Il dugout e gli spalti: istruzioni per il campionato

Nel giorno d'avvio dell'Italian Baseball League 2017, alcune riflessioni su come vivere l'Opening Day e le seguenti partite di campionato, sulla scia delle pagine del grande Thomas Boswell

Ci siamo. L'odore dell'erba tagliata di fresco, il bianco puro del gesso sulla terra rossa, l'azzurro del cielo che sovrasta il lanciatore sul mound: sui diamanti di tutto il pianeta aprile è il mese del primo playball. Il ritmo vitale del baseball si associa intimamente a quello della natura, al lavoro nei campi, a un universo armonico in cui tutto nasce in primavera e si assopisce in autunno per poi ridestarsi di nuovo con i germogli d'aprile, in un ciclo infinito che ha al suo centro l'uomo.
Sta per cominciare un nuovo anno di baseball, un nuovo campionato. Ma forse è il Tempo stesso a iniziare col primo lancio della prima partita, con quel gesto che scandisce il momento in cui tutto ha inizio. Thomas Boswell, uno dei grandi giornalisti sportivi americani che da sempre scrive di baseball dalle colonne del Washington Post, lo ha sottolineato in Why Time Begins On Opening Day, una raccolta di suoi saggi del 1982, in cui parla dell'Opening Day come di un rito collettivo, con le sue regole, le sue emozioni, le pulsioni vissute da giocatori e tifosi.
Alla vigilia dell'Opening Day dell'IBL, voglio riprendere qui quelli che Boswell chiama i Comandamenti del Dugout, dei veri e propri precetti che ci spiegano come i giocatori di Major League vedono e giudicano una partita e l'intera stagione, e come dovremmo vederla noi dagli spalti.
1- Giudicate lentamente – Mai giudicare un giocatore o una squadra sulla base di poche partite. Il vero intenditore di baseball non si affretta mai nei giudizi, ed è l'ultimo a farsi un'opinione e anche l'ultimo a cambiarla.
2- Dovete presumere che tutti in campo stiano dando ragionevolmente il massimo – Nel baseball l'impegno individuale è il fattore più difficile da valutare, anche perché non sempre il massimo sforzo fisico produce un rendimento ottimale. Anzi, a lungo andare uno sforzo del 110{e6d40cc723218cdd82772c715824148fe96900b1c7cd74f7284da886731dff50} può essere persino controproducente. L'ideale è raggiungere un equilibrio fra sforzo e rilassamento lungo l'arco di una partita in modo da mantenere la tensione fisica e mentale costantemente attorno all'80{e6d40cc723218cdd82772c715824148fe96900b1c7cd74f7284da886731dff50}.
3- Gli errori fisici, anche i più grotteschi, vanno perdonati – Nelle buone squadre le limitazioni fisiche dei giocatori vengono ignorate durante la partita. L'esterno che sbaglia una presa al volo facile, il battitore che va tre volte strike out, il pitcher che colleziona basi su ball, sono episodi che per chi sta in panchina semplicemente non esistono. "Non ci pensare", si dicono i giocatori fra di loro, e l'errore di tiro o di guanto è visto solo come un inconveniente del mestiere. La colpa non va scaricata sul giocatore, ma in ultima istanza va fatta risalire casomai al manager che (in allenamento o in partita) non ha saputo prevedere ed evitare quei fattori che hanno portato all'errore.
4- Al contrario, vanno criticati duramente gli errori "di testa" – Bisogna capire se l'errore è stato fatto "al di sopra o a al di sotto del collo": non eseguire una copertura o non prendere un segnale sono errori mentali imperdonabili.
5- Apprezzare chi va al sodo più di chi esegue giocate spettacolari – Nel baseball importano i grandi numeri, la costanza nei risultati. Un giocatore non va giudicato per una presa acrobatica o un fuoricampo lunghissimo: quelle sono eccezioni, mentre nel baseball ciò che conta è la regola.
6- Prestate più attenzione all'impostazione teorica di un'azione che al suo risultato concreto – Interpretare correttamente una situazione di gioco e prendere le decisioni giuste non garantisce mai un risultato positivo in uno sport come il baseball in cui vengono considerati buoni il battitore che ottiene tre valide su dieci turni o la squadra che in un campionato perde il 40{e6d40cc723218cdd82772c715824148fe96900b1c7cd74f7284da886731dff50} delle partite. Davanti a un hit-and-run o uno squeeze non riusciti non critichiamone gli esiti, ma domandiamoci: "In quella determinata situazione, è stata presa la decisione giusta in attacco?"
7- Le decisioni vanno prese (e giudicate) nel loro contesto immediato – Un buon pitcher non sa mai quale sarà il suo secondo lancio, ma deciderà sulla base del comportamento del battitore sul primo. Allo stesso modo, un manager farà giocare i corridori a seconda dell'andamento dell'inning. I piani prestabiliti in realtà si adattano all'evolversi della partita. Saper giudicare l'attimo, la situazione concreta è un valore sia in campo, sia nel dugout, sia sugli spalti.
8- Ricordiamoci che i primi a sapersi giudicare sono i giocatori – Un lanciatore o un battitore in crisi sanno benissimo di esserlo. A un certo livello, un giocatore è il primo critico di se stesso. Teniamone conto prima di stroncarlo, perché avrà bisogno più del nostro appoggio che dei nostri fischi.
Questo, in poche parole, è il vademecum di Boswell. Buon Opening Day a tutti.

 

Informazioni su Luigi Giuliani 102 Articoli
Un vita spezzata in tre: venticinque anni a Roma (lanciatore e ricevitore in serie C), venticinque anni in Spagna (con il Sant Andreu, il Barcelona e il Sabadell, squadra di cui è stato anche tecnico, e come docente di Letteratura Comparata presso le università Autónoma de Barcelona e Extremadura), per approdare poi in terra umbra (come professore associato di Letteratura Spagnola presso l'Università di Perugia). Due grandi passioni: il baseball e la letteratura (se avesse scelto il calcio e l'odontoiatria adesso sarebbe ricco, ma è molto meglio così...).

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