A Brescia primo clinic per la Blind Baseball Association of Pakistan

Stage tecnico per la futura nazionale pakistana di baseball sul diamante del CUS. L'accoglienza del presidente Sbardolini e l'intraprendenza di giocatori e tecnici Blue Fire e AIBXC incorniciano una favola umana sociale e sportiva

Sei anni fa in questo periodo ci lasciava il grande Alfredo Meli, ideatore e fondatore del baseball giocato da ciechi nel 1994. Un campione a cui saremo sempre grati, perché se oggi sembra quasi scontato poter parlare di autonomia e mobilità, non dimentichiamoci che questo processo riabilitativo ha mosso i primi passi anche attraverso il baseball dell'AIBXC, perfettamente adattato alle nostre esigenze dall'ex nazionale in forza all'Amaro Montenegro Bologna. Alfredo era persona schiva, severa con se stessa, generosa verso il prossimo, per nulla incline a sciogliersi in complimenti gratuiti o facili emozioni: in sintesi, un pioniere solitario che prediligeva lavorare sodo dietro le quinte alla realizzazione dei propri sogni, lasciando ai pochi amici fidati e agli avversari, comunque leali, il compito ingrato di forgiarne una legacy a tutt'oggi indelebile nella bacheca di Casteldebole. Siamo comunque certi che se solo Alfredo avesse potuto testimoniare quanto accaduto sul campo del CUS Brescia pochi giorni fa, avrebbe probabilmente ceduto anche lui alle vibrazioni umane, sportive e culturali a tinte forti che hanno caratterizzato la visita nel nostro paese di una delegazione di atleti e tecnici in rappresentanza della "Blind Baseball Association of Pakistan".
Una tre giorni intensiva sul diamante lombardo è il risultato di una sinergia perfetta tra l'ospitalità impeccabile del CUS Brescia e del suo presidente, Stefano Sbardolini, la disponibilità dell'Università degli Studi della città lombarda, pronta a mettere a disposizione di tecnici e atleti le proprie strutture, e l'impegno di allenatori e giocatori AIBXC particolarmente esperti (Azzaro, Giurleo, Giovinetti, Acciai), cooordinati dal responsabile per la promozione e sviluppo delle attività all'estero dell'Associazione, Lorenzo De Regny. La riuscita del "Progetto Pakistan " va comunque ascritta in larga parte all'intraprendenza di due giocatori non vedenti dei BLUE FIRE CUS Brescia che da oltre un anno mantengono relazioni diplomatiche, sociali e cultural con la Federazione Pakistana Baseball. Ci riferiamo a Sarwar "Gigante Buono" Ghulam, originario del distretto di Mandi Bahauddin (Punjab), tra gli slugger più prolifici e dominanti nel panorama AIBXC, affiancato dalla compagna Barbara Menoni. I due atleti sono infatti riusciti ad avviare contatti interessanti ad inizio 2015 con la PFB (Pakistan Federation Baseball), fondata nel lontano 1992, affiliata IBF con sede a Lahore. Particolarmente fitto lo scambio di informazioni tra Ghulam e Syed Khawar Shah, segretario PFB, intorno al baseball giocato da ciechi, scenario che ha immediatamente suscitato curiosità in un paese dove la maggior parte degli atleti non vedenti gioca a cricket ad alto livello, disciplina per molti aspetti accostabile al batti e corri. Già nell'estate 2015 quindi si andava profilando l'eventualità di una possibile mission promozionale del nostro gioco anche in terra pakistana, sulla scia di quanto già avviato a Cuba, negli States, Francia e Germania.
A marzo di quest'anno la svolta con la trasferta lavorativa ad Islamabad dell'Assistant Coach della Roma ALL BLINDS, Fabio Azzaro. Il coach capitolino, guidato da Ghulam e Menoni, riusciva infatti ad organizzare due dimostrazioni del nostro gioco ad Islamabad in cui aveva la possibilità di insegnare i rudimenti del baseball "Italian Style" ad una folta delegazione di tecnici e giocatori pakistani accorsi dai quattro angoli del Paese asiatico. L'irresistibile appeal del baseball AIBXC contagiava progressivamente atleti, aspiranti coach ed assistenti, tanto da spingere Khawar Shah ad istituire ufficialmente la BBAP (Blind Baseball Association of Pakistan), affidata a suo figlio, Syed Fakher Ali, da sempreimpegnato a fianco del padre nella promozione dello sport nel Paese. Sullo slancio dei traguardi appena raggiunti in USA, l'AIBXC decideva perciò di mettere a disposizione di Azzaro, Sarwar e degli amici pakistani una task-force di manager e top players italiani particolarmente esperti sul piano didattico e linguistico, smaniosi di addestrare 9 fortunati, 6 non vedenti e 3 assistenti, giunti a Malpensa con volo diretto da Islamabad domenica 24 luglio.
La tre giorni bresciana dall'impatto umano decisamente notevole ci ha regalato 6 atleti, tra cui tre minorenni, inizialmente poco autonomi, spesso impacciati nei movimenti, frenati sia dall'insormontabile barriera linguistica che da un senso di disadattamento e paura misto ad incredulità, del tutto comprensibile se pensiamo che questi ragazzi dalle origini comunque povere forse non hanno mai goduto della possibilità di staccarsi dalla realtà socio-culturale complessa del proprio quartiere. Splendido perciò il lavoro psicologico e di assistenza avviato dall'AIBXC, BLUE FIRE e Cus Brescia sin dalle prime battute dello stage, finalizzato all'ambientamento ed integrazione dei ragazzi attraverso i valori dello sport, alla condivisione di goliardia tipicamente occidentale, al contatto tra atleti con quei "benefit" e beni di consumo da loro considerati di gran lusso (dal flacone di shampoo alla onnipresente Coca Cola), passando attraverso esperienze indimenticabili come gli spostamenti in auto, metropolitana leggera, culminati con la gita premio in barca sul lago di Garda offerta al gruppo grazie all'impegno dell'Associazione velistica Homerus.
Sul piano prettamente tecnico, gli atleti hanno appreso molto velocemente i fondamentali del gioco, palesando uno spirito già competitivo del tutto inatteso, rivolto alle sfide future che intendono lanciare ai colleghi europei ed americani. Martedì 26 luglio è andata in scena anche una partitella in cui i nostri ospiti hanno tenuto in scacco una selezione di nostri giocatori, sconfitti per 4-3 dopo 5 riprese, exploit che ha fatto parecchio rumore grazie all'inattesa esposizione mediatica dei ragazzi presso le principali testate giornalistiche pakistane.
Nel corso di un'intervista esclusiva a margine dei clinic, Syed Fakher Ali ha offerto prospettive incoraggianti a Baseball.it circa gli sviluppi a breve termine del progetto: "Alle dimostrazioni in primavera guidate da Azzaro, sono seguite quelle di Multan, Lahor, Gujranwala e Karachi, che hanno avvicinato parecchi ragazzi a questo sport".
Invitato a fornire qualche numero, Ali ha dichiarato che nella scuola speciale per ciechi di Multan, l'Associazione può già contare su 92 giocatori non vedenti, mentre a Rawalpindi, ad un'ora circa di auto da Islamabad, ce ne sono altri 40 pronti ad iniziare. Esiste poi una base davvero nutrita di ragazzi che provengono dal cricket che hanno già espresso grande interesse per il baseball "Italian Style". L'obiettivo è di inserirne circa 300 nel progetto entro fine anno.
Invitato a tracciare un bilancio finale di quest'avventura Italiana, Ali sorride dolcemente e ci confessa a mezza voce: "Esperienza fantastica sotto ogni punto di vista. Grazie a tutti. Posso affermare con una punta d'orgoglio che oggi in Pakistan ci sono almeno 50 buoni giocatori di baseball. Lavoreremo sugli altri 250 per portarli ad alti livelli di competitività. Per fare questo, abbiamo bisogno di sponsor in grado di prendersi a carico le trasferte, ammortizzare parte dei costi e favorire l'opera di sviluppo e promozione in un Paese vastissimo popolato da quasi 200 milioni di persone. In questo senso sarà di fondamentale importanza il viaggio di Sarwar e Barbara, dal 10 al 15 agosto prossimo, invitati a Multan dalla Blind Baseball Association of Pakistan, con lo scopo di avvicinare ragazzi ciechi e assistenti vedenti ad uno sport che, è ufficiale, ci fa letteralmente impazzire"…
La visita dei futuri nazionali pakistani si è chiusa con la presenza della delegazione asiatica alla cerimonia del passaggio di consegne tra i Rettori dell'Università degli Studi di Brescia, tenutasi mercoledì 27 luglio presso l'Aula Palladio dell'ateneo lombardo: scettro accademico che passa dalle mani di Sergio Pecorelli a quelle di Maurizio Tira che, di fronte ai vertici AIBXC e al gruppo di atleti e tecnici accompagnati dal Console del Pakistan, si è formalmente impegnato ad incentivare le iniziative sportive destinate a persone con disabilità.

