Si fa presto a dire "Vado in Arizona"

Lo stato del Gran Canyon è grande quasi quanto l´Italia e arrivarci di notte può essere destabilizzante

Si fa presto a dire "vado in Arizona".
In Arizona, dove? Perchè si tratta di un posto grandicello: esattamente 295.000 chilometri quadrati, appena un po´ meno dell´Italia.
Per fortuna, oggi c´è internet. E una ricerca, nemmeno ingegnandomi troppo, mi permette di scoprire che tutte le persone che devo incontrare le troverò attorno all´aeroporto "Sky Harbor" di Phoenix.
Così parto, con un volo America West Airlines e in tasca una prenotazione per un auto Avis. La prenotazione dell´albergo l´ho sdegnosamente rifiutata a causa del prezzo: 200 dollari a notte. Con la mia esperienza da globe-trotter, sono convinto di trovare di meglio.
Se permettete un consiglio, non arrivate mai in una città americana di notte in auto. Tutte le città degli Stati Uniti sono concepite per blocchi, con strade che percorrono il blocco in verticale e viali che lo attraversano in orizzontale, intersecandosi con altri viali e portandovi quindi ad altri blocchi. Con la luce del giorno, avete moltissimi punti di riferimento; di notte vi sembrerà invece di essere costantemente in una periferia poco sicura. Soprattutto se alla città in questione arrivate da una delle immense autostrade, che a vederle in un telefilm sono tanto funzionali, ma ad esserci in mezzo alla guida di una macchina col cambio automatico e con quei camion tipo ´Duel´ di Steven Spielberg che si avvicinano minacciosi, sembrano molto meno sicure. Oltretutto, gli americani vanno per file parallele. Se non segnalate con molto anticipo che avete intenzione di cambiare direzione, vi beccherete diversi accidenti e parecchie strombazzate. Ma voi non sarete nella condizione di segnalare per tempo che cambierete direzione, perchè non siete affatto sicuri di dove volete andare.
O meglio, una mezza idea ce l´avete. Lo stadio degli Angels è a Tempe e qualcuno che dovete incontrare è a Scottsdale. Quindi portarvi su Scottsdale Road a Tempe potrebbe essere un´idea brillante. Quando poi, appena lasciata la freeway, vi si para davanti un hotel ´Best Western´ adiacente ad un ristorante della catena ´Denny´s´, voi che non avete cenato e cercate un albergo vi sentite come Cristoforo Colombo dopo che l´ha punto la prima zanzara. Infastidito (più Colombo, che si era attraversato l´Atlantico in nave, di voi, che comunque state vivendo una giornata lunga a causa del -2 ore di fuso orario), ma convinto di essere vicino alla meta.
Il ´Best Western´ è invece letteralmente invaso di ragazzi dal fisico statuario, che vanno e vengono dalla palestra: qualcuna delle organizzazioni di stanza nei pressi di Tempe lo ha sequestrato per i giocatori. Il Motel 6 che incontrate lungo Scottsdale Road è invece colonizzato da gruppi di amici di varie età che esibiscono cappellini degli Angels. Cominciate a preoccuparvi, quando all´Hampton Inn and Suites vi propongono una camera a 179 dollari a notte. La prendete senza pensarci. E subito dopo vi vergognate un po´ per aver rifiutato la comoda prenotazione a 200 dollari a notte.
Risolta la formalità della cena con una prudente camminata al vicino supermercato ´Seven/Eleven´, iniziate a prendere contatto per le visite da compiere nei giorni seguenti. Il vostro primo obbiettivo è un promettente virgulto di scuola italiana, che a sentirlo al telefono sembra che in Arizona di sia nato: "Ma sì, è facile. Esci dalla freeway e poi prendi Mc Kelly".
Mentre chiudete la conversazione con i saluti di rito, non avete il coraggio di formulare la domanda più ovvia: quale freeway?

Fine seconda puntata
(Continua)

Informazioni su Riccardo Schiroli 1199 Articoli
Nato nel 1963, Riccardo Schiroli è giornalista professionista dal 2000. E' nato a Parma, dove tutt'ora vive, da un padre originario di Nettuno. Con questa premessa, non poteva che avvicinarsi alla professione che attraverso il baseball. Dal 1984 inizia a collaborare a Radio Emilia di Parma, poi passa alla neonata Onda Emilia. Cresce assieme alla radio, della quale diventa responsabile dei servizi sportivi 5 anni dopo e dei servizi giornalistici nel 1994. Collabora a Tuttobaseball, alla Gazzetta di Parma e a La Tribuna di Parma. Nel 1996 diventa redattore capo del TG di Teleducato e nel 2000 viene incaricato di fondare la televisione gemella a Piacenza. Durante la presentazione del campionato di baseball 2000 a Milano, incontra Alessandro Labanti e scopre le potenzialità del web. Inizia di lì a poco la travolgente avventura di Baseball.it. Inizia anche una collaborazione con la rivista Baseball America. Nell'autunno del 2001 conosce Riccardo Fraccari, futuro presidente della FIBS. Nel gennaio del 2002 è chiamato a far parte, assieme a Maurizio Caldarelli, dell'Ufficio Stampa FIBS. Inizia un'avventura che si concluderà nel 2016 e che lo porterà a ricoprire il ruolo di responsabile comunicazione FIBS e di presidente della Commissione Media della Confederazione Europea (CEB). Ha collaborato alle telecronache di baseball e softball di Rai Sport dal 2010 al 2016. Per la FIBS ha coordinato la pubblicazione di ‘Un Diamante Azzurro’, libro sulla storia del baseball e del softball in Italia, l’instant book sul Mondiale 2009, la pubblicazione sui 10 anni dell’Accademia di Tirrenia e la biografia di Bruno Beneck a 100 anni dalla nascita. Dopo essere stato consulente dal 2009 al 2013 della Federazione Internazionale Baseball (IBAF), dal giugno 2017 è parte del Dipartimento Media della Confederazione Mondiale Baseball Softball (WBSC). Per IBAF e WBSC ha curato le due edizioni (2011, 2018) di "The Game We Love", la storia del baseball e del softball internazionali.

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