Intervista a Di Pace del Cus Ceci Parma

Al ritorno dall'Haarlem Week, Emilio Taverna intervista il forte oriundo parmense

Il Cus Cantine Ceci di Parma fornisce alla Nazionale italiana quattro giocatori, tre oriundi Di Pace, Madonna e La Fera, e Newman naturalizzato. Presentiamo uno dei suoi ultimi acquisti impiegato sia come esterno sinistro sia come prima base.

Daniel “Danny” Di Pace, ha 28 anni, essendo nato il 24 Aprile del 1972 a New York. Ha iniziato a giocare a baseball all'età di 5 anni, sotto la guida del padre, giocatore in Major League che ha militato nei Minnesota Twins, nei Los Angeles Dodgers e nei Chicago White Sox.

Il robusto giocatore al tempo del College ha giocato anche a football come quarter back, ma si è poi dedicato al baseball militando, dopo l'Università di Oklahoma, nella categoria doppio “A” tra i Kansas City Royals e i Milwakee Brewers, maturando ottima esperienza e mantenendo là una buona media battuta.



Come ti sei trovato qui in Italia?

È un'ottima esperienza questa italiana. Mi trovo molto bene, sia con la gente sia con la squadra.



Il tuo rendimento all'inizio non è apparso brillante, invece ora sembri più costante.

È vero. All'inizio ho dovuto adattarmi a lanciatori più lenti di quelli ai quali ero abituato in America, e ho fatto fatica. Ora sto giocando bene; non penso ai miei record personali, ma mi sto dedicando completamente alla squadra per vincere il titolo. Ho la testa concentrata sui play-off.



Però tu sei uno dei convocati per la Nazionale italiana, come vivi questo fatto?

Sono felicissimo. Significa tutto per me: io sono di origine italiana, mi sento italiano e voglio dare il meglio di me per la Nazionale. Non avrei mai pensato di giocare un giorno in una squadra nazionale e per di più alle Olimpiadi, e questo è un sogno che diventa realtà.



Dopo la tournee di allenamento in Olanda, cosa pensi della Nazionale italiana?

Siamo una squadra solida; siamo ancora una compagine ai suoi inizi, nuova, che deve amalgamarsi per ottenere i risultati migliori, ma li può ottenere.



In che cosa vedi forte e in che cosa debole l'Italia per le prossime Olimpiadi?

È ancora troppo presto per giudicare. Abbiamo a disposizione sia buoni lanciatori, sia buoni battitori. Dobbiamo ancora lavorare per diventare un gruppo forte sia in attacco sia in difesa. Ma siamo una buona squadra.



Sai che l'Italia si classificò quarta agli ultimi mondiali del '98; può ripetere un'impresa simile?

Le potenzialità ci sono tutte.

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