani o il tredicesimo per i Pirati che non partono favoriti, ma sono "animali da play-off".
Ceccaroli non ha dormito dopo la vittoria nella bella del Falchi, ha anche mostrato un minimo di commozione appena terminato l'incontro, giusto un attimo perché c'è da preparare una finalissima, la sua prima al debutto da manager in Ibl. "Mi sono potuto concedere un po' di festa, soprattutto avevo bisogno di scaricare la tensione. In finale arriviamo carichi, convinti di aver meritato la vittoria contro la Fortitudo. Solo giocando come abbiamo fatto noi, in modo esemplare per tutta la serie, potevamo eliminare la favorita per il titolo e solo così potremo battere San Marino". Dove si deciderà la finale? "Noi dovremo essere aggressivi come contro Bologna, non a caso siamo partiti con 3 punti al primo inning di garacinque contro Rivero quando tutti i pronostici ci davano ormai cotti. Su quei tre punti abbiamo costruito la nostra vittoria, oltre alla prestazione dei pitcher e al coraggio di Teran ad affrontare Marval al nono inning con tre dritte. Aggressività non vuol dire corse sconsiderate sulle basi, ma massima attenzione ai dettagli, soprattutto trovare quel cinismo nel box che ci è mancato troppo in regular season e a tratti anche in semifinale". Caseres? "Sta recuperando, ma lo utilizzerò solo se lo vedrò al 100 per 100".
Marco Nanni torna a giocare una finale scudetto due anni dopo l'ultimo suo atto alla guida della Fortitudo. "Sono due esperienze diverse, a Bologna ero coinvolto più emotivamente anche per il mio percorso in quella società, qui a San Marino si tratta di un vero e proprio impegno professionale. Ma una finale è sempre una finale, un traguardo importante che premia otto mesi di lavoro compreso il periodo invernale". Si aspettava di trovarsi di fronte i Pirati? "Hanno eliminato Bologna, se la sono meritata e vanno rispettati perché sono più battitori di noi e cercheranno di smontare il nostro monte di lancio. Noi rispondiamo con il nostro baseball, con le nostre armi, quelle che hanno contraddistinto il nostro campionato e la semifinale contro Nettuno: la forza dei pitcher in un monte che ha inserito anche Ludovico Coveri, la forza della difesa e la capacità del nostro line-up di toccare la valida al momento giusto".
Quevedo e tanta compagnia sul monte di casa stasera, Rosario partente, Hernandez e in caso di bisogno anche Teran per la squadra riminese.

Informazioni su Carlo Ravegnani 268 Articoli
Carlo Ravegnani, nato a Rimini il 31 gennaio del 1968, ha iniziato la carriera giornalistica a 20 anni nell'allora Gazzetta di Rimini, "sostituita" dal 1993 dall'attuale Corriere Romagna dove lavora come redattore sportivo. Collaboratore per la zona di Rimini del Corriere dello Sport-Stadio, il baseball è stata una componente fondamentale nella sua vita: dapprima tifoso sugli spalti dello Stadio dei Pirati poi giocatore nel mitico Parco Marecchia e poi nel Rimini 86, società che ha fondato assieme a un gruppo di irriducibili amici. Quindi giornalista del batti e corri sulla propria testata e alcune saltuarie collaborazioni con riviste specializzate oltre che radiocronista delle partite dei Pirati assieme all'amico e collega Andrea Perari. Negli ultimi anni è iniziata anche la carriera dirigenziale, con la presidenza (dal 2014) dei Falcons Torre Pedrera. La passione è stata tramandata al figlio Riccardo che gioca lanciatore e prima base negli stessi Falcons.

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