Informazioni su Matteo Briglia 180 Articoli
Matteo Briglia è nato a Milano nel 1968 e lavora come Analista Programmatore Senior presso la Engineering SPA - Ingegneria informatica. Diplomatosi nel 1992 come traduttore simultaneo, due anni più tardi consegue la Laurea in lingue presso lo IULM di Milano (inglese, francese). Da sempre appassionato di sport, in particolare quelli americani, segue sin dall'adolescenza il football e il basket di cui ha iniziato a scrivere nel 1993 pubblicando brevi articoli su riviste online riguardanti la postseason NFL e i playoffs NBA. Ha poi cominciato ad interessarsi anche alla Major League Baseball intorno al 1994, nella stagione dominata dai Toronto Blue Jays, formazione di cui si è immediatamente innamorato una volta comprese a fondo le regole del gioco e migliorato l'inglese tecnico (per poter seguire via radio le cronache direttamente dai diamanti a stelle e strisce). Dal 1998 circa scrive appassionati resoconti sulla Major League, con approfondimenti su New York Yankees e Atlanta Braves, squadra del cuore ormai da un ventennio. Matteo segue in diretta in particolare la postseason della MLB, con testi cariche di emotività, colore e pathos emozionale che hanno sempre caratterizzato le sue cronache di non vedente rendendole più vicine alle narrazioni Blog. Da tre anni circa, ha scoperto il baseball per non vedenti, entrando in contatto con l'AIBXC (Associazione Italiana Baseball giocato da ciechi). L'esperienza lo ha talmente elettrizzato tanto che dopo una prova iniziale ha deciso di proseguire a giocare con i Lampi Milano. Dal maggio 2011 collabora con Baseball.it seguendo da vicino tutto quello che succede nel movimento del baseball per ciechi.

